Italiani e francesi record al contrario. Errani in discussione. Serena addio record. Super Trevisan

Editoriali del Direttore

Italiani e francesi record al contrario. Errani in discussione. Serena addio record. Super Trevisan

Roland Garros – Berrettini oggi può fare pokerissimo. Lui punta almeno ai quarti, Sinner e Sonego agli ottavi. Cecchinato a battere Zverev, Travaglia a non farsi travolgere da Nadal. Quando vedremo una bella partita?

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Jannik Sinner - Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Per quasi 40 anni, più o meno dai tempi di Yannick Noah (ultimo campione di Slam francese, 1983, nonché ultimo panda del serve&volley sulla terra rossa), Guy Forget e Henri Leconte, abbiamo invidiato il tennis francese, i loro top-ten, le loro vittorie in Coppa Davis. Non vincevano Slam, ma ci andavano vicino. Quando quello, quando quell’altro. Finali ne hanno giocate diverse, e ci sono stati periodi in cui avevano anche 4 top-ten contemporaneamente. I colleghi francesi ci facevano sempre notare gli exploit di Tsonga, Simon, Monfils, Gasquet, Grosjean, Clement, tutti top-ten. Adesso, e soprattutto in questo Roland Garros che vede ancora in gara cinque dei nostri azzurri, sono i cugini d’Oltralpe, sempre un pochino supponenti, sempre a guardarci dall’alto in basso, ad essere gelosi dei successi azzurri.

Capirete: nel loro torneo di casa, quello che il presidente corso Bernard Giudicelli e il direttore del torneo Guy Forget avevano fortemente voluto per salvare il bilancio federale, avevano 18 giocatori, grazie alle 8 wildcard. Ma ancora in lizza ne è rimasto uno solo: Hugo Gaston, n.239 del mondo (!), che non aveva mai raggiunto il terzo turno in uno Slam e ha battuto prima Janvier, altro francese, e poi Nishioka. Non fenomeni. È la quinta volta che accade in 51 anni che a livello di terzo turno ci sia un solo tennista francese al Roland Garros.

Hanno infatti perso ieri gli altri tre francesi che erano in gara, Bonzi contro il nostro Sinner, Paire contro Coria, Herbert contro Zverev (sia pure 6-4 al quinto). L’ultima volta che si era verificato una tal Waterloo era stata 10 anni fa, quando al terzo turno era approdato il solo Tsonga che si era poi anche dovuto ritirare! Altre tre volte il torneo era sopravvissuto un solo tennista, e per poco come vedrete capiterà anche a Gaston che al terzo turno incontra Wawrinka: 25 anni fa l’unico superstite fu Arnaud Boetsch, nel ’93 Rodolphe Gilbert, nel ’69 Georges Goven.

IL RECORD AZZURRO È MIGLIORABILE CON BERRETTINI (e non solo)

Ma non è per le disgrazie altrui – anche se un po’ di rivalità con i cugini c’è sempre stata… ben prima del colpo di testa di Zidane a Materazzi! – che quella di mercoledì è stata una gran bella giornata per il tennis azzurro. Non è capitato spesso, anzi mai, che di 7 incontri di secondo turno se ne vincessero 5. Il risultato più a sorpresa di tutti, almeno per me, è stato il successo di Martina Trevisan su Coco Gauff, perché la ragazzina che l’anno scorso aveva già spopolato negli Slam a Parigi al primo turno aveva battuto Konta, semifinalista un anno fa. Certo 19 doppi falli sono tanti. Le auguro di non farsi prendere dalla sindrome Errani, peraltro colpita da quel morbo soltanto ben dopo che aveva conquistato la finale di Parigi e il quinto posto nel ranking mondiale.

SARA ERRANI È STATA MIGLIORE IN CAMPO CHE IN SALA STAMPA (nonostante 50 lanci di palla sbagliati)

Certo se ho apprezzato grandemente la ritrovata grinta di Sara e mi è dispiaciuto invece constatare ancora una volta l’incredibile fragilità nervosa all’atto di servire – avrà sbagliato il lancio di palla una cinquantina di volte! Non credevo ai miei occhi quando ha servito da sotto per evitare l’inevitabile punto di penalizzazione man mano che si avvicina ai fatidici 25 secondi dopo aver già subito due warning – mi è piaciuta meno per il resto. “Mi ha preso per il culo” ha ripetuto più volte dando dell’attrice alla sua avversaria, che ha fama di essere normalmente corretta, ma per la verità non è la prima volta che io ho assistito a partite in cui un giocatore assalito dai crampi riusciva a correre e quando si fermava, o gli passava la carica nervosa che lo spingeva a rincorrere una palla, di nuovo li risentiva.

È vero che è facile dirlo dal di fuori mentre a trovarsi di fronte a una situazione del genere è tutt’altro affare, però non ricordo di aver mai visto qualcuno che si mettesse a fare il verso all’avversario come ha fatto Sara. Mentre ho visto tante volte uno sconfitto che furibondo esce in fretta e furia dal campo senza stringere la mano all’avversario e magari si fa scappare anche qualche parolaccia e un “vaffa”. Dopo di che, se vieni in sala stampa dopo un’ora puoi cercare di ricomporti un minimo. Anche perché le immagini di Bertens che gridava sulla sedia a rotelle mentre la portavano via erano ormai state diffuse mille volte in quell’oretta. Sara avrebbe dovuto prenderne atto anche se poi l’ha incrociata al ristorante e Bertens, che ha detto di essere stata trattata per 45 minuti, sembrava stesse bene. E invece questo non è accaduto.

A scanso di equivoci io ho fatto un gran tifo per Sara, speravo davvero vincesse. Ma, insomma, capisco che una ragazza che non vinceva più contro una top-ten da 5 anni… ha il matchpoint e non riesce a sfruttarlo, così come non riesce a tenere il game di battuta quando le serve (anche nel primo set), possa avere un diavolo per capello. Se sul campo è difficile, a volte quasi impossibile controllarsi, una tennista con l’esperienza di Sara dopo un’ora che tutto è finito, dovrebbe provarci. Al tempo stesso dico anche che se non avesse avuto un carattere così Sara avrebbe smesso di giocare da un pezzo, dopo tutte le sue traversie, doping vero, finto o presunto che fosse. E sul quale non voglio tornare.

TEMO CHE PER SERENA LA CACCIA A COURT SIA FINITA

Serena ha dominato a lungo, ma temo proprio che la sua era sia definitivamente chiusa. Già qui non era fra le prime favorite, lo si era detto in sede di presentazione del torneo, sottolineando come fosse in fondo la prima volta. Ma ora pensare che riesca a riprendersi, a 39 anni suonati e con una condizione fisica che non è stata capace di ricostruire in sei mesi di stop quando avrebbe dovuto fare solo quello, non mi pare possibile. Anche se non c’è una concorrenza da far paura. Ma quella manca da anni. Ok Osaka, ma non sulla terra rossa dove nemmeno si presenta, pare un filino superiore alle altre, quantomeno sullo stesso gradino di Halep, mentre di Barty si sono avute troppe poche riprove e su Andreescu le riserve di carattere fisico prevalgono al momento su tutto il resto.

IL LIVELLO DEL TENNIS FEMMINILE È ASSAI MODESTO

Dico poi anche che fa impressione, per la verità, che fatti salvi i meriti del buon tennis da fondocampo nuovamente palesato da Sara Errani – e per me che non l’avevo più vista giocare tutta una partita posso aggiungere che non me l’aspettavo – una n.5 del seeding del Roland Garros come Bertens che non riesce a vincere altro che per 9-7 al terzo con un’avversaria costretta a battere dal sotto in tutte le fasi più importanti del match, non depone davvero a favore del livello del tennis femminile contemporaneo.

ORGOGLIOSO DEI RISULTATI DEI “NOSTRI” (e un pochino anche di qualche pronostico centrato)

Del tennis azzurro e del record di quattro azzurri al terzo turno che mi aspetto diventino cinque con Berrettini, ho parlato a lungo nel video quotidiano. Ricordando che il record è dell’Era Open, perché nel ’47 avemmo sei azzurri al terzo turno, nel ’55 furono cinque, mentre nel ’52 e nel ’58 quattro come fino a stamattina.

Non è mai simpatico parlarsi addosso, ma nell’ultimo editoriale ho scritto e potete controllare: “Berrettini nei quarti contro Djokovic, Sinner e Sonego in ottavi contro rispettivamente Zverev e Schwartzman, Cecchinato al terzo turno con Zverev e Travaglia al terzo turno contro Nadal, secondo me … sono traguardi possibilissimi” e poi ho titolato: “Ancora 9 vittorie azzurre al Roland Garros nei prossimi giorni e sarà mezzo trionfo”, è perché lo pensavo e lo penso. Dopo le quattro dei ragazzi ieri per arrivare a 9 ne mancherebbero ancora 5, se non contiamo quella che non avevo immaginato di Trevisan si Gauff.

Occorre cioè che Berrettini vinca tre partite, oggi Harris, quindi Struff (?) poi chi emerga fra Carreno Busta Bautista Agut e Pella. Poi occorre che Sinner batta Coria, quindi che Sonego vinca con Fritz e siamo a 9. Ribadisco, a maggior ragione dopo averli visti all’opera ieri, che sono risultati che ci stanno. Qualcuno mi ha scritto che Bautista Agut e Carreno Busta sulla terra rossa sarebbero più forti di Matteo. Io non la penso così, soprattutto su questo tipo di terra rossa Bautista Agut non mi fa paura. Forse mi preoccupa di più Carreno Busta che in carriera ha già fatto quarti a Roma e Parigi…

Le nove vittorie sopra attribuite – salvo smentite in arrivo dal campo – escluderebbero che Cecchinato sorprendesse Zverev come stava per fare, con il grande contributo dell’ieri inguardabile tedesco, il francese Herbert che secondo me non vale Cecchinato. Vero che la proprietà transitiva nel tennis non conta e magari Zverev contro Cecchinato tornerà a giocare da par suo, ma fossi il Ceck entrerei in campo convinto che mettendola sulla lotta Zverev sarebbe abbordabile e magari si esporrebbe a qualche doppio fallo nei momenti più importanti. A chi gli ricordava che a Parigi ha vinto tutte le sue partite giunte al quinto set, Sascha ha risposto con ironia: “Vero, ma ho perso quella più importante!”. Alludeva, ovviamente alla recente finale dell’US Open.

A QUANDO UNA GRAN BELLA PARTITA?

Vero che Cecchinato non è Thiem… A proposito, se Nadal ha fatto una passeggiata di salute, che in tempi di Covid non è poco, al Bois de Boulogne, come del resto l’aveva fatta Djokovic con Ymer e probabilmente ne farà un’altra oggi con Berankis, invece Thiem con Sock almeno nel terzo set una sudatina l’ha dovuta fare. Dovrà farne quasi certamente una più copiosa con il norvegese Ruud al terzo turno. Sarebbe anche l’ora, peraltro, di vedere qualche bel match. Perché a parte la soddisfazione per le vittorie azzurre, con la loro componente emotiva, di grandi partite finora non ne ho viste.


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