Come ci si sente a un passo dall’immortalità del tennis? Hanno provato a chiederlo i giornalisti presenti in conferenza stampa a Novak Djokovic dopo la sua vittoria in cinque set su Sascha Zverev, consapevoli che l’asso serbo ultimamente non gradisce più di tanto le domande a tema Grande Slam. “So che vi piace parlare della storia e della leggenda. Sono consapevole che sono vicino a qualcosa di molto grande, ma ora penso solo a gestire al meglio il day-off. Ho la mia routine, ho le persone che mi seguono. Mi isolerò e radunerò tutta l’energia necessaria per la finale, che giocherò come se fosse l’ultimo match della mia carriera – dice Djokovic, ripetendo le parole dette nell’intervista in campo dopo la vittoria su Zverev – Non so se è la partita più importante della mia carriera, sicuramente lo è relativamente a questa stagione”.
A Nole ricordano che anche Serena Williams, nel 2015, si rifiutò di rispondere a domande sul Grande Slam, ma già da inizio torneo. “Non è che mi dispiaccia rispondere alle vostre domande – chiarisce il fenomeno serbo -, il punto è che non ho niente in più da dire rispetto a quanto ho già affermato in merito. Ricordo che quell’anno parlai con Serena, ricordo quanto fosse tesa e ora capisco quello che provava. Ognuno ha il suo modo di vivere le cose e gestire le situazioni. Nel caso, ne parleremo dopo la finale. Ora penso solo a prepararmi bene e a rispettare il mio prossimo avversario”.
Djokovic ha analizzato così la vittoria in semifinale: “Questa è stata sicuramente la battaglia più dura di questo torneo. Sapevo che sarebbe stato così, Zverev arrivava in grande forma dopo aver vinto Olimpiade e Cincinnati. Ha iniziato molto bene e, anche se è stato un primo set equilibrato, alla fine lo ha vinto lui. Ma come è successo tutte le altre volte in questo torneo, poi ho iniziato a giocare molto bene”. Quale è stato il momento chiave della partita? “Vincere il terzo set, verso la sua conclusione ci sono stati due-tre scambi molto lunghi… Poi però ho perso un momento la concentrazione nel quarto set e lui ha fatto il break. Quando Zverev ci riesce, nella maggior parte dei casi il set è andato, visto come serve. Ma poi sono riuscito a vincere lo stesso. Anche se probabilmente avrei potuto fare meglio”, è la riflessione del serbo.
Probabilmente non è stata la sua prestazione più continua, ma ha vinto lo stesso, giocando meglio nei momenti decisivi. “Questa è un’abilità che si sviluppa col tempo – conferma Novak -. Probabilmente tutti i grandi match che ho vinto hanno contribuito a costruire intorno a me l’aura di un giocatore che non muore mai, specie negli Slam. Tutti gli avversari con cui gioco sanno che fino all’ultimo colpo le cose possono cambiare. E ne sono felice”, è la chiosa caustica dell’asso di Belgrado.
Daniil Medvedev è l’uomo che proverà a fare l’ultimo sgambetto a Djokovic: tutti hanno in mente la finale dell’Australian Open 2021, dominata da Nole. “Ma quell’esperienza lo ha sicuramente reso più forte – dice il serbo –. Anche lui è in grande forma, quest’anno ha vinto molte partite sul cemento e farà di tutto per prendersi il primo Slam. Sono consapevole di quello che mi aspetta. Ora mi concentro sul recuperare le energie e sul ricalibrare le emozioni verso domenica. Eviterò qualsiasi tipo di distrazione e tutto ciò che può togliermi energia vitale”. Perché, dice Novak, “Kobe Bryant quando in un’occasione con i Lakers salì sul 3-1 nelle finali NBA disse: perché dovrei essere felice? Il lavoro non è ancora finito. Ecco, è così anche per me. C’è ancora una partita da vincere”.