C’è un angolo di Roma che a primavera è solito incantare e coinvolgere chi lo frequenta. Mai come quest’anno, il Foro Italico è pronto a esplodere in un concentrato di emozioni forse irripetibile. Ma non ha la certezza di poterlo fare. Si procede alla giornata, è l’unica strada. Non sono ore leggere quelle che si vivono negli uffici di chi ha già iniziato a lavorare per la combinata di eventi sportivi sul territorio italiano più importante degli ultimi anni. In un luogo che è cuore e anima del nostro sport, ma anche centro decisionale. Perché è stato il CONI, lunedì pomeriggio, a prendere di petto l’emergenza dettando la linea al Governo sullo stop assoluto dell’attività sportiva fino al 3 aprile.
MESI D’ORO – Dal 4 maggio al 4 luglio, gli occhi del mondo saranno posati sui meravigliosi 50 ettari del parco a ridosso della collina di Monte Mario. Due mesi esatti. Il 4 maggio inizieranno gli Internazionali BNL d’Italia, il 4 luglio si disputerà l’ultima (un quarto di finale) delle quattro partite di Euro 2020 in programma allo stadio Olimpico. Non vogliamo usare i tempi verbali dell’incertezza, attenendoci a quella che oggi – chissà fino a quando – rimane un’agenda ancora viva. Non possiamo fare lo stesso per la finale di Coppa Italia, prevista per il 13 maggio ma ormai fuori anche dalle più ottimistiche ipotesi di ripresa dell’attività del calcio professionistico. Se ne parlerà in estate, probabilmente.
IL TENNIS – Con il circuito ATP fermo fino al 27 aprile e la WTA pronta ad allinearsi, i prossimi tornei in calendario sarebbero Estoril e Monaco di Baviera, seguiti dal Masters 1000 di Madrid (dove comunque la situazione non è semplicissima, ndr). Si tornerebbe in campo due settimane prima rispetto agli Internazionali. Che quindi rimangono in programma – va precisato – al netto delle evoluzioni a livello mondiale della pandemia da coronavirus. La macchina organizzativa della FIT, nel frattempo, procede da cronoprogramma. Come è giusto che sia. Sui quotidiani – le edicole sono aperte – si trovano gli spazi pubblicitari acquistati dagli #IBI20 per promuovere la vendita dei biglietti. Operativamente, è partito l’allestimento della Grand Stand Arena, il secondo campo in ordine di importanza (dopo il Centrale) che viene costruito con strutture mobili. Si lavora anche sugli altri campi secondari, nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza.
IL CALCIO – A pochi metri di distanza, la quotidianità scorre nel quartier generale di Euro 2020 allo stadio Olimpico, dove cooperano UEFA e FIGC. È previsto un piano d’azione a ritmi serrati a cavallo tra i due eventi, per garantire lo smontaggio delle strutture degli Internazionali prima della consegna dell’intera area alla UEFA. In tal senso, anche l’ultima giornata di Serie A (secondo il calendario originario, oggi poco indicativo) prevederebbe l’obbligo per Roma e Lazio di giocare entrambe in trasferta. L’Olimpico ospiterà il 12 giugno Italia-Turchia, preceduta dalla cerimonia d’apertura. Il 17 giugno Italia-Svizzera e il 21 giugno Italia-Galles. Il 4 luglio, come accennato, un quarto di finale. La UEFA spera ancora di evitare stravolgimenti: il 4 marzo in Campidoglio sono stati celebrati i 100 giorni al via ed è ancora in calendario il Trophy Tour per le vie di Roma il prossimo 17 aprile.
LE ASPETTATIVE – Tutto ciò, chiaramente, dovrà fare i conti con la realtà e con quello che accadrà già nella prossima settimana. Nessuna federazione ha ancora chiesto ufficialmente il rinvio dell’Europeo, ma l’istanza sicuramente finirà sul tavolo della riunione straordinaria convocata dalla UEFA per martedì 17 marzo. La stessa in cui si deciderà anche sul prosieguo di Champions ed Europa League. “Qualsiasi decisione si prenda bisogna farlo tutti insieme i Paesi e l’Uefa. L’Europa deve fare l’Europa anche nello sport“, ha commentato nei giorni scorsi il ministro Vincenzo Spadafora. Spostare l’Europeo genererebbe un danno economico notevole: in assenza di calcoli ufficiali, la stima effettuata da La Gazzetta dello Sport è di almeno 300 milioni di euro, a cui aggiungere altre perdite da condividere tra tutti gli aventi diritto agli utili. Un’ipotesi dura, che la UEFA non può permettersi oggi di escludere.
È evidente come Roma, nel contesto di un’emergenza sanitaria sempre più globale, non possa fare altro che attendere. E farsi trovare pronta. Senza nascondere l’ansia, in vista dei suoi due mesi più belli.