I big 3 a colazione. Federer: “Nadal sarà un buon papà”. Djokovic: “Li vedo più dei miei genitori”

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I big 3 a colazione. Federer: “Nadal sarà un buon papà”. Djokovic: “Li vedo più dei miei genitori”

Una video-intervista della BBC ai Big 3… con cameo di Matteo Berrettini

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A Londra per darsi battaglia alle ATP Finals, a Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic, in ordine decrescente di età, capita anche di ritrovarsi a fare colazione sul Tamigi in compagnia della giornalista della BBC Sally Nugent. In un’atmosfera estremamente rilassata, si parla di famiglia, di amicizia e, naturalmente, di tennis.

Tocca subito a Djokovic rispondere alla domanda più tosta, se i tre siano amici. Nole ne esce bene: “Non ti dice abbastanza questo giro in battello? Siamo nel Tour da così tanti anni, probabilmente vedo questi due più dei miei genitori”A proposito, c’è chi viaggia con la propria famiglia (“è un sacco di lavoro!”), e Roger spiega che è l’unico modo che ha per restare nel Tour e i figli ne sembrano felici, anche se “ci sono notti impegnative. Una volta, una di loro non si sentiva bene e continuava a chiedermi scusa, ‘mi dispiace, non sto bene’, ma le ho detto di non preoccuparsi, che è per questo che ci sono i genitori. Però è dura quando succede prima di una semi o di una finale contro uno dei miei grandi rivali”.

Chiamati a dare un consiglio al neo-sposo dall’alto dello loro pluriennale esperienza, si parte con un “buona fortuna, Rafa” di Nole dal tono inequivocabile (a cui il maiorchino replica appunto “ne ho proprio bisogno!”) per arrivare al tenero “sarà un buon papà” di Federer.

(questo che vedete su Twitter è solo uno stralcio della loro chiacchierata, ma trovate qui il video completo)

Pare che lo stesso Nadal sia vagamente sorpreso dalla sua longevità sportiva. “Ho sempre pensato che avrei terminato la mia carriera attorno ai trent’anni. Beh, tutti dicevano che avremmo avuto una carriera più breve”. Nonostante Nole butti la questione sul “o smettono tutti o nessuno”, Roger dice: “Penso che sarò il primo a smettere, sono il più vecchio. Non siamo sicuri di quanto giocheremo ancora, ma la cosa fantastica è che ci divertiamo davvero nel Tour. È un privilegio essere in salute, fare così bene ed essere tanto apprezzati”.

A proposito del ritorno in campo di Andy Murray, pressoché inimmaginabile fino a pochi mesi fa, secondo Rafa “ha mostrato a tutti la sua passione e il suo amore per il gioco. Dopo quello che ha attraversato, è di nuovo in grado di vincere, è tornato a giocare giocare bene molto in fretta: è un messaggio forte per i ragazzini e per tutti quanti”.

Bisogna stringersi, perché i Big 3 sono raggiunti al tavolo dagli altri cinque contendenti per il titolo di Maestro, quelli giovani. Matteo Berrettini ci spiega che cosa può imparare dai più saggi: “Nell’ultimo anno, non sognavo neanche di poter essere qui, ne sono così felice. In futuro, forse posso essere io a dire qualcosa del genere ai giocatori più giovani”. Come nel finale di un film che mostra i protagonisti invecchiati tirare le somme delle loro esperienze, Daniil Medvedev si immagina seduto a quel tavolo a trent’anni e più insieme agli altri: “Ripensando a noi stessi, siamo stati di ispirazione per qualcuno? Possiamo dare qualche buon consiglio come voi li state dando a noi adesso?”.

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