Il ticking clock di Fognini e Kyrgios: chi rischia col ritorno al ranking tradizionale (e ringrazia le ultime modifiche)
13 tennisti hanno mantenuto la loro classifica in larga parte grazie a un solo risultato. Chi ha il paracadute (Fognini e Kyrgios), chi rischia di più (Dimitrov e Karatsev). I casi Federer e Nadal
- Torneo: Rio De Janeiro (300 punti)
- Incidenza sul suo punteggio ATP: 39%
- Torneo: Australian Open (720 punti)
- Incidenza sul suo punteggio ATP: 52,1%
- Torneo: Amburgo (500 punti)
- Incidenza sul suo punteggio ATP: 35,6%
- Torneo: Australian Open (360 punti)
- Incidenza sul suo punteggio ATP: 33%
- Torneo: US Open (720 punti)
- Incidenza sul suo punteggio ATP: 31,9%
- Torneo: Cincinnati (360 punti)
- Percentuale sul suo punteggio ATP: 31,2%
Gianluca Mager, N.101, 770 punti
Il secondo ligure di questa lista rappresenta un caso estremamente peculiare, visto che si tratta del solo giocatore il cui punteggio dipende da un torneo che molto probabilmente nel 2021 non si disputerà, vale a dire Rio de Janeiro. Il 500 brasiliano è stato rinviato a data da destinarsi, ma allo stesso tempo è un torneo complicato da piazzare in calendario, perché gli eventi sudamericani tendono ad essere compattati nello stesso periodo per facilitare gli spostamenti dei giocatori (infatti i quattro tornei nella zona tendono sostanzialmente a doppiarsi in termini di partecipanti, il meme dei due Spider-Man fatto tabellone). La situazione di Mager, quindi, è un po’ un ircocervo perché probabilmente i punti gli rimarranno ancora per un bel po’, ovvero fino al febbraio del 2022 (lo stesso periodo in cui inizierà a decadere la norma sul 50 percento dei punti, peraltro), ma, quando alla fine andranno difesi, lo dovranno essere in toto perché provenienti da un 500 esterno alla fascia marzo-agosto.
In ogni caso, molti ricorderanno come la finale raggiunta a sorpresa in Brasile (con tanto di vittoria su Thiem nei quarti) l’avesse catapultato un po’ a sorpresa nella Top 100 (da cui nelle ultime settimane è uscito e rientrato, assestandosi alla 101 questo lunedì), cosa che l’ha portato a giocare a un livello mediamente più alto rispetto a quello a cui era abituato; la sfida sarà di riuscire a confermarsi almeno sul rosso.
QUELLI SENZA PARACADUTE
Ecco invece i giocatori che alla prossima edizione dei tornei che hanno fatto le loro fortune potranno perdere la totalità o quasi dei loro punti:
1. Aslan Karatsev, N.44, 1382 punti
La più grande sorpresa Slam degli ultimi anni è ovviamente al sicuro per un po’, avendo ottenuto il punteggio (e l’assegno) che gli hanno cambiato la vita neanche un mese fa, ma il parametro scelto imponeva la sua inclusione. Aslan dovrà abituarsi a giocare tutte le settimane contro avversari di livello molto più alto rispetto alle sue precedenti abitudini, ma avrà 12 mesi per farlo con la sicurezza assoluta del ranking, e francamente è improbabile che la cosa lo preoccupi dopo una vita di stenti e postriboli.
2. Nikoloz Basilashvili, N.40, 1405 punti
Il georgiano è stato forse il peggior giocatore della Top 100 dalla ripresa, perdendo nove match su nove nella seconda parte del 2020 e tornando a vincere un paio di match in questo inizio di stagione solo contro giocatori fuori dai primi 250 (Arnaboldi e Celikbilek). Dotato di un tennis, come dire, un po’ intransigente, il bi-campione di Amburgo è stato arrestato per violenza domestica durante lo iato, ed è probabile che questo l’abbia influenzato non poco.
3. Tennys Sandgren, N.53, 1091 punti
Ricordiamo che il risultato dello statunitense allo scorso Australian Open è andato molto vicino ad essere una semifinale, visto che fu sconfitto solo al super tie-break da un Federer azzoppato. Da allora, nonostante qualche buona prestazione (come gli ottavi a Cincinnati e la maratona con Caruso agli Internazionali), il suo rendimento è stato decisamente altalenante, e la positività protratta al coronavirus non ha di sicuro aiutato – ricordiamo che Tennys ha fatto anche la quarantena dura a Melbourne. Detto questo, come Karatsev lo statunitense sarà sicuro del gruzzoletto per tutto il 2021.
4. Grigor Dimitrov, N.17, 2260 punti
Senza l’infortunio alla schiena patito contro Karatsev, è lecito pensare che il campione delle Finals del 2017 non sarebbe in questo elenco, perché avrebbe due semifinali Slam in poco più di un anno.
Dimitrov peraltro ha altri due grossi punteggi (360 punti all’Australian Open appena conclusosi e altrettanti a Bercy 2019), e questo ci fa capire quanto discontinuo sia il sibaritico Grisha – con tre piazzamenti di quel tipo il suo ranking dovrebbe essere sensibilmente più alto. Purtroppo, però, la sua dimensione sembra ormai essere stabilmente quella di un tennista capace di qualche prestazione importante ma senza la continuità per tornare in Top 10, l’habitat naturale di uno con quei mezzi.
5. Richard Gasquet, N.49, 1155 punti
A proposito di underachiever, il classe 1986 francese non sembra più in grado di trovare la condizione migliore, colpito com’è da innumerevoli problemi fisici. Nel suo caso, la protervia tattica (e forse anche un’abnegazione non straordinaria) l’hanno portato ad usurarsi più del dovuto, sempre annidato fra i teloni, e i mesi di pausa del circuito non sembrano averlo rinvigorito.