Djokovic rompe il silenzio: "Tornerò quando sarò pronto". Ma niente operazione

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Djokovic rompe il silenzio: “Tornerò quando sarò pronto”. Ma niente operazione

No, per il momento non si può ancora ipotizzare un nuovo intervento chirurgico. Ma le condizioni della spalla di Novak Djokovic sembrano più gravi del previsto

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Novak Djokovic - Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Sarà la carenza di emozioni dell’immediato post-Slam, dovuta tra le altre cose alla settimana di pausa del circuito ATP – il decesso della vecchia Coppa Davis ha lasciato questi sette giorni privi di incontri ufficiali, ad eccezione delle sfide dei raggruppamenti zonali e dei soliti challenger – ma sembra che la fame di notizie possa persino indurre a crearne delle nuove laddove, stando ai fatti, probabilmente non ce ne sarebbe ancora spazio.

Il fatto in questione riguarda Novak Djokovic, che si è ritirato dallo US Open nel terzo set dell’ottavo di finale contro Wawrinka a causa di un infortunio alla spalla sinistra. Martedì 10 settembre, più o meno in contemporanea su alcuni portali non ufficiali e sulla stampa serba, sono comparse voci piuttosto insistenti riguardanti una presunta operazione chirurgica che Djokovic avrebbe programmato presso la stessa clinica svizzera che aveva scelto per l’operazione al gomito di inizio 2018, un centro di eccellenza nell’ambito della medicina sportiva (la Rennbahnklinik) situato tra Muttenz e Basilea.

Le voci sono presto diventate virali, invadendo le colonne di alcuni giornali sportivi europei (su tutti lo spagnolo Marca) e in Italia perfino quelle dell’informazione generalista, da Repubblica a La Nuova Sardegna. Passi la brutta abitudine di omettere le fonti (solo Tuttosport s’arrischia a parlare di ‘stampa serba’, gli altri ne parlano come se fosse un fatto acclarato e verificato), proprio ai media serbi si fa riferimento con il prezioso aiuto di Ilvio Vidovich, esperto di tennis balcanico, che ci consiglia di fare riferimento alle due fonti a suo dire più affidabili: Sportklub e Vecernje Novosti. Leggendo i due pezzi in questione, che deo gratias non nascondono la fonte, si apprende come i rumors siano in sostanza nati a partire da questo tweet di Christopher Clarey, giornalista del New York Times.

Clarey informa i suoi follower che è stata rilasciata una versione aggiornata di un suo articolo del giorno precedente, nella quale è compreso un riferimento alla possibilità che l’infortunio di Djokovic possa essere più grave del previsto e dunque richiedere più di un semplice periodo di riposo. Clarey parla di averne genericamente ‘sentito parlare’, e in un tweet successivo spiega di aver voluto porre l’attenzione sulla crescente preoccupazione (non si capisce se sua, di chi gli sta attorno o del team del giocatore, circostanza quest’ultima che richiederebbe ben altre conferme) rispetto alle condizioni della spalla di Nole.

Beninteso, Clarey è uno dei giornalisti più affidabili che il tennis possa vantare e sulla qualità del New York Times non c’è bisogno neanche di discutere, ma ciò di cui si compone per il momento questa notizia è una manciata di parole (‘Djokovic potrebbe non competere per un certo periodo, qualora l’infortunio richiedesse la chirurgia o il riposo prolungato‘) all’interno di un articolo che ha tutt’altro focus, ovvero Nadal e lo strapotere dei Big 3 sulle nuove leve. Un po’ pochino per assumere che Djokovic non solo si trovi in Svizzera – circostanza di cui Clarey non fa alcuna menzione – ma che addirittura sia già sul punto di finire sotto i ferri. Anche in ragione del fatto che la notizia dell’operazione del febbraio 2018 si era diffusa con basi un pizzico più solide: prima una fotografia che ritraeva lo stesso Djokovic in un ristorante in Svizzera, poi uno scatto nella clinica summenzionata con una mano vistosamente fasciata.

QUELLO CHE SAPPIAMO PER CERTO – Non è tanto, ma è comunque meglio di cavalcare notizie non ancora confermate. Un giornalista serbo, amico del direttore Scanagatta, ha confermato come in Serbia non abbiano ricevuto per il momento alcuna notizia di prima mano, ma al contempo tutti si sentano di ipotizzare che l’infortunio sia un po’ più grave di quanto apparso a New York. A conferma di quest’ipotesi, c’è il fatto che Djokovic non si è ancora fatto vedere a Belgrado (né in altro luogo, a dire il vero). Il manager di Nole – l’italiano Edoardo Artaldi – per il momento non ha rilasciato dichiarazioni, né a Ubitennis né ad altro organo di informazione.

Le ultime parole ufficiali di Djokovic sono dunque quelle pronunciate nel corso della conferenza post-partita contro Wawrinka: “Ho fatto dei trattamenti e ricevuto delle diagnosi nelle ultime due settimane. Continuerò a farlo anche nei prossimi giorni e vediamo come risponde la spalla. Il dolore era costante da alcune settimane. Alcuni giorni faceva più male, altri meno. Ho preso alcune medicine per cercare di ridurlo istantaneamente. A volte funzionano ma non sempre”. In seguito, Novak aveva confermato la sua intenzione di tornare in campo a Tokyo.


UPDATE – Nella giornata di giovedì 12 settembre, Novak Djokovic ha pubblicato un breve aggiornamento su Twitter garantendo che proverà a recuperare in tempo per lo swing asiatico.

Mi dispiace di avervi tenuto all’oscuro in questi giorni. Sto trascorrendo degli splendidi momenti con la mia famiglia e sto lavorando attivamente al mio recupero, così da essere pronto per lo swing asiatico. La mia salute è la priorità, e appena sarò pronto tornerò. Vi terrò aggiornati sui miei progressi, grazie per gli auguri di pronta guarigione!

Il titolo dell’articolo è stato aggiornato a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Djokovic su Twitter

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