Camila, magia ritrovata (Bertellino). «E' proprio un'altra Giorgi, può valere le prime dieci» (Mastroluca). I quarant'anni di Federer e la decisione più difficile (Bertolucci)

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Camila, magia ritrovata (Bertellino). «E’ proprio un’altra Giorgi, può valere le prime dieci» (Mastroluca). I quarant’anni di Federer e la decisione più difficile (Bertolucci)

La rassegna stampa di domenica 15 agosto 2021

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Camila, magia ritrovata (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Forse stiamo applaudendo la miglior Camila Giorgi di sempre. Alle soglie dei 30 anni, mostra una nuova maturità e consapevolezza. La miglior Giorgi dal punto di vista tecnico e tattico. Nel WTA 1000 di Montreal è approdata nella notte tra venerdì e ieri alla quarta affermazione consecutiva, lasciando al palo la 17enne Coco Gauff, n° 24 WTA e 15° testa di serie 6-4 7-5. Per Camila la prima semifinale in un Wta 1000 (giocata nella notte) contro l’altra americana, Jessica Pegula, a segno in rimonta 1-6 7-6 6-0 sulla tunisina Jabeur. La 29enne azzurra, che non vince un torneo da Linz 2018, non è mai stata così costante nel rendimento. Come se qualcosa sia scattato col torneo olimpico dl Tokyo, dov’è uscita solo ai quarti. E fino a ieri notte non aveva ceduto un solo set. Contro la Gauff ha saputo superare momenti delicati come lo 0-3 nel secondo set dopo aver vinto il primo al decimo gioco. Una seconda frazione chiusa al tie break con sei punti consecutivi messi in bacheca dall’1-2: «Sono molto contenta, ho giocato un ottimo tennis – ha commentato a fine match- questa settimana sono state tutte partite difficili anche se non ho perso nemmeno un set». La prima finalista è Karolina Pliskova, che ha fermato 6-3 6-4 Aryna Sabalenka sfruttando i molti errori gratuiti della potente bielorussa, n. 3 al mondo. Dopo i dubbi espressi da Roger Federer, arrivano altre notizie poco rassicuranti per i dominatori in infermeria. Pare che i risultati dei test cui si sta sottoponendo Rafael Nadal (tornato in Spagna) per i problemi cronici al piede sinistro non siano positivi. Anche per lui prende forma un possibile forfait agli US Open e forse anche più lungo. Intensifica gli allenamenti invece Juan Martin Del Potro a Miami, tali da poter immaginare un suo prossimo rientro. […]

«E’ proprio un’altra Giorgi, può valere le prime dieci» (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Dalla notte dei rimpianti del Foro italico al sogno americano di Camila Giorgi son passati tre mesi. Eppure, è cambiato tutto. Dal torneo olimpico di Tokyo la n. 1 azzurra, scivolata oltre le prime 70 giocatrici del mondo, ha preso velocità. «E’ centrata e ha le idee molto più chiare su dove portare il gioco» ci spiega Tathiana Garbin, capitano della nazionale italiana di Billie Jean King Cup, l’ex Fed Cup, che ha condiviso con lei anche l’esperienza ai Giochi.

Cosa ha visto di diverso dal torneo olimpico ad oggi?

Semplicemente, lei ci teneva a Tokyo a vincere la medaglia. E’ rimasta un po’ male per la sconfitta nei quarti, ma ha giocato un ottimo torneo in cui ha battuto giocatrici di alto valore. Poi conoscere l’atmosfera che c’era alle Olimpiadi penso che le sia servito molto. A Tokyo è stata veramente bene, ci siamo godute queste Olimpiadi, respirando il valore dell’evento e i valori che hanno gli sportivi. La condivisione degli spazi comuni è stato magari l’aspetto più difficile, ma è servito a tutte. Per un atleta, almeno per quanto mi riguarda, partecipare alle Olimpiadi rappresenta l’essenza dello sport. Trasferire questa passione è molto importante.

Nelle ultime settimane, da Tokyo a Montreal, Giorgi ha battuto quattro avversarie comprese tra le prime venti del mondo. Eppure questa settimana il suo ranking recita n. 71. Qual è il suo livello?

lo glielo dico sempre, per me può essere una Top 10 e vincere titoli dello Slam. Ha dimostrato che può giocarsela con tutte, e non solo negli ultimi tornei. Sono convinta che non abbia ancora espresso il suo tennis migliore, anche se quello che ha fatto vedere nelle ultime settimane ha rasentato la perfezione. Le è mancata soprattutto la continuità di risultati e anche la continuità fisica, la possibilità di stare bene e incrementare la condizione di torneo in torneo.

E’ solo un’impressione, o in queste settimane si vede da parte di Giorgi un modo diverso di giocare?

Non è un’impressione. Lo si vede anche come struttura i primi due colpi, ha sempre un’idea di quello che deve fare e in questo modo giocare le viene anche più facile.

E’ sembrata anche più distesa. Molti si sono stupiti, ad esempio, nel sentire parlare fluentemente in francese. Ma com’è Camila fuori dal campo?

Si, lei parla bene francese. Se la conosci bene, lei è tranquilla, è una loquace. E’ una ragazza a cui piace anche stare in compagnia. In Fed Cup e nelle altre competizioni in cui abbiamo avuto modo di stare insieme, Camila è sempre stata bene con il gruppo. Inoltre il gruppo è unito, si fanno i complimenti l’una con l’altra quando vincono. Anche questo mi permette di avere una squadra sempre presente nelle competizioni internazionali, e la Federazione è parte integrante di questo valore. Ricordo quando dovevamo giocare in Romania, e Camila non poté venire a causa del Covid, la sentivo tutti i giorni. Era dispiaciutissima.

I quarant’anni di Federer e la decisione più difficile (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Un giocatore di tennis, di solito, festeggia i quarant’anni con l’animo da pensionato, con lo sguardo rivolto verso la crescita della prole e con in testa alcune idee per il futuro. Quel malandrino di Roger Federer invece non finisce di stupirci e, pur con i dubbi accresciuti negli ultimi giorni, tiene accesa la speranza di calcare ancora i campi. In cuor suo certamente sperava, dopo I due interventi al ginocchio eseguiti nel 2020, di riuscire a fare meglio tornando a essere almeno competitivo. Si è ripresentato invece sui campi senza trovare particolari acuti e, sempre alle prese con nuovi fastidi fisici e con le ripetute bizze dell’arto operato che non gli hanno concesso tregua, ha partecipato solo a 5 tornei disputando 13 partite. In virtù di questi numeri crescono inevitabilmente giorno dopo giorno i dubbi sul suo futuro. I fantasmi del ritiro sono dietro l’angolo anche per un fenomeno come lo svizzero, che dal canto suo fatica ad arrendersi e ad accettare il verdetto della propria carta d’identità. II giorno del “no mas” è sempre più vicino ma sappiamo che la scelta di quella data è, da sempre, per molti atleti l’ostacolo più difficile da superare o almeno accettare. Con un filo di voce Roger dice dI aver bisogno di tempo, di essere diventato paziente e aver imparato a convivere con il dolore, ma neppure un campione come lui possiede la bacchetta magica per fermarlo. Conosco Roger da una vita e in qualche rarissima occasione ho osato criticarlo per qualche banale errore, ma non mi ha mai deluso per le scelte prese fuori dal campo e sono certo sarà così anche questa volta.

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