Marzo 2022: con un annuncio del tutto inatteso, la fresca campionessa dell’Australian Open Ashleigh Barty comunica il ritiro dal tennis. Ad appena 25 anni, lascia le scene da numero 1 del mondo. È la vigilia del torneo di Miami, e in cima alla classifica WTA subentra Iga Swiatek, reduce dal successo a Indian Wells.
Ci si chiede cosa potrà accadere senza la giocatrice capace di monopolizzare il vertice delle ultime tre stagioni. L’abbandono di Barty spiazza l’intero circuito femminile, al punto che perfino la sua erede Swiatek inizialmente fatica ad accettare il nuovo ruolo. In conferenza stampa, Iga dichiara: “Quando ho saputo del suo ritiro ho pianto per molto tempo. Di sicuro sarà qualcosa di speciale per me essere la n. 1, ma non mi sarei mai aspettata che accadesse in questo modo”.
A quasi due anni da quelle giornate, possiamo affermare senza dubbio che Swiatek ha dimostrato di essere una degna e autentica numero 1. Il suo primato si è mantenuto nel tempo grazie a tanti prestigiosi successi (Slam e Wta Finals inclusi), al punto che forse solo quando si gioca sull’erba non è la favorita d’obbligo.
Qualche dato: da quel marzo 2022, Iga non è stata al primo posto WTA solo per otto settimane (merito di Aryna Sabalenka) anche perché da Miami 2022 Swiatek viaggia con la media dell’87,5% di vittorie (126 vinte, 18 perse). Una percentuale che nel passato è appartenuta solo alle grandi campionesse.
Eppure nemmeno Iga è immune da critiche, specie nelle (rare) occasioni in cui perde. Lei che spesso riesce a dominare le avversarie, distribuendo con nonchalance i 6-0 e i 6-1, a volte sembra perdere le sicurezze, in particolare quando si trova di fronte giocatrici capaci di aggredire il suo servizio. Perché una cosa è certa: Iga è dotatissima, ma rispetto alla precedente numero 1 Barty, non dispone di una battuta altrettanto efficace.
Non è un caso che la bestia nera di Swiatek sia Jelena Ostapenko. Ostapenko è famosa per la capacità di sfornare vincenti a raffica nello scambio, però è dotata anche un’altra qualità meno pubblicizzata, ma altrettanto speciale: una risposta aggressiva di notevole livello (ne avevo parlato QUI).
Quattro partite, quattro sconfitte: Ostapenko è autentica kryptonite per Iga. Nei loro match una delle situazioni ricorrenti si verifica quando Swiatek è costretta alla seconda di servizio. Vale a dire: Iga serve il suo tipico “mezzo slice” (o in alternativa un “mezzo kick”) centrale e corto, su cui Ostapenko si avventa, ottenendo il vincente diretto oppure un tale dominio dello scambio da avere ormai ipotecato il punto. Più e più volte. Inevitabilmente la fragilità al servizio finisce per influenzare l’intero match, sia sul piano tecnico che mentale, come testimoniano i loro confronti diretti.
Dato che Swiatek è ancora molto giovane (è nata il 31 maggio 2001), viene spontaneo pensare che possa avere margini di miglioramento, rimediando a questo deficit. A oggi si faticano a intravedere progressi consolidati, ma proprio perché parliamo di una tennista di nemmeno 23 anni, è prematuro ritenerli impossibili. E poi la battuta è il colpo di inizio gioco, e quindi non è influenzato dalla qualità di palla avversaria. Si tratta dell’unico colpo che si può sviluppare in totale autonomia.
Premesso questo, cosa immaginare per il futuro? Direi che possiamo prospettare tre possibili scenari. Il tutto sempre tenendo presente che valutare questioni del genere “da fuori”, è sempre un atto azzardato (e anche parecchio presuntuoso).
SCENARIO 1
Scenario numero 1, il più ottimistico. Swiatek insieme al suo team riesce a migliorare sensibilmente il servizio, compiendo un salto di qualità decisivo. Del resto già oggi Iga è in grado di servire oltre i 180 km/h, solo che lo fa sporadicamente e con percentuali insufficienti. Ecco, se arrivasse a consolidare una classica battuta tesa, di potenza, il progresso sarebbe determinante.
E forse, sulla base di questo progresso, potrebbe aggiungere al repertorio una stabile seconda palla tesa (attorno ai 150-155 orari), che le permetterebbe di contare su qualcosa di diverso rispetto alla solita seconda lavorata che ho descritto prima. Perché a mio avviso sono due i principali problemi della sua attuale seconda: è spesso troppo corta e quasi sempre nella stessa direzione, indirizzata in una area generica al centro del rettangolo utile; una traiettoria che non condiziona le avversarie.
Mi si dirà che ho trascurato il servizio in kick, ma faccio fatica a pensare che, partendo dalla attuale condizione, Swiatek riesca a costruirsi un kick davvero in grado di fare la differenza. Anche perché si tratta di un colpo che richiede una speciale capacità di spingere con la schiena e una forza muscolare che appartiene più agli uomini che alle donne. Tra le prime del ranking attuale, forse solo Madison Keys si affida regolarmente alla battuta in kick per costruire il gioco.
a pagina 2: Il secondo e il terzo scenario