Il cielo è azzurro su Shanghai: anche Berrettini ai quarti

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Il cielo è azzurro su Shanghai: anche Berrettini ai quarti

Matteo supera Bautista Agut dopo due ore di battaglia e si aggiudica uno scontro diretto in ottica Race. Si ripete l’exploit di Montecarlo con due italiani tra i primi otto di un Masters 1000

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Matteo Berrettini - Shanghai 2019 (foto via Twitter, @atptour)
 

[11] M. Berrettini b. [8] R. Bautista Agut 7-6(5) 6-4

Sulle tribune – sempre troppo vuote – di Shanghai, sventola fiero il tricolore. Due tennisti italiani entrano d’autorità nei quarti di finale del Masters 1000 cinese, ripetendo l’exploit primaverile di Montecarlo. In pochi mesi di questo magico 2019 si è ripetuta due volte un’eccellenza, per il nostro tennis, che mancava da 14 anni. A Fabio Fognini, bravo a prendersi la rivincita su Khachanov, si aggiunge Matteo Berrettini. Bravo a risolvere con insospettabile maturità una partita complicatissima contro Bautista Agut (prima di oggi battuto solo su terra). Un autentico scontro diretto in ottica Race, che il romano ha portato a casa tra alti e bassi. Sciogliendo però a proprio favore i nodi decisivi. Non male, in un incrocio nel quale avrebbe potuto pagare il gap d’esperienza. Ai quarti troverà Basilashvili o Thiem e rimane aperta, a questo punto, anche la corsa per il numero uno d’Italia.

La partita non ha mai seguito una trama lineare. Il primo set, per l’allievo di Vincenzo Santopadre, è partito in discesa per poi complicarsi all’improvviso. Sul 5-4 il motore si è ingolfato: quattro errori col dritto al servizio per il set hanno rimesso in partita lo spagnolo. Avanti punto a punto fino al tie break, lì dove sembrava materializzarsi il prosieguo di una recente tradizione negativa: Berrettini ne aveva persi cinque di fila (ultima gioia con Monfils allo US Open). Ma è riuscito a interrompere la striscia con una grande difesa e l’opportuna tenuta mentale. Quella necessaria per non farsi destabilizzare dai suoi stessi errori.

Il vento però sembra girarsi in avvio del secondo parziale. Due doppi doppi falli consecutivi costano il break che regala a Bautista il comando delle operazioni. Il momento più difficile per Berrettini è quello in cui viene abbandonato dalla sua fidata prima di servizio, in questa fase ben al di sotto del 50%. Emerge però l’istinto di sopravvivenza: con quattro punti consecutivi Matteo annulla due palle break del possibile 1-4 e resta incollato a un set che, altrimenti, sarebbe scivolato via con eccessiva facilità. Pur soffrendo sulla diagonale di rovescio, costantemente sollecitata, è bravo a rimanere a galla nel game in cui lo spagnolo somma più errori: controbreak e si va 3-3. Nel settimo game il servizio torna a rombare: il sorpasso (4-3) si costruisce su tre ace di fila e quasi non sembra vero, pensando a come era iniziato il set.

Chiuderla, a questo punto, diventa questione di cattiveria e di consapevolezza: perché trascinarla al terzo potrebbe avrebbe avvantaggiato un regolarista come lo spagnolo. Alle soglie delle due ore, il numero 13 del mondo azzanna al collo la partita intravvedendo dall’altra parte della rete segnali di cedimento. Il break decisivo fissa il tabellone sul 6-4. Il conto dei vincenti (31-13) non rende l’idea di quanto sia stato difficile portarla a casa.

Il tabellone completo (con tutti i risultati)
La Race to London aggiornata

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