US Open: Carreno Busta, Zverev e la semifinale a sorpresa

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US Open: Carreno Busta, Zverev e la semifinale a sorpresa

Lo spagnolo ha messo a frutto il “regalo” di Djokovic. Il tedesco ha risposto alle critiche di Martina Navratilova: “A volte è più importante non giocare al meglio e trovare comunque una strada per vincere”

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Pablo Carreno Busta - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

Lo Slam più aperto degli ultimi anni, in cerca di un nuovo padrone, ha i suoi primi due semifinalisti. Uno tra Alexander Zverev e Pablo Carreno Busta arriverà a giocarsi il titolo, per la prima volta a questi livelli, in un incrocio onestamente inatteso. Lo spagnolo non è nuovo a dare il meglio a Flushing Meadows – nel 2017 perse al penultimo atto da Kevin Anderson -, ma stavolta ha avuto il merito di capitalizzare al massimo il regalo che la sorte gli ha fatto mandando in tilt Djokovic.

È stato un momento difficile per tutti, per lui, per me, per il tennis. Ma penso che le regole vadano rispettate, l’arbitro è lì per questo. Certamente Nole è stato sfortunato a colpire il giudice di linea, ma si può provare a non fare questo genere di cose“. Archiviando così, senza troppa filosofia, la precedente spinta del destino, Carreno ha saputo poi non buttarla via. La sfida contro Shapovalov è stata anche gradevole, come spesso accade quando sono di fronte stili differenti. La solidità e la pazienza del quasi trentenne di Gijon hanno avuto la meglio sulle bollicine (e i tanti errori) del canadese, sceso a rete 70 volte (!).

Sapevo che avrebbe giocato così, ma all’inizio ero molto nervoso e per lui è stato facile. Poi la partita è cambiata, ho iniziato a rispondere meglio al suo servizio, a rendere più efficace il mio e a entrare un po’ di più nel campo. Ho cercato di essere aggressivo, nei limiti del possibile, contro chi lo era più di me. Denis è un giocatore incredibile, vale i top 10″. 

L’OCCASIONEIl successo di Zverev su Coric è arrivato probabilmente senza convincere nessuno, ma è comunque arrivato. Il rovescio della medaglia dei limiti manifestati è il significativo margine di miglioramento che si può riconoscere al tedesco. Sicuramente in grado di esprimersi meglio rispetto ai tanti errori, che comunque non gli hanno pregiudicato la seconda semifinale Slam dell’anno dopo quella di Melbourne. In una stagione folle, un livello di continuità comunque da non disprezzare per chi è stato spesso accusato di fallire i grandi appuntamenti. “Inutile negarlo, qui siamo tutti consapevoli che ci sarà un nuovo campione Slam – e che si tratti di un’occasione da sfruttare. E siamo tutti affamati per questo“.

Il numero sette del mondo non ha avuto difficoltà ad ammettere a caldo di aver interpretato l’inizio del match “non a un livello da quarto di finale Slam“, ma poi è stato bravo a risalire. Senza ottenere però il gradimento di Martina Navratilova, che in telecronaca si è esposta contro un livello di gioco da lei ritenuto non adeguato a vincere uno Slam. “È stata una grande campionessa, è rispettata per questo – ribatte Sascha – ma la sua opinione non mi interessa. Dovrebbe forse dare un’occhiata ai miei testa a testa: sono in vantaggio con Federer (4-3), ho battuto Djokovic in finali importanti (Roma 2017 e ATP Finals 2018, ndr). Sono in semifinale. A volte non giocare al meglio e trovare una strada per vincere è più importante che giocare bene“.

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