Fabio Fognini ha un nuovo coach: con Alberto Mancini l'assalto al 2021

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Fabio Fognini ha un nuovo coach: con Alberto Mancini l’assalto al 2021

L’azzurro ha interrotto la collaborazione con Corrado Barazzutti per affidarsi al campione degli Internazionali nel 1989. Mancini è stato capitano di Davis dell’Argentina e ha seguito Guillermo Coria e Cuevas

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L’indizio social era arrivato a metà giornata da papà Fulvio su Twitter: “Oggi o domani le novità di Fabio per la stagione 2020/2021“. Tempo di arrivare all’ora di cena e l’annuncio era giù su Instagram: Alberto Mancini è il nuovo allenatore di Fabio Fognini. Il numero 17 del mondo interrompe così la collaborazione con Corrado Barazzutti – con il quale continuerà, chiaramente, a interfacciarsi per la Davis – e sceglie di affidarsi al tecnico argentino, classe 1969, vincitore degli Internazionali d’Italia nel 1989 ma costretto a ritirarsi dal circuito principale a soli 25 anni per il susseguirsi dei guai fisici. La foto che ha ufficializzato la nuova era per il tennista ligure è stata scattata al Tennis Club Sanremo, dove si sta allenando in vista della nuova stagione affiancato anche dal preparatore fisico Alejandro Lacour.

RIPARTENZA – Il “Day One” della preparazione al 2021, a 33 anni, segna una svolta per il tennista di Arma di Taggia che prova così a mettersi alle spalle una stagione non semplice. Scivolato al numero 17 del mondo, Fognini ricorderà il 2020 per l’intervento chirurgico di fine maggio a entrambe le caviglie, soluzione meditata già da un paio d’anni e messa in atto quando l’anomalo calendario post lockdown si prestava a ottimizzare i tempi di recupero. Il ritorno, morbido, sarebbe dovuto avvenire in autunno a Santa Margherita di Pula. Ma in Sardegna Fabio è inciampato nella positività al Covid-19 che ha chiuso definitivamente i conti di una stagione sfortunata.

Il momento migliore rimangono i tre turni superati all’Australian Open, che adesso – al netto delle incertezze organizzative – diventano l’obiettivo della ripartenza. Con la (sana) pressione dettata dalla crescita dei giovani, dal sorpasso in classifica da parte di Matteo Berrettini e dal fenomeno (tennistico e mediatico) Jannik Sinner, Fognini punta a regalarsi nella nuova stagione qualche lampo di qualità. Tra Slam e Masters 1000 – Montecarlo 2019 rimane una perla – perché no, anche nella “sua” Davis. Per non far cadere nell’oblio gli anni, non dorati come quelli che stiamo vivendo, in cui il tennis maschile italiano è rimasto aggrappato a lui.

 
Fognini e Barazzutti – Allenamento agli Internazionali d’Italia 2020 (foto Giampiero Sposito)

IL NUOVO COACH – Il Mancini giocatore è stato uno specialista della terra battuta, eccellente nel rovescio. Protagonista assoluto della stagione 1989 in cui ha trionfato a Montecarlo – battendo in finale Boris Becker – e poi subito dopo al Foro Italico, sorprendendo il favorito Andre Agassi al termine di un romanzo di cinque set. Due volte ai quarti di finale del Roland Garros, è stato numero 8 del mondo. Tra il 1991 e il 1992 ha perso cinque finali, una proprio a Roma (per ritiro, guai muscolari) contro Emilio Sanchez. Prima di chiudere precocemente la sua carriera. Di origini italiane da parte del nonno, Mancini è stato anche capitano dell’Argentina in Coppa Davis (raggiungendo una semifinale e due finali). L’avventura albiceleste si è chiusa dopo la finale del 2008 persa clamorosamente in casa, a Mar del Plata, contro la Spagna priva di Nadal.

Da coach ha seguito con profitto un giovane Guillermo Coria, Nicolas Lapentti e poi – dopo la parentesi in Nazionale – Varvara Lepchenko e soprattutto Pablo Cuevas (fino allo US Open 2019). Fognini torna così a lavorare con un tecnico argentino dopo l’esperienza con Franco Davin, che aveva preceduto proprio Barazzutti. Mancini, ragionevolmente, potrebbe essere il compagno di viaggio scelto per arrivare al traguardo della carriera.

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ATP 1000 Shanghai, il programma di mercoledì 4 ottobre: Fognini trova Kokkinakis

Fabio Fognini torna a giocare un match nel main draw di un torneo del circuito maggiore: scenderà in campo intorno alle 8 ora italiana

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Era il 2019, e Daniil Medvedev aveva la meglio su Alexander Zverev, conquistando così il suo secondo titolo 1000. Quattro anni dopo, è ancora quello l’ultimo match disputato nel prestigioso master 1000 di Shanghai, cancellato nelle ultime tre stagioni a causa delle stringenti misure anti covid delle autorità cinesi. Da quest’anno, il più importante torneo asiatico potrà contare su un tabellone allargato a novantasei giocatori, sei dei quali italiani.

Di questi uno scenderà in campo sul centrale nella giornata di inaugurazione dell’edizione 2023: si tratta di Fabio Fognini, oggi sceso al numero 129 del ranking, in gara grazie ad una wildcard. Il ligure torna a giocare nel main draw di un torneo del circuito maggiore per la prima volta da luglio, quando perse al primo turno a Gstaad. In particolare, non vince un match di questo tipo dal secondo turno del Roland Garros. Il suo avversario sarà Thanasi Kokkinakis. L’estroso australiano, numero 71 del mondo, parte favorito: ha vinto tutti e tre i precedenti con Fabio, l’ultimo in Australia, quest’anno. In ogni caso, ci sono tutte le premesse per una partita interessante fra due giocatori molto talentuosi. Il match è il secondo in programma sul campo centrale, a seguire della sfida fra Dusan Lajovic e Stan Wawrinka, impegnati a partire dalle 6:30 ora italiana.

A seguire, chiuderanno il programma sul centrale i veterani Gasquet (impegnato col giocatore di casa Zhizhen Zhang) e Murray, che sfida Roman Safiullin. Qualche match da tenere d’occhio sui campi secondari: Mackenzie McDonald affronta il francese Moutet; Daniel Altmaier trova il giapponese Nishioka.

 

Ecco il programma completo (Diretta TV SKY Sport Tennis)

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ATP/WTA Pechino: la finale fra Sinner e Medvedev mercoledì alle 13:30 (SuperTennis)

Jannik Sinner, nuovo numero quattro del mondo gioca la sua quarta finale stagionale, la terza contro Daniil Medvedev

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Mercoledì è giornata inusuale per una finale di torneo nel tour professionistico. Tuttavia, questo swing asiatico – il primo dal 2019 – ci ha già abituato ad alcune variazioni sul tema, fra match conclusi a notte fonda (questa, in realtà, sta diventando sempre più spesso la norma) e date di inizio e fine dei tornei inconsuete.

Nel 2019, un giovanissimo Sinner perdeva il primo dei suoi sette confronti con un ragazzino spagnolo, Carlos Alcaraz. Sono passati quattro anni e sul Diamond Court di Pechino quelli che erano due ragazzini si sono affrontati per un posto in finale come numero due e numero sette del mondo. Il divario è destinato ad accorciarsi ulteriormente: col prossimo aggiornamento della classifica, Sinner sarà ufficialmente numero quattro, tennista italiano più in alto del ranking da quarantasette anni, da quel 24 agosto 1976 in cui numero quattro lo fu Adriano Panatta.

Jannik affronterà in finale la sua nemesi: Daniil Medvedev. Il russo e Jannik si sono affrontati sei volte, e in tutti e sei i casi è stato l’attuale numero tre del mondo ad avere la meglio. Due di quei sei confronti si sono disputati quest’anno, e rappresentano i due terzi delle finali disputate da Sinner in questa stagione: quelle perdenti, a Rotterdam prima e poco dopo a Miami. Eravamo nel momento migliore dell’annata del russo, ripresosi dopo mesi di appannamento con una lunga serie di vittorie consecutive. A Miami, in particolare, Sinner aveva eliminato proprio Alcaraz per raggiungere la sua seconda finale in un mille.

 

Mercoledì 4 ottobre si riaffronteranno alle 13.30 ora italiana, l’orario della sessione serale (là sono le 19.30) di Pechino. Negli ultimi giorni, l’indicazione è stata più volte disattesa: ciò ha portato a match (uno su tutti quello fra Alexander Zverev e Davidovich Fokina) conclusosi ben oltre la mezzanotte. Questa finale, comunque, dovrebbe iniziare all’ora prevista, essendoci un solo match femminile prima della sfida italo-russa: si tratta di Pegula-Ostapenko, incontro di terzo turno che inizierà alle 6.00 ora italiana.

Il programma completo a Pechino di mercoledì 4 ottobre:


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ATP

ATP Pechino, Sinner come Panatta: batte Alcaraz e scrive la Storia, è il nuovo numero 4 del mondo

Jannik raggiunge la finale a Pechino, dopo 47 anni un italiano rientra nella top4 del ranking ATP. Alcaraz cede di schianto a metà secondo set

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[6] J. Sinner b. [1] C. Alcaraz 7-6(4) 6-1

Martedì 3 Ottobre 2023: una data destinata a restare nella storia del tennis italiano.

Jannik Sinner grazie alla vittoria nella semifinale del China Open aggiunge un mattoncino prestigioso alla sua carriera e contemporaneamente aggiorna la storia del tennis italiano, diventando il numero 4 del mondo (best ranking) quarantasette anni dopo Panatta (24 Agosto 1976).

 

Da quando esiste il ranking del computer (1973) nessun italiano si è mai spinto oltre il numero quattro.

Nella semifinale del China Open di Pechino Sinner ha sconfitto in due set il numero due del mondo Carlos Alcaraz, disputando uno dei migliori match della carriera (una prestazione inferiore solo a quella proprio con Alcaraz nella sconfitta allo US Open del 2022 ) e domani alle ore 13.30 (diretta su Supertennis) affronterà in finale Daniil Medvedev per portare a casa il suo secondo ATP500 dopo quello di Washington del 2021

Il traguardo storico raggiunto dal 22enne di San Candido non deve far passare in secondo piano la prestazione tennistica di oggi: il palcoscenico non era tra i piùprestigiosi (ma l’entry list sì, con otto dei primi dieci giocatori del mondo iscritti nel torneo cinese) anche se in ogni caso l’attesa era enorme ed Alcaraz ha subito cercato di travolgere Jannik nei primi minuti della partita, ma il nuovo numero 4 del mondo ha reagito da campione, sfoderando probabilmente la miglior prestazione di dritto della vita (13 vincenti e una velocità media ingestibile per chiunque) e mandando completamente in tilt il rivale spagnolo, costretto ad una vera e propria resa nel corso degli ultimi minuti della sfida.

“Tra di noi non c’è una rivalità, lui ha vinto troppo più di me” , aveva ammesso Jannik nei giorni scorsi, ma il campo in questo caso ha raccontato una storia un pochino diversa: Alcaraz soffre la potenza di Sinner e forse oggi ne ha sofferto per la prima volta perfino la personalità, con Jannik che ha annullato con grande freddezza quelle cinque palle break concesse in apertura di secondo set che avrebbero potuto riaprire la partita.

Sinner ha spazzato via i dubbi sulle sue condizioni fisiche dopo il malessere accusato in campo nel corso del quarto di finale con Grigor Dimitrov sfidando Alcaraz sul piano atletico e uscendo spesso vincitore dagli estenuanti scambi a ritmo forsennato ormai tipici della loro rivalità.

Domani con Medvedev servirà una vera e propria impresa: i precedenti sono pessimi (6-0 Medvedev e solamente tre set vinti in totale dall’italiano) e in generale a livello tecnico Sinner soffre l’accoppiamento col russo, grande ribattitore e difensore superbo, ma Jannik oggi ha fatto qualcosa di speciale e nella finale di mercoledì entrerà ovviamente in campo per vincere.

LA CRONACA DELLA PARTITA:

Primo set: Alcaraz parte a razzo, ma Sinner rimonta grazie ad un tennis eccezionale

La partenza di Carlos Alcaraz è allucinante: lo spagnolo è una furia, spinge qualsiasi palla a partire dalla risposta, per lui le righe e la rete sembrano invisibili. Sinner riesce a tenere una percentuale di prime piuttosto alta, ma non c’è niente da fare.

2-0 Alcaraz, e due palle (non consecutive) per il doppio break, con Jannik costretto a sfoderare i suoi colpi migliori per bussare e provare ad entrare dentro la partita.

La tenacia e la fantasia di Sinner vengono premiate, annulla una palla break con un dritto anomalo stretto in avanzamento fin troppo bello per essere vero (questa tipologia di dritti potrebbero fare la differenza tra una bella carriera e una carriera da campione) e tiene il servizio.

Comincia dunque la partita ma quella vera, con Alcaraz costretto a scendere dalla nuvola tecnica e a confrontarsi sulla terra, colpo dopo colpo, col tennis solido dell’italiano.

Sinner prima ricuce sul due pari, poi però perde un brutto turno di servizio, quasi per distrazione, subendo tre punti consecutivi dal 30-15, ma anche in questo caso rimedia immediatamente: la partita c’è, 3 pari.

Jannik alla battuta trema e concede, nei primi quattro turni di servizio ne perde due, uno lo tiene annullando due palle break e un altro ai vantaggi, sempre sul filo del rasoio, ma adesso quello in apnea è il suo avversario, i primi minuti del match sono solo un brutto ricordo e il dritto del numero due del mondo sta cominciando a scricchiolare.

Si arriva al solito tie break (ben sette in sei precedenti nel circuito maggiore, 5-2 Alcaraz) senza particolari sussulti, e il livello improvvisamente e comprensibilmente si abbassa, con un Sinner concreto che si porta avanti sul *5-2 ma trema e perde entrambi i punti al servizio.

Lo spagnolo regala ancora e stavolta Jannik non si fa pregare: chiude gli occhi e fa partire dalle corde una risposta vincente di dritto che vale troppo: il tie break finisce 7 punti a 4 dopo un’ora e tredici minuti di ottimo tennis.

Secondo set: Sinner annulla cinque palle break in apertura, Alcaraz si arrende

Sinner parte meglio sull’onda dell’entusiasmo del tie break e strappa subito il servizio all’avversario in apertura grazie ad un game perfetto. Alcaraz arranca ma prova a rimanere aggrappato alla partita, in attesa che il dritto di Jannik si prenda una pausa. Ma le pause si superano con la tenacia e Sinner in piena trance agonistica annulla ben cinque palle break totali nell’arco di due turni di servizio, recuperando addirittura dallo 0-40 nel corso del quarto game. Il ritmo è molto alto e gli errori inevitabili, ma il numero uno d’Italia mette in campo una tranquillità forse mai vista nel corso della sua giovane carriera.

Il quarto game spezza definitivamente il match, e Sinner, nel pieno della miglior prestazione di dritto della vita, non si guarda più indietro.

Forse per la prima volta nella storia della loro rivalità uno dei due si arrende, Alcaraz non c’è più e e Sinner in pochi minuti chiude col punteggio di 6-1 (tre break totali nel set).

Jacopo Gadarco

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