Montecarlo: Djokovic in controllo, ora Medvedev. Lajovic per Sonego

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Montecarlo: Djokovic in controllo, ora Medvedev. Lajovic per Sonego

Il numero 1 del mondo strapazza Fritz. Il russo soffre ma superaTsitsipas al terzo. Un gran bel Lajovic fa fuori a sorpresa Thiem

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Novak Djokovic - Montecarlo 2019 (foto @Gianni Ciaccia)
 

NOLE C’È, FRITZ NO Vittoria fin troppo agevole di Novak Djokovic contro il n. 65 ATP Taylor Fritz, incapace di tenere il ritmo non certo forsennato del numero uno del mondo che, al netto del valore dell’avversario, offre una prestazione più convincente rispetto a quella contro Kohlschreiber. Fritz, dopo aver vinto a fine gennaio il Challenger di Newport Beach, non ha tratto beneficio in termini di fiducia da quel trofeo conquistato a un’ora di macchina da casa al quale sono seguite quattro eliminazioni al primo turno. Lo statunitense afferma che gli piacciono tutte le superfici, ma la frequenza delle sue apparizioni sulla terra battuta è appena superiore a quelle di Federico Delbonis sull’erba e oggi ne dimostra il motivo.

Coach Annacone ha avuto modo di spiegare che la parte del gioco che necessità di miglioramenti riguarda la zona di transizione (quella che inizia circa un metro all’interno della linea di fondo). Di sicuro, quando mette i piedi dentro al campo, il dritto di Fritz fa i buchi per terra, ma per guadagnarsi quella posizione di vantaggio sono indispensabili dei progressi importanti negli spostamenti. Nel vento forte, l’inizio lento di Nole è sufficiente a mantenere l’iniziale equilibrio nel punteggio; equilibrio che viceversa manca totalmente a Taylor quando la palla serba lo coglie in contropiede. La prima scossa arriva al quinto game, con i brutti errori di Fritz tra cui ne spicca appunto uno in avanzamento con relativo rovescio affossato; Djokovic sembra finalmente trovare un buon ritmo da fondo che lo porta a servire sul 5-2, anche se chiude solo al gioco successivo concedendosi un’innocua distrazione.

Fritz è ormai entrato in modalità “tragedia sui trampoli” e dà l’idea di non crederci più già nei primi scambi della seconda partita; a proposito di non crederci, chissà cosa starà pensando Diego Schwartzman che ci ha perso in due set al turno precedente. Con Fritz che non sa muoversi, risponde poco e male, sbaglia tanto e presto (28 gratuiti in 15 giochi), il match non consente di valutare appieno la condizione di Djokovic che, in ogni caso, ha dimostrato una buona reattività dopo i primissimi giochi un po’ appannati (“Sono soddisfatto, mi sono sentito meglio rispetto alla prima partita. Del resto la terra rossa è una superficie dove c’è bisogno di giocare tanto per abituarsi” il suo commento nel post match).

Nonostante il 3-0 nei precedenti, sarà sicuramente più probante, la sfida ai quarti contro un Medvedev inaspettatamente molto centrato e solido su questa superficie. Medvedev è cresciuto tanto nell’ultimo anno, soprattutto ha imparato a muoversi molto meglio, ora è un giocatore a ridosso dei top ten. A Melbourne ho giocato contro di lui un match duro, durato quattro set, ma qui sulla terra sarà una partita del tutto diversa. Lo conosco bene, anche perché ci siamo allenati assieme. Sicuramente per me sarà essenziale mantenere l’iniziativa, comandare il gioco ha dichiarato Nole al termine del match in relazione all’incontro di domani.

SFIDA CONTRO MEDVEDEV AI QUARTI – Dopo tre confronti tutti a favore di Medvedev, ed uno scontro anch’esso a favore del russo, si ritrovano in un ottavo nobile per la classifica l’ottavo ed il quattordicesimo giocatore del mondo. Non a caso il match va sul centrale, con sacrificio del match di Herbert sul Parc des Princes, unico francese rimasto in gara. Prima occasione per i due di confrontarsi sulla terra battuta, con Tsitsipas reduce da una dichiarazione d’amore per la superficie. L’inizio è di marca russa, con Medvedev inattaccabile sul proprio servizio (quattro punti ceduti in tutto il primo set) ed uno Tsitsipas che cerca di variare il proprio gioco per sottrarsi alla trama dell’avversario, ragno tessitore del lato rovescio. Tsitsipas sembra guadagnarsi spesso l’inerzia dello scambio, ma non incide al momento della chiusura, anche perché i campi (li amerà ancora Stefanos?) sembrano decisamente lenti. Il vento condiziona a tratti il gioco sul centrale sollevando diavoli di polvere ma non destabilizzando quel diavolo di un russo.

Daniil Medvedev – Montecarlo 2019 (foto Roberto Dell’Olivo)

Primo set in “dacia” e Tsitsipas alla toilette a meditare, oltre a fare altro. La sosta forse rinfranca il greco, ma di certo rammollisce le gambe di Medvedev. Il dritto del russo diventa bersaglio facile non tanto per gli attacchi dell’avversario, più incisivi, ma anche per trovarvi salvezza nei momenti di difficoltà. Medvedev fatica a chiudere gli scambi da quel lato e di questo Tsitsipas sembra accorgersene, aumentando il tasso di pazienza e diminuendo quello degli errori. Tsitsipas dal suo canto continua ad alternare il serve & volley nei propri turni di servizio, si rilassa ed inizia anche a “federereggiare” (splendida la finta di palla corta e vincente col dritto in chop nel quinto game).

Complice il calo di resa della prima dell’avversario è subito 5 a 0. La partita invero non infiamma il pubblico, in cerca di maggior agone e quasi più interessato alle esultanze (alternate ai silenzi, ahinoi..) provenienti dal Parc des Princes dove gioca Cecchinato. Secondo set ad Atene e ride persino Sparta. Visto che porta bene i due vanno entrambi alla toilette prima del terzo set, ma la scaramanzia pare portare fortuna al solo Tsitsipas. Sull’1-pari, punto del match e break, con Tsitsipas che difende, difende, difende e poi libera un lungo linea di rovescio che riappacifica con il suo discutibile taglio di capelli. L’accresciuta solidità di Tsitsipas spinge Medvedeve a cercare nel suo repertorio colpi e strategie impolverate, ma sarà proprio il greco a venirgli in soccorso con uno sciagurato quarto game, in cui si consegna al russo con due serve & volley a 142 e 154 km all’ora ed uno smash fuori di un metro.

La partita prende una piega psicologica. La palla di Tsitsipas viaggia di più, i vincenti di Medvedev sono cosa rara eppure il greco non riesce a staccarsi dall’avversario. E quando Tsitsi arriva al game di servizio per restare nel match, il sole del Principato lo scioglie: con uno smash non impossibile in corridoio consegna tre match point al russo, al quale basta aspettare il doppio fallo da destra per andare a 4 a 0 nei precedenti con il greco. Medvedev che passa e sottolinea come i match contro Tsitsipas siano sempre stati combattuti.

LAJOVIC DISSINESCA THIEM – Dopo Cecchinato, sul Campo dei Principi cade un’altra testa di serie. E questa fa molto più rumore, dato che si tratta di Dominic Thiem, forse l’unico giocatore che si credeva in grado di evitare la finale tanto attesa tra Nadal e Djokovic. Invece l’austriaco si ferma agli ottavi, merito di uno spumeggiante Lajovic che ne ha imbrigliato la potenza e dopo cinque sconfitte – peraltro tutte sula terra – lo batte per la prima volta. Molti i meriti del 28enne serbo, che partiva senza sbagliare nulla (“Ho iniziato veramente bene, mi entrava veramente tutto” ci dirà nel dopo partita) e si ritrovava velocemente sul 5-0.

Thiem cercava di reagire usando la tattica a lui più consona: martellando sempre più forte da fondo. Ma Lajovic oggi non soffriva la potenza del n. 5 del mondo, soprattutto sulla diagonale di dritto che nei match precedenti era sempre stata la chiave di volta a favore di Thiem, come confermerà in sala stampa (“La chiave sono state il dritto, ho giocato bene su quella diagonale, aggressivo, e la risposta”). Ma anche di rovescio non è stato di meno – aggiungeremmo noi – dato che a furia di cambi di rotazione ha fatto letteralmente andare fuori palla Thiem. Il n. 4 del seeding evitava il bagel, si riprendeva un break, ma cedeva il parziale per 6-3. All’inizio del secondo set sembrava che la pesantezza dei colpi del 21enne austriaco cominciasse ad avere il sopravvento, dato che Thiem si involava sul 3-1. Invece Lajovic stava solo prendendo fiato.

Riprendeva infatti subito dopo a tessere le sue trame da fondo, resistendo alla pressione di Thiem per poi farlo andare fuori giri mixando angoli e rotazioni. E il match finiva come era iniziato, con un altro parziale di 5 game a zero per Lajovic, che chiudeva 6-3 tra gli applausi del pubblico ammirato dal gioco espresso dal n. 48 del mondo, apparso anche molto più reattivo fisicamente rispetto alle passate stagioni (“Sì ho lavorato molto sia sulla preparazione fisica che sull’aspetto tecnico. E i risultati si vedono”). Ora affronterà la grande rivelazione del torneo, Lorenzo Sonego: “Non lo conosco molto bene, ho visto solo alcuni spezzoni dei suoi match, ha un bel servizio e ha fatto una grande settimana qui. Ora guarderò alcuni spezzoni dei suoi match per capire la tattica per domani. Ma prima mi godo questa vittoria”.

Michelangelo Sottili, Agostino Nigro, Ilvio Vidovich (inviati a Montecarlo)

Risultati:

[1] N. Djokovic b. T. Fritz 6-3 6-0
[10] D. Medvedev b. [6] S. Tsitsipas 6-2 1-6 6-4

D. Lajovic  b. [4] D. Thiem 6-3 6-3
[Q] L. Sonego b. C. Norrie 6-2 7-5
 
[9] B. Coric b. P.H. Herbert 6-4 6-2
[13] F. Fognini vs [3] A. Zverev 7-6(6) 6-1

G. Pella b. [11] M. Cecchinato 6-4 4-6 6-4
[2] R. Nadal b. G. Dimitrov 6-4 6-1

Il tabellone completo

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