Roland Garros: giornata no per Sonego, Harris lo travolge in tre

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Roland Garros: giornata no per Sonego, Harris lo travolge in tre

Lorenzo commette troppi errori per riuscire a buttarla nella lotta. Il sudafricano finisce in crescendo e realizza una delle sorprese di giornata

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Lorenzo Sonego - ATP Roma 2021 (ph. Giampiero Sposito)
 

L. Harris b. [26] L. Sonego 7-5 6-4 6-4

È forse imputabile alla recente, indimenticabile sbornia romana il drastico calo che ha sorpreso noi tutti e Lorenzo Sonego nel giorno del suo esordio al Roland Garros. Non potendo in alcun modo essere certi della correlazione tra i due eventi, occorre allora aggrapparsi all’evidenza dei fatti: la spia della riserva si è accesa, luminosa. Probabilmente la causa dell’insospettabile débâcle sarà da ricercare nella presumibile, ancorché non prevedibile, stanchezza mentale più che in una criticità fisica, o forse in una semplice giornata storta, ché capita anche ai meno inclini alle lune. Peraltro dall’altra parte del net c’era un avversario, Lloyd Harris, che da qualche mese sta veleggiando su un tappeto magico tenuto in aria dalla fiducia e che oggi ha giocato bene. Certo, non ci si aspettava un tale rovescio, ma tant’è.

Non se lo aspettavano i famigerati addetti ai lavori invisi a Naomi Osaka, e tanto meno se lo attendevano gli allibratori, di solito propensi a prenderci per la natura del loro ufficio. Le quote uscite nella serata di ieri garantivano a Lorenzo Sonego un comodo accesso al secondo round, dove invece approderà il sudafricano, ora atteso al varco da un altro collega in fiducia come Cameron Norrie. Non ha funzionato nulla nella partita oggi consegnata ai libri, e il primo ad averlo capito, in tempo reale, è stato proprio Lorenzo Sonego. Nonostante il pubblico di nuovo tornato a far chiasso sulle tribune i microfoni hanno restituito forti e chiari i pareri del protagonista in grave difficoltà; spaccati di pensiero utili a dipingere mano a mano a un quadro di giornata a tinte piuttosto fosche. “Per favore, spingi” – l’educazione delle persone perbene si vede anche nei caratteristici soliloqui -, “sei un pollo“, e via via salendo di tenore fino a travalicare il confine dell’onomatopeico nei disperati tentativi di auto-incitamento giunti quando il timer stava per suonare la sua ora.

Di equilibrato, il match ha avuto solo l’avvio, segmento in cui Harris, purtroppo per il Nostro, ha concentrato gran parte degli errori non forzati del suo pomeriggio pur riuscendo a lucrare un break di vantaggio, peraltro subito restituito. La svolta però non sarebbe tardata ad arrivare, sfavorevole al semifinalista degli Internazionali. Un dritto infossato, una palla corta mal congeniata e il buon Lloyd è stato spedito a servire per la prima frazione, di lì a poco chiusa alla terza occasione utile. Dritto e palla corta, simboli e sintomi di una giornataccia da cancellare. Aggiungiamo un servizio, vistosamente contumace: prime, poche e poco fastidiose; seconde, molte e assai attaccabili.

Vinto il primo set Harris si è rasserenato, ha servito bene e giocato meglio i punti pesanti fomentato da un dritto tirato a lustro. Sonego ha corso e lottato come al solito, ma la sua difesa stavolta è rimasta tale, orfana del contrattacco e quindi inutilmente faticosa. Spesso visto troppo vicino ai teloni, Lorenzo ha pagato ancora dazio con un drittaccio lungo nel settimo gioco del secondo, per offrire una nuova palla break stavolta capitalizzata da Harris con lo sventaglione.

Non si sono intravisti i presupposti per una rimonta da ricordare nel consuntivo di fine anno. L’estremo tentativo di ribellione, segnalato da un atteggiamento al solito gladiatorio, si è infranto nel quinto gioco del set decisivo, con un nuovo break di Harris che ha di fatto chiuso la partita. Sonego ha provato a sondare il potenziale braccino del rivale costringendolo a servire per il set dopo aver annullato quattro match point nel gioco numero nove, ma quello ormai di dubbi ne aveva pochini, come bene testimoniano gli zero punti concessi negli ultimi tre turni trascorsi in battuta. Sonego analizzerà, metabolizzerà, e la spia della riserva sarà spenta quando sarà tempo della stagione sui prati. Può essere che, dispiacere a parte per essere riuscito a difendere gli ottavi dell’edizione 2020, una pausa di un paio di settimane a questo punto possa rivelarsi davvero salvifica.

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