Numeri: Halep ha già timbrato il cartellino, Rybakina è a 25

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Numeri: Halep ha già timbrato il cartellino, Rybakina è a 25

Le due finaliste del torneo di Dubai protagoniste dei numeri della settimana al femminile. Elena si è arresa solo alla fatica a Doha

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Simona Halep - Dubai 2020 (via Twitter, @DDFTennis)
 

Dopo l’appuntamento maschile, vi proponiamo anche i numeri più interessanti della scorsa settimana a livello femminile. Sono due, e riguardano due tennista che ci attendiamo protagoniste sul cemento nordamericano di Indian Wells e Miami.

8 – gli anni consecutivi in cui Simona Halep ha vinto almeno un torneo. In un circuito femminile in continuo ricambio, sia ai vertici della classifica (con sette diverse tenniste al numero 1 negli ultimi tre anni) che dal punto di vista generazionale – ci sono cinque giocatrici non ancora 24enni nella top 10, e una sola over 30 nella top 20 – questo risultato della tennista rumena vale molto. L’allieva di Darren Cahill, nata in Romania nel settembre 1991, aggiunge un altro tassello agli elementi che la indicano come la tennista più continua ad alti livelli negli ultimi anni. Non solo ha vinto due Major (solo Osaka può dire di aver fatto altrettanto) ed è la giocatrice ad essere stata per il maggior numero di settimane (64) al numero 1 WTA, ma è anche quella che da più tempo è in top 10 (dal febbraio 2014).

Dal 2013 vince almeno un torneo a stagione: sette anni fa vinse quattro tornei, di cui uno era già un Premier (Mosca), il primo di altri nove (di cui tre Mandatory e tre Premier 5). Per questi motivi, sebbene anche Karolina Pliskova vinca da otto anni almeno un titolo, non può essere paragonata per continuità alla rumena: la ceca ha vinto in totale meno tornei (sedici, invece che i diciannove di Simona) e tra di questi non ci sono Slam e vi figurano appena tre Premier 5. A far compagnia ad Halep c’è anche Petra Kvitova, che distribuisce 26 dei 27 titoli presenti nella bacheca personale in stagioni consecutive, ovvero dal 2011 al 2019: è ancora in corsa a Doha, dove ha la possibilità di arrivare in doppia cifra.

25 – le partite giocate da Elena Rybakina nel 2020. La tennista nata a Mosca e cresciuta tennisticamente in Russia, che dal 2018 gioca per la federazione kazaka, è la tennista che ha disputato più partite in queste prime settimane dell’anno. Elena aveva iniziato a palesarsi nel giugno 2019 con la semifinale a S’Hertogenbosh per poi affermarsi il mese successivo, con la vittoria dell’International di Bucarest da numero 106 del mondo. Il suo approdo tra le grandi non sorprende: da junior è stata numero 3, ha raggiunto le semifinali all’Australian Open e al Roland Garros e ha vinto il Bonfiglio, superando in finale Iga Swiatek. I primi segnali li aveva lanciati già a fine 2017, qualificandosi al main draw di Mosca e, soprattutto, a inizio 2018, quando a San Pietroburgo sconfisse l’allora 7 WTA Caroline Garcia, spingendosi poi sino ai quarti. Grazie a una programmazione sapiente nei tornei secondari – a settembre Elena aveva fatto finale anche a Nanchang – pur sconfiggendo durante tutto l’anno una sola top 50, aveva chiuso il 2019 tra le prime 40 (al trentasettesimo posto).

Elena Rybakina a Bucarest

Nel 2020 ha dimostrato di aver apportato ulteriori miglioramenti al suo tennis: dopo aver perso contro Alexandrova la finale a Shenzhen, ha vinto l’International di Hobart, raggiunto gli ottavi a Melbourne e fatto finale al Premier di San Pietroburgo e a quello di Dubai, perdendo solo contro Barty, Halep e Bertens. Risultati che l’hanno catapultata al 17° posto del ranking femminile: tra le tenniste più giovani di lei, l’unica a precederla in classifica è una certa Bianca Andreescu. Un piazzamento che in queste settimane ha dimostrato di meritare con vittorie prestigiose come quella su Mertens a Shenzhen, ma soprattutto per quanto ha fatto a Dubai, dove ha superato due top ten – Kenin (6-7 6-3 6-3) e Karolina Pliskova (7-6 6-3). In finale – dopo una lotta di due ore e mezza conclusa con il rimpianto di aver sprecato un vantaggio di un break nel terzo set e di un mini-break nel tie-brak decisivo – si è arresa con tantissimo onore a una campionessa esperta come Halep, vincitrice col punteggio di 3-6 6-3 7-6. Poi non ha rinunciato al Premier 5 di Doha, dove ha vinto due partite molto sofferte contro Cirstea e Van Uytvanck prima di arrendersi alla fatica e rinunciare all’ottavo di finale con Barty, riservando un saggio pensiero all’imminente Sunshine Double.

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