Meglio un 6-1 che un 7-0! Era quasi Caporetto, Giorgi lo scongiura. Sui biglietti di Roma tutto tace

Editoriali del Direttore

Meglio un 6-1 che un 7-0! Era quasi Caporetto, Giorgi lo scongiura. Sui biglietti di Roma tutto tace

Oggi Berrettini ci dovrebbe almeno raddoppiare il conto dei successi azzurri. Speranze anche su Caruso più che per Sinner con Khachanov. L’8 settembre si presentano gli Internazionali d’Italia. Ma il mistero sull’affluenza resiste

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Paolo Lorenzi in azione contro Brandon Nakashima allo US Open 2020 - 31 agosto 2020 (Foto di Mike Lawrence/USTA)
 

È stata quasi un’Odissea quella dei tennisti francesi a sentire il racconto di Mannarino, ma tutti e quattro i francesi in campo, a cominciare dallo stesso Mannarino per passare a Simon e alle filles, Mladenovic e Garcia, hanno passato il primo turno. A dispetto di varie traversie descritte sia da Mannarino sia da Mladenovic. Noah Rubin ha rivelato che gli 11 tennisti/e francesi sospettati di avere avuto stretti contatti con Paire sono stati messi in una sorta di quarantena, pur non avendo loro inflitto… la pena toccata ai tennisti argentini Guido Pella e Hugo Dellien al Western&Southern Open. Forse Rafa Nadal ha fatto bene a starsene a casa?

Dei sette italiani in campo nel primo giorno dell’US Open cinque uomini e due donne, soltanto all’alba italiana Camila Giorgi è riuscita abbastanza miracolosamente a rovesciare un match che pareva davvero compromesso con la belga Van Uytvanck, sul 3-5 nel terzo set. Invece Camila, che aveva giocato un pessimo primo set e un secondo set invece notevolissimo, a dispetto di 10 doppi falli e di tanti errori ha continuato a tirar randellate senza paura anche dal 3 a 5 in poi – sana incoscienza? – costringendo alla resa l’avversaria che via via si è fatta sempre più nervosa.

Il bilancio dei set in questa giornata poco azzurra, quando pareva profilarsi un umiliante 7-0, resta pesantemente in rosso. I set persi infatti sono 18, quelli vinti 5 grazie ai 2 di Camila. Insomma, è stata quasi una Caporetto. Meno male che ci ha salvato provvidenzialmente Camila.

Ad una partecipazione record quantitativamente a livello maschile, ben 10 uomini – mai registrati prima così tanti ad uno Slam – non ha fatto purtroppo adeguato riscontro quella qualitativa. I cinque uomini hanno perso tutti. E maluccio. Nessuno è approdato al quinto set. Per loro una giornata tutt’altro che azzurra, direi proprio nera.

Vero che in tutti i match – tranne quello fra Lorenzi e il giovanissimo Nakashima gratificato da una wild card (n.223) ma certo in ascesa – come del resto Steve Flink e il sottoscritto avevamo presentato nel nostro video di qualche giorno fa con l’allievo di Pat Cash – i nostri erano peggio classificati dei loro avversari. Ma vero anche che degli avversari degli azzurri nessuno salvo Mannarino per un pelo (n.32 e ultima testa di serie  del “maschile”) era un top-player, un giocatore imbattibile. Il miglior classificato era Thompson, n.63, avversario di Travaglia. Poi Berankis n.65 giustiziere di Gaio, Harris n.97 che ha dominato Cecchinato.

Tre prestazioni deludenti, alla fine. Certo favorite da superfici quest’anno molto più veloci rispetto a un anno fa, ma ugualmente deludenti perché gli avversari erano tutti alla loro portata… anche se soprattutto nel duello Harris-Cecchinato non si è mai avuta la sensazione che il siciliano potesse rovesciare la tendenza della partita. Sonego con Mannarino, Travaglia con Thompson e forse più di tutti Gaio con Berankis perché sul set pari era stato avanti 4-2 prima di commettere errori piuttosto scellerati, almeno un filino di speranza lo avevano suscitato. L’avversaria di Jasmine Paolini, Caroline Garcia, obiettivamente era ed è di un altro livello, ex n.4 del mondo nel non lontanissimo 2018 (anche se oggi la ritroviamo scesa a n.48). Le ha lasciato 5 games, per non sbagliarsi.

Oggi giocheranno gli altri cinque italiani e salvo Berrettini strafavorito con il giapponese Soeda n.118 (ex pupillo di Davide Sanguinetti), gli altri giocano purtroppo tutti contro pronostico, a cominciare da Sinner n.75  con Khachanov n.16,  (l’esibizione vinta a Berlino conta quel che conta), da Mager n.79 con Kecmanovic n.47, da Seppi n.89 con Tiafoe 82, da Caruso n.100 con Duckworth. Ecco, forse Caruso che a Cincinnati ho visto benino, ha più chances degli altri – anche se su Sinner saranno appuntati gli occhi di tanti – però la superficie assai rapida non dispiacerà all’australiano che sulla terra rossa sarebbe chiaramente sfavorito. Qui però… Si dirà che i nostri non hanno nulla da perdere, ma insomma sarebbe ben magra consolazione se nessuno salvo “Salvator” Matteo (oltre a Camila) riuscisse a farcela.

Certo è che se dovesse vincere il solo Berrettini in campo maschile – e non voglio neppure pensare a che questo p ossa non succedere – il bilancio sarebbe estremamente deludente se si pensa che un anno fa a passare il primo turno furono lo stesso Berrettini (Gasquet), Lorenzi (Svajda), Sonego (Granollers)e Fabbiano (Thiem!!!) anche se Fognini perse da Opelka e Sinner da Wawrinka (ma giocando 4 splendidi set). Mentre Cecchinato da Laaksonen che gli vinse 3 tiebreak su 3, primo, secondo e quinto set.

Anche nel 2018 portammo quattro azzurri al secondo turno, Lorenzi che batte Edmund, Sonego vittorioso su Muller, Seppi su Querrey, Fognini su Mmoh. Berrettini deluse con Kudla, Cecchinato con Bennetau, Travaglia con Hurkasz, Gaio con Goffin. Nel 2017 vinsero Lorenzi con Sousa, Fabbiano con Smith e Travaglia nel famoso incontro con Fognini che portò alla squalifica di Fognini per i pesanti insulti rivolti alla ragazza che arbitrava. Ma insomma anche se uno fu un derby, tre match furono vinti dagli azzurri. Quattro azzurri avanti al secondo turno invece nel 2016 grazie a Giannessi (Kudla, Seppi (Robert), Fognini (Gabashvili), Lorenzi (Berlocq), mentre nel 2015 – l’anno della memorabile finale Pennetta-Vinci – a fronte di ben cinque donne al secondo turno (anche Giorgi, Errani e Knapp) gli uomini furono solo due Seppi (Paul) e Fognini (Johnson). E qui mi fermo.

IL MISTERO DEI BIGLIETTI DEGLI INTERNAZIONALI

Intanto accenno qui – sollecitato da numerose lettere, email e proteste di vario tipo che giungono a Ubitennis da più parti – a un fatto davvero misterioso. Quello dei biglietti degli internazionali d’Italia. Chi li ha comprati per maggio avrebbe tutto il diritto di sentirsi dire qualcosa. Qualunque cosa. Perché non dirla? Si capisce bene che fino a che il Governo non emana un DCPM che dica se agli eventi sportivi (calcio, tennis) il pubblico potrà accedere, la FIT non può sapere se e quanti biglietti potranno essere eventualmente messi in vendita per il torneo che comincerà con le qualificazioni in meno di due settimane (e che verrà presentato ufficialmente il 6 settembre).

Se il campionato di calcio 2020-2021 fosse già ripartito sono sicuro che il Governo, in un modo o nell’altro si sarebbe già pronunciato. Ma il tennis per i “politici” non è così importante. Difficile pensare che Roma e Lazio non possano ospitare spettatori alle partite di calcio e invece il tennis, lì a due passi, sì. Però la FIT dovrebbe ugualmente sentire il dovere morale di far sapere a chi ha acquistato i biglietti per maggio come intende rimborsare chi ha anticipato i suoi soldi e non vedrà il torneo a settembre. Non sempre pochi soldi. C’è chi ha fatto costosi abbonamenti per tutta la famiglia.

Se anziché poter fare entrare qualche migliaio (5 mila?) di spettatori al giorno la FIT si trovasse costretta a non far entrare più di 1000 spettatori, allora io credo che alla FIT non converrebbe aprire i cancelli del Foro Italico. Ciò perché i servizi di sicurezza, di biglietteria ,di pulizia, di portierato anche soltanto ai vari ingressi sui vari campi, costerebbero di più. Mi pare scontato che la FIT preferirebbe tenere i cancelli chiusi, in assenza di un afflusso dignitoso. Sono in ballo anche i soldi di chi ha prenotato gli stand commerciali. Se a varcare i cancelli fossero quattro gatti, gli stand non avrebbero ragione di aprirsi. Né di pagare il loro noleggio. Se il numero dei biglietti vendibili fosse inferiore al numero dei biglietti venduti per il maggio scorso, occorrerebbe rimborsare coloro che – fra quanti avrebbero comunque desiderato di essere presenti dal 14 al 20 settembre – non potrebbero accedere all’impianto.

Ma si sa già che alcuni acquirenti dei biglietti di maggio non intendono comunque presentarsi al Foro Italico a settembre. Per le ragioni più svariate. O non sono romani, o non hanno vacanze, o pur romani lavorano, o temono il Covid-19, insomma chi più ne ha più ne metta.

Ma allora, tutto ciò detto e premesso, quale può essere il motivo per ritardare un annuncio che dovrebbe essere scontato. Perché la FIT fino a oggi non ha annunciato quanto segue: “Chi non potrà o non vorrà presenziare al torneo potrà recarsi al posto X o potrà scrivere all’indirizzo Y e si vedrà rimborsare il biglietto per il mancato spettacolo”? Per me è un mistero dietro al quale non so cosa si nasconda. È un mistero, perché non si capisce che cosa costerebbe a chi si occupa della comunicazione e del sito della FIT – ora che non c’è più e non è stato neppure sostituito l’ex direttore della comunicazione Piero Valesio (ci avrà messo lo zampino il solito Giancarlo Baccini, l’ombra nera del presidente?)- tranquillizzare gli aventi diritto al rimborso. Tanto non potranno sfuggire al rimborso. E allora lo dicano, no? A che pro far arrabbiare tutti?

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