Anderson: "Sì, a Wimbledon poteva finire diversamente"

Interviste

Anderson: “Sì, a Wimbledon poteva finire diversamente”

Il campione sudafricano ci racconta in esclusiva il rientro dall’infortunio. E conferma che i 99 game giocati contro Isner a Londra potrebbero essergli costati uno Slam

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Kevin Anderson e Lady Kady
 

da Miami, il nostro inviato

Ciao Kevin, allora, il braccio dovrebbe essere a posto, hai fatto 17 ace… come ti senti a essere di nuovo in campo nel tuo torneo di casa, tu vivi qui vicino, a Delray Beach, anzi sei praticamente il sindaco, ti hanno dato le chiavi della città! Hai sentito il calore e l’affetto dei fans, anche quando ti alleni?
Beh sì, vedere tanta gente che veniva a guardarmi giocare mi ha fatto felice, alla fin fine gli appassionati sono la cosa che fa andare avanti il nostro sport, sentirsi apprezzati significa veramente tanto. Io cerco di giocare, e soprattutto di comportarmi, in un modo che possa essere un esempio anche per i ragazzini. Vederli lì fuori dal campo che mi guardano è una cosa che mi è mancata, così come essere impegnato nei match.

Sono passate diverse settimane da Melbourne, dove ti avevo visto l’ultima volta. Non ti era successo spesso, di passare tanto tempo lontano dai campi. Come lo hai trascorso, a parte curandoti e allenandoti? Cosa ti piace fare al di fuori del tennis, di cosa ti occupi? Per essere chiari, tutti adoriamo Lady Kady! (la cagnolina adottata da Kevin, n.d.r.)
Ahahah! Vedi, è interessante perché non sapevo esattamente quanto sarei rimasto senza giocare, ogni giorno era diverso, andavo in un sacco di posti diversi a fare vari tipi di allenamenti e trattamenti, vivendo alla giornata, nessuno mi aveva detto chiaro, dovrai stare a riposo per tre o quattro settimane. Ma è sempre bello passare del tempo a casa, anche se alla fine sono stato parecchio occupato, soprattutto in palestra, dove ho lavorato moltissimo. Per cui alla fine non è nemmeno stata una vera vacanza, ed è stata dura ritirarmi da tornei che amo giocare, mentalmente. Però come ti dicevo stare a casa è bello.

Immagino, poi visto il tuo impegno con la fondazione che si occupa di animali! (sorrisone di Kevin, n.d.r.) Ma torniamo al tennis. Come ti sono sembrati questi campi? Sono veloci, lenti? Qui è tutto nuovo, gli stadi, le strutture…
In effetti non ho potuto giocarci tanto, in particolare non tanti punti, e sinceramente mi sono concentrato di più sulle sensazioni che avevo, su come sentivo il gomito, il mio corpo in generale. Quando rientri dagli infortuni è così, ti focalizzi su come stai, meno su campi e palle. Ma dopo oggi posso dirti che ci si gioca bene, è una situazione ambientale tipica di Miami, la palla rimbalza alta e non schizza molto via, la superficie offre un buon grip, ci si muove bene. A me piace giocare qui, credo che i campi siano ottimi, in conclusione.

In definitiva il gomito è a posto, quindi, e si va avanti (annuisce, n.d.r.). Vieni da due finali Slam negli ultimi anni, fare meglio significherebbe vincerne una. Ci pensi, magari soprattutto riguardo a Wimbledon? Personalmente, ritengo che quella partita con Novak avrebbe potuto andare diversamente, se tu non avessi dovuto giocare un set da 50 game due giorni prima contro John Isner.
Eh sì sì! (sorride ironico, n.d.r.)

Come ti approcci, quindi, alla tua parte preferita della stagione? Ora abbiamo la terra rossa, ma poi?
Cerco di fare un passo alla volta, di tenere sotto controllo il gomito, di progredire bene. Voglio giocare partite, esprimere il tennis che voglio, e anche la stagione su terra non mi dispiace affatto, l’anno scorso ho fatto semifinale a Madrid e al Roland Garros ho perso una battaglia, arrivando vicino ai quarti, con Schwartzman. Ho grandi speranze, onestamente, ma adesso preferisco andare avanti giorno per giorno accertandomi che il gomito risponda bene come sembra, in situazioni di partita.

Qual è il movimento che ti dava più fastidio? Il servizio? Ricordo che a Melbourne con Tiafoe avevi iniziato a battere piano.
Sì, mi infastidiva solo il servizio, ma per fortuna ora, come hai visto oggi, pare vada tutto bene!

Grazie mille Kevin!
Grazie a te, ciao ciao!

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