Barty si salva con Bertens, sfiderà Osaka in finale a Pechino

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Barty si salva con Bertens, sfiderà Osaka in finale a Pechino

La numero 1 del mondo annulla un match point e batte al tiebreak decisivo Kiki Bertens. Troppo forte Naomi per Caroline Wozniacki, sarà una grande finale

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Ashleigh Barty - Pechino 2019 (foto via Twitter, @WTA)
 

Quando si è la numero 1 del mondo non fa certo notizia una vittoria contro la numero 8, ma se si tiene contro della grande prestazione dell’avversaria allora tutto cambia. In 2 ore e 22 minuti di gioco, Ashleigh Barty ha battuto Kiki Bertens nella prima semifinale del WTA Premier Mandatory di Pechino, dando così seguito ad un’altra notevole vittoria-maratona, quella di ieri su Petra Kvitova. Barty era alla settima semifinale stagionale (la quinta sul cemento) e dopo la sconfitta della settimana scorsa a Whuan è riuscita in extremis ad evitarne un’altra in Cina, nazione che le ha riservato forse più amarezze che soddisfazioni. Per Bertens si è trattato invece della nona semifinale in stagione: cinque le sconfitte.

Tra le due, come sottolineavano il ranking e le quote pre-partita, la sfavorita era Bertens e considerando quanto importante fosse questo match anche in vista delle Finals (è nona nella Race to Singapore alle spalle di Svitolina e Williams) ci si attendeva che fosse lei a prendere il controllo degli scambi. O che almeno tentasse di farlo. Ed invece nelle fasi iniziali la numero 8 del mondo è rimasta completamente schiacciata dalla superiorità della sua avversaria. Come ormai abbiamo imparato a conoscere, il gioco di Barty è estremamente vario ma raramente la si è vista spingere di dritto con così tanta frequenza e precisione come ha fatto nei primi game di questo incontro (basti pensare che nel primo set il 77% dei colpi li ha giocati con questo fondamentale).

Il primo ’15’ della giocatrice olandese è arrivato solamente al terzo game, dopo che Ashleigh si era già conquistata un break. Tra tutte le tenniste che prediligono un gioco potente da fondo sin dalla battuta, stile Pliskova ad esempio, Bertens è sicuramente quella che cerca più spesso le incursioni a rete essendo dotata di buona manualità, e questo è andato a vantaggio del numeroso pubblico presente sul Diamond Court del National Tennis Center. Barty poi ci ha messo il suo con dei finissimi passanti in back.

Il coaching di Bertens a fronte della sfuriata iniziale della sua avversaria è stato immediato e la chiacchierata con Elise Tamaela non è stata vana. L’olandese ha trovato maggior equilibrio in campo restando più paziente e puntando sulle variazioni di gioco piuttosto che sulle accelerazioni ad inizio scambio. Questo le ha permesso di conquistarsi una palla break nel settimo game, ma quando sono comparse le prime difficoltà la numero 1 del mondo ha fatto ricorso ad un’altra delle sue innumerevoli armi: il servizio. Con tre prime è salita 5-2 e poco più tardi con un ace ha chiuso il primo parziale 6-3 in 36 minuti. 

I miglioramenti di Bertens a fine primo set sono proseguiti anche nel secondo, e si sono concretizzati con un vantaggio iniziale di 3-0 tutto frutto dell’innalzamento del suo livello di gioco. L’andamento del set è stato speculare a quello precedente, con le due giocatrici che si sono invertite di ruolo; Barty ha anche iniziato a mostrare qualche incertezza con il back di rovescio e giustamente è stato lì che Bertens ha insistito maggiormente. Quest’ultima inoltre è stata solidissima alla battuta e in 33 minuti ha rimesso tutto in ordine con un altro 6-3.

Il terzo set tra le due non è una sorpresa perché nei tre precedenti (tutti vinti dall’australiana) due volte è stato necessario il parziale decisivo (quest’anno sia a Sydney che a Miami), ma forse a sorprendere un po’ è stata un’altra partenza a rilento di Barty. La n.1 del mondo infatti si è fatta di nuovo brekkare in apertura, questa volta con una maggiore complicità. Il contro-break tuttavia è stato immediato, e a questo punto la sfida ha iniziato ad assumere i connotati che caratterizzano i match WTA ricchi di incertezza. È salita la tensione e come accade quando in campo ci sono due campionesse, è salito anche il livello del tennis. E Barty, come dimostra questa battaglia di slice, ha ritrovato anche il suo back.

La prima a fare un piccolo passo indietro, sia qualitativamente che nella posizione sul campo da gioco, è stata l’australiana la quale subendo un altro break ha mandato l’olandese ha servire sul 5-4. Bertens però tra le sue debolezze annovera anche un’eccessiva emotività che spesso la tradisce nei momenti clou. Barty non troppo inaspettatamente è riuscita a tornare in corsa e per il sesto match consecutivo Kiki si è ritrovata a giocare un tie-break. Il tredicesimo game che ha deciso l’incontro è stato una gradevole summa di quanto visto durante il match: passanti, volée e accelerazioni vincenti non sono mancati, oltre all’emozione di un match point annullato. Alla fine l’ha spuntata Barty 9-7 alla seconda occasione, non prima di aver annullato, come detto, un match point con un passante.

La prestazione dell’olandese resta comunque solidissima e diventa ancor più notevole considerando la difficile partenza; per Barty invece una vittoria del genere non può che dare enorme fiducia. Era partita benissimo e poi un po’ di deconcentrazione, o forse una più comprensibile difficoltà nel mantenere quel livello altissimo, avevano complicato le cose. Ma ancora una volta tutto è stato risolto senza mostrare particolari segni di apprensione in campo. Con la stessa tranquillità con la quale ha giocato il tie-break, adesso l’australiana potrà godersi l’altra semifinale di giornata. Quella tra Naomi Osaka e Caroline Wozniacki.

NAOMI NON FA SCONTI Dopo la magnifica vittoria su Bianca Andreescu nei quarti giocati venerdì, è molto più semplice per Naomi Osaka la semifinale vinta contro la campionessa in carica Caroline Wozniacki: un match che ha visto la giapponese in grande spolvero con il rovescio e dominante da fondo campo. La partita si è di fatto decisa nella fase centrale del primo set quando Caroline ha le prime due palle break del match sul 4-3 ma non riesce a sfruttarle anche a causa dell’eccellente servizio di Osaka. Il primo set si chiude così 6-4 e Naomi di slancio prende un break di vantaggio anche nel secondo difendendolo poi con le unghie nei due turni di servizio successivi dove Wozniacki non riesce a convertire altre 3 palle break. Osaka invece trova un altro allungo fino al 5-1 e chiude 6-2 dopo aver salvato due palle break con il servizio. Statistica chiave a fine match: Osaka Break point 3/5, Wozniacki 0/7 di cui 6 mancate nel secondo set. Il match si chiude dopo 1h24 e Naomi sfiderà la N.1 Barty nella finale di domenica. I precedenti dicono 2-1 Barty, il primo è però vecchissimo (2014). Naomi ha vinto il più importante all’Australian Open 2018 (terzo turno).

Risultati:

[1] A. Barty b. [8] K. Bertens 6-3 3-6 7-6(7)
[4] N. Osaka vs [16] C. Wozniacki 6-4 6-2

Il tabellone completo

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