Più ritiri che ritorni, Circoscrizione Paire e il blues di Federer: Warning 1x15

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Più ritiri che ritorni, Circoscrizione Paire e il blues di Federer: Warning 1×15

Warning è la nostra newsletter, arriva ogni venerdì, questa è l’ultima edizione.

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1×15

Una newsletter che sostiene fortemente la vaccinazione per i giornalisti, però PRIMA QUELLI DEL TENNIS

Anche questa volta FEDERER avrà una sezione tutta per lui, questo malgrado i suoi sponsor non investono più su Ubitennis perché da un sondaggio interno a Warning pare che la Rummo tenga la cottura meglio di Barilla e i G-Shock siano più precisi dei Rolex, sicuramente meno pacchiani. Ad ogni modo vi diciamo solamente che abbiamo letto tanta di quella MELASSA a commento che invece di commentare lui ci verrebbe voglia di commentare chi ha scritto di LUI. E non è detto che non l’abbiamo fatto eh.

Ma intanto occupiamoci di tennis.

La settimana scorsa Rublev ha vinto un altro torneo, a Rotterdam, in finale ha battuto uno dei tennisti più sottostimati nel Tour, Marton Fucsovics, a cui piace giocare indossando una maglietta con una taglia di meno. La finale è stata bella e combattuta, alla fine ha vinto il russo perché oramai ha capito come vincere i tornei e le sfide equilibrate. Marton deve aver rosicato molto – è andato vicino alla vittoria – ma talmente tanto che poi al giovedì seguente, negli ottavi di finale in programma a Doha, quando ha realizzato che doveva giocare di nuovo contro Rublev ha preferito ritirarsi. Che deve fare veramente paura in questo periodo visto che non ha giocato neanche i quarti perché anche Gasquet si è ritirato ?

Infatti Richard Gasquet ha preferito non rovinare la striscia di vittorie consecutive del 2021, ha raggiunto quota 1 battendo Blaz Rola e ha deciso di prendersi un weekend per i festeggiamenti. Ricorderete che Richard, che quest’anno compirà 35 anni, si era ritirato dai tornei australiani per un problema fisico.

Ad ogni modo poi Rublev una partita l’ha fatta, ma contro uno straordinario Bautista Agut che al giovedì del torneo ha giocato contro Thiem uno dei match dell’anno. Ha vinto Roberto in due set contro Rublev, ma quella contro Thiem è stata una partita con un’intensità altissima nei tre set; hanno fatto quasi solo vincenti a riprova che al meglio dei tre set la qualità delle partite è più alta. Ma non se li è filati nessuno perché giovedì dopo aver visto Federer nessuno aveva più voglia di vedere tennis, nessuno dei fan sia chiaro, quindi è stato un peccato. Bautista giocherà in finale contro Basilashvili, che dopo aver battuto Federer non se l’è sentita di perdere contro Fritz. Ci sta.

Intanto a Dubai Garbine Muguruza ha battuto di nuovo Sabalenka e poi pure Mertens, raggiunge la terza finale dell’anno nella quale affronterà Barbora Krejcikova, numero 63 del ranking WTA e che, lo ammettiamo senza problemi, abbiamo imparato a conoscere in questi giorni. Giocava Federer dai, avevamo l’autocertificazione. Insomma negli Emirati sembra tutto apparecchiato per il primo trofeo dell’anno per Garbine, eh sì perché le altre due finali le ha perse.

Come previsto, Djokovic è arrivato quota 311 settimane da numero 1 del ranking, ha tolto un altro record a Roger Federer e si tratta di una statistica che conta parecchio, perché vincere uno Slam ogni tanto va bene ma per stare su in cima bisogna vincere con continuità e quindi non ci si possono permettere troppe pause né giocare poco. Una roba stressante insomma, noi saremmo per vincere uno Slam ogni tanto.

Altri graditi ritorni
Grande settimana di ritorni per i tennisti francesi. Dopo Gasquet, ha vinto una partita anche Jo-Wilfried Tsonga, che nel tabellone di Marsiglia nella sezione Over 35 ha battuto Feliciano Lopez. Addirittura, sempre a Marsiglia ha vinto un match anche Lucas Pouille. Grandissimo lavoro del direttore del torneo in sede di sorteggio  ?

E ora tocca ai ritiri
A Dubai non giocherà Matteo Berrettini, che ancora non è guarito dal problema agli addominali. D’altronde la differenza ad alto livello è questa: con un problema agli addominali c’è chi si ritira e chi vince gli Slam. SI SCHERZA. Non giocheranno neanche Nick Kyrgios e Gael Monfils negli Emirati, crediamo che la motivazione sia “non gli va”. Mentre la schiena impedirà a Rafa Nadal di essere a Dubai, si stava allenando sul cemento, chissà se andrà a Miami. Fossimo in lui torneremmo a Monte-Carlo ma potrebbe anche venire in Sardegna, ricordiamo che Binaghi è da sempre uno dei suoi tifosi, da sempre insomma: da quando Federer non venne a Roma.


UNA BUONA SETTIMANA

Al venerdì ritroviamo in campo Elisabetta Cocciaretto, una che una settimana fa stava giocando le qualificazioni a Gadalajara e che, questa notte alle ore 2, sfiderà Eugenie Bouchard per un posto in finale. Cocciaretto è la classica tennista italiana tutta corsa e grinta, un tipo di giocatrice che potremmo quasi brevettare e che ciclicamente torna in auge nella nostra schiera di tenniste. Ha avuto il merito di battere la numero 1 del torneo, Nadia Podoroska. Poi ha dominato Davis nei quarti, vediamo che combinerà.

A Dubai invece Martina Trevisan ha perso nelle qualificazioni, poi Azarenka si è ritirata e quindi Trevisan è entrata in tabellone, addirittura al secondo turno. Però ha perso contro Garcia e quindi non prende neanche i punti del primo turno.

In Cile hanno giocato Mager, Caruso e Cecchinato: hanno perso tutti e tre al primo turno. Mager ha lottato per tre ore contro Coria, non capiamo perché con il gioco che ha – leggi gran servizio – non ha preferito giocare indoor, Cecchinato ha perso contro Bagnis mentre Caruso si è fatto battere da Carballes-Baena. Insomma.

Sonego è andato a Doha e ha perso subito, per la seconda volta di fila al primo turno. Lo ha fatto contro Taylor Fritz che, diciamolo, è più forte di Sonego. Ha più tennis, ha colpi migliori, che non vuol dire che Sonego non possa batterlo, ma il Sonego di questo periodo non è niente di speciale, un onesto giocatore da top 100. Altro che ATP Finals.

E poi c’è Jannik, che a Marsiglia ha rischiato di perdere al primo turno contro Barrere, un giocatore francese di dimensione Challenger, giocando male per quasi tre ore e servendo anche peggio. Però è riuscito a vincerla, quando uno è bravo, eh? Al secondo turno ha giocato contro Gaston, quello che aveva fatto impazzire Wawrinka al Roland Garros, e lo ha demolito, però non letteralmente, Gaston era integro a fine gara. Nei quarti di finale poi ha beccato Daniil Medvedev, che essendo il numero due del mondo si è impegnato diremmo al 50, 60% circa per battere facilmente Jannik per 6-2 6-4. Tutto normale, se avete qualche problema con questo risultato allora veramente buttatevi sul padel.


WOLVERINE BLUES

Ok, e ora che Federer ha giocato?

Allora è andata come sapevamo un po’ tutti, ingresso dal tunnel, mano alzata, ovazione, bravo Roger a non piangere subito lui che ha la lacrima facile. La partita con Evans? Era Evans, uno che ha giocato 20 set di allenamento con Roger e crediamo che non ne abbia vinto neanche uno. Però il britannico a momenti vince, perché ha avuto due palle break per andare avanti nel set decisivo. Poi Roger nel momento chiave ha fatto Roger.

Si ma come sta Roger?
Eh, è invecchiato. Ci ha dato proprio quell’impressione, forse il fatto di non averlo visto per un anno ci ha fatto apparire più chiara questa visione: il tanto amato Roger s’è fatto vecchio. Ma non è di certo per come ha giocato, lo sapevamo che avrebbe fatto le solite cose, Federer è uno che se tira un dritto da fermo al centro del campo ti lascia a tre metri dalla palla anche da over 55, è che poi a fine gara era stanco, ed era solo al primo turno. Il suo tennis era il solito e le tante stecche erano solo dovute alla tensione, perché giocare il torneo e allenarsi sono cose diverse sia se giochi al circolo locale che nel Tour dei campioni. Le palle scentrate saranno presto un ricordo, tutto il resto no. Comunque Evans è uno che fa giocare, ti dà tempo, il che non vuol dire che non sia forte ma significa che lascia spesso il pallino del gioco in mano all’avversario, e a Roger questo piace.

Infatti poi è arrivato un fabbro del tennis quale Basilashvili che si è messo a testa bassa a menare la palla con la racchetta con molta cattiveria. Lui non è un fenomeno eh, è uno che negli ultimi mesi ha fatto più notizia per l’arresto per violenza domestica che per risultati di tennis. E contro Basilashvili a Roger è successa una cosa che capita sovente, e cioè che la seconda partita dopo tanto tempo di inattività si gioca peggio rispetto alla prima.

Il match è stato anche brutto, Federer ha fatto i soliti punti facili, tutti guardano come sta il suo rovescio manco fosse il dritto di Edberg (o il rovescio di Berrettini, se preferite) quando invece è col dritto che continua a fare punti facili, solo che Roger è durato un set. Perché, come dirà poi, Federer si è svegliato coi dolori di chi ha fatto un grande sforzo fisico. Sta di fatto che dopo aver vinto il primo set facilmente ha perso per 6-1 il secondo – e Roger erano sette anni che non perdeva un set per 6-1 – e nel terzo ha giocato senza mai dare l’impressione di vincere. Ha salvato numerose palle break ma poi, quasi non si sa come, è arrivato a matchpoint. Solo che Nikoloz non ha fatto una piega neanche in quel frangente, ha annullato bene la palla match e poi ha chiuso per 7-5.

La conferenza stampa di Federer è stata tutta incentrata sula sua condizione fisica com’è normale che sia ma questo significa anche che se siamo a chiedergli come si sente quando si alza la mattina dopo tre set contro Evans allora… Comunque non giocherà a Dubai, neanche a Miami, tornerà sulla terra battuta crediamo. Per carità, siamo fiduciosi che giocherà meglio rispetto a quanto visto in questa settimana, ma non crediamo neanche che sarà realmente competitivo nei tornei importanti. Cioè, voi ce lo vedete a fare 7 partite al meglio dei cinque set a Wimbledon? Contro Djokovic e compagnia bella poi, noi no. Ma magari ci sbagliamo eh, sono solo impressioni. Non vorremmo però che la gente si approfittasse di lui, la conoscete quella massima che recita quando l’albero è a terra sono buoni tutti a fare legna?

Ecco, ci siamo capiti.

Chiudiamo lo spazio Federer con un po’ di rassegna, che i giornalisti (lo siamo anche noi eh, nel senso che la gabella all’ordine più inutile dell’universo comunque la paghiamo anche con i musei chiusi) hanno rispolverato le stilografiche per vergare in una sorta di competizione magna il pezzo più bello su Federer.

Su Supertennis un articolo post Evans recita “non ha mai tirato di rovescio come oggi”. A pezzo online si sono accorti che stavano guardando gli Australian Open del 2017; Clerici invece scrive che “Di qui a chiamare eroica la sua performance ce ne passa”. La parola eroe oramai non vuol dire più niente, è svuotata di significato, oramai chiunque faccia l’infermiere o il professore o il tennista, e cioè il proprio lavoro, può diventare eroe. Lo diceva pure David Bowie, no? Però il vincitore è Gabriele Romagnoli, lo scrittore, che ha fiutato lettori in ansia da paroloni e ha fatto letteralmente strage di colleghi.  “Lì, su quel confine, su un campo da tennis in Qatar o in ospedale in Brianza, vanno dimostrate sapienza e determinazione”, ehm insomma. “Il timore che non tornasse più è diventato metafora della nostra preoccupazione: non riavere la vita come la conoscevamo”, sì guarda, era proprio in cima ai nostri pensieri considerato che stiamo rientrando in lockdown. “Nella proiezione mitologica che l’eroe sportivo accende..”, eccolo qui anche lui, eroe, però ha aggiunto sportivo (che per noi è un’aggravante).


Benoit Paire – ATP Santiago 2021 (foto via Twitter @chile_open)

CIRCOSCRIZIONE BENOIT PAIRE

A Santiago, in Cile, Benoit Paire ha perso malamente al primo turno contro Rune, un norvegese di 17 anni. Allora la gente ha cominciato con la solita rottura di scatole e lui ha scritto un bel post spiegando per l’ennesima volta la sua visione di vita ?

“Il circuito ATP è diventato noioso e ridicolo. So che ora comincerete con la solfa che non mi rendo conto di quanto sono fortunato e via dicendo ma giocare in stadi senza pubblico e quindi senza atmosfera non è il motivo per il quale gioco a tennis. Stare in hotel e poi andare al circolo sapendo che in caso di qualche uscita sarò squalificato o multato, così il tennis per me è diventata una cosa senza gusto, ci vorrà tempo per farmi piacere questo pseudo-circuito ATP, cercherò di adattarmi e ritrovare la voglia di giocare. Andrò a Miami ed Acapulco con l’unico scopo di sorridere quando colpirò la pallina, senza pensare ai risultati”. 

Ne abbiamo parlato con un amico di Warning, un sostenitore della prima ora con il quale abbiamo una comunità di vedute che un giorno ci porterà girare il centro America in bicicletta aspettando l’ora della birra.

Una cosa che deve essere molto chiara a chi segue lo sport è che gli atleti non gli devono di niente. Loro giocano solo per sé stessi, non per i tornei, non per gli spettatori, non per le televisioni.  E invece stanno tutti sempre là a criticare, sempre. È un ragionamento malvagio: io pago e allora tu ti comporti come dico io“.

NOI SOTTOSCRIVIAMO COL SANGUE


Quindici numeri, e tutti fatti sensa ansia, mica siamo come la fisioterapista di Garbine Muguruza, Adriana Forti, che non regge la pressione mentre gioca la spagnola.

Ci sentiamo venerdì, commenteremo il torneo maschile di Dubai fra le altre cose: non ci saranno né Djokovic, né Nadal né Federer: sarà (un torneo) bellissimo (semi cit.).

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