Non accennano a placarsi le polemiche sul caos biglietti che sono esplose venerdì sera all’annuncio da parte del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) che non sarebbe stata garantita la deroga alle Nitto ATP Finals di Torino per avere una presenza di pubblico superiore al 60% della capienza, come le normative anti-COVID vigenti impongono per gli eventi indoor.
Dopo l’annuncio i social media e i mezzi di informazione, tra cui anche Ubitennis, sono stati inondati di testimonianze da parte di appassionati che avevano acquistato i biglietti per il torneo con molti mesi d’anticipo e si sono visti comunicare che i loro tagliandi non sarebbero più stati validi e che avrebbero ricevuto un rimborso alla fine del torneo. Il rimborso però avrebbe coperto solamente quanto speso per l’acquisto dei biglietti, ma non tutte le altre spese accessorie quali voli, treni, notti in albergo e quant’altro che gli appassionati provenienti da fuori Torino avevano già prenotato in previsione della trasferta alle Nitto ATP Finals.
La Federazione Italiana Tennis (FIT), che insieme con l’ATP è l’organizzatrice della manifestazione, aveva fatto sapere di essere molto delusa dal comportamento del Governo, il quale a lor dire nelle settimane precedenti all’inizio del torneo aveva “fatto intendere” che sarebbe stata concessa una deroga per permettere l’occupazione del 75% dei posti disponibili. Quindi la FIT si è trovata letteralmente dalla sera alla mattina con più possessori di biglietti di quanti avrebbero potuto entrare al Pala Alpitour, e di conseguenza ha dovuto scegliere chi stava dentro e chi stava fuori.
Il criterio di scelta avrebbe dovuto essere quello cronologico, stando a quanto comunicato venerdì subito dopo la decisione del CTS: coloro che avevano comprato i biglietti più tardi sarebbero stati i primi ad essere lasciati a bocca asciutta. Ma se si vuol credere alle testimonianze che a centinaia sono apparse online nei vari forum o gruppi social specializzati (alcuni dei quali anche creati appositamente), non sembra che questo sia stato il criterio osservato, dal momento che appassionati che avevano acquistato il biglietto a novembre scorso hanno riportato di essersi visto negare l’ingresso quando invece l’ingresso è stato concesso a chi ha comprato i biglietti mesi dopo.
Nella giornata di lunedì il presidente federale Angelo Binaghi ha tenuto una conferenza stampa a Torino per spiegare quanto successo con la questione biglietti. La conferenza stampa era ad inviti e Ubitennis non era tra le testate invitate. Abbiamo interpellato i colleghi che erano presenti e ci è stato riferito che Binaghi si è scagliato in maniera molto violenta contro il CTS, che è stato apostrofato come “presuntuoso e ignorante, oltre che arrogante”. “Presuntuoso perché presume di sapere cose che non sa, e ignorante perché è ignorante nella materia sulla quale deve governare”.
“Abbiamo perso la partita con il CTS – ha detto il Presidente FIT – Non abbiamo avuto la possibilità del confronto nel quale avremmo voluto spiegare i motivi della deroga del 3% richiesta da noi. Stiamo parlando di 500-600 posti. Avremmo voluto accontentare tutti e invece ci è stato detto di no”.
Altra cosa grave, sempre secondo Binaghi, è che la decisione è stata comunicata il giorno prima, quando per diverso tempo era stato “fatto intendere” e tutti i media avevano ampiamente riportato che ci sarebbe stata una deroga al 75%. Binaghi, da ingegnere qual è – ha sottolineato lui questa sua qualifica professionale – ha detto che avrebbe dovuto parlare delle analisi fluidodinamiche che dimostrano come l’aumento del 3% della capienza autorizzata avrebbe potuto essere concessa mantenendo l’impianto in sicurezza, ma il CTS riceve solamente grandi istituzioni, ed evidentemente la FIT non è considerata tale per cui è stata fatta questa “figuraccia mondiale”.
Per quel che riguarda il la questione della scelta dei biglietti da confermare e di quelli da rimborsare, è stato detto che il 60% è stato calcolato settore per settore, per cui se un consumatore aveva acquistato un biglietto in un settore che si è riempito molto velocemente, è possibile che il suo posto non sia stato confermato anche se l’acquisto fosse avvenuto lo scorso anno.
“Noi vendiamo i tagliandi molto tempo prima, ma diciamo ai consumatori che ci sono delle clausole, che la capacità può variare anche all’ultimo minuto. Se qualcuno ci vuole fare causa, che ci faccia causa. Le vinceremo tutte” ha chiuso poi Binaghi.
Infine per quel che concerne le presenze in tribuna domenica sera del match di Berrettini, quando sembrava davvero che gli spalti fossero pieni, è stato detto che “ci si è industriati, facendo i conti, perché tutti i membri dello staff dell’impianto, la stampa, la FIT, l’ATP, etc.. non vengono contati nel 60%”. È stato quindi sostenuto che le persone in eccesso al 60% concesso erano solamente membri dello staff che volevano vedere la partita di Berrettini a cui è stato concesso andarsi a sedere in tribuna. Ma la cosa non verrà ripetuta visto la risposta del CTS.
Queste le parole di Binaghi come portavoce dell’organizzazione. Ognuno può pensare ciò che crede, ma attaccare in questo modo il CTS difficilmente porterà a qualche buon risultato anche in futuro, soprattutto perché è poi stato detto che se il tennis viene trattato così si sarebbe dovuto usare lo stesso metro di giudizio anche per i cinema, per il calcio e per tutti gli altri spettacoli. Quegli spettacoli che sono rimasti chiusi mesi e mesi mentre la FIT aumentava i tesserati a dismisura forte dello status di “sport distanziato e sicuro”. Chi voleva giocare doveva dimostrare di essere agonista, e la tessera agonista costa di più di quella non agonista. Per prenotare e giocare a Padel sono tantissimi quelli che si tesserati.
Certo il CTS avrebbe potuto sentire le ragioni della FIT e far spiegare il loro piano, ma ciò avrebbe significato dover ascoltare i piani individuali di tutti gli organizzatori di concerti, di tutte le squadre di pallavolo e pallacanestro, di tutti i promotori di eventi sportivi e non, etc… Si sarebbe probabilmente aperto un vaso di Pandora difficile da controllare.
È certamente vero che alcune delle motivazioni addotte dal CTS per la loro decisione non sono troppo pertinenti: è stato detto che il 75% di capienza avrebbe creato delle situazioni molto affollate sui mezzi pubblici. Ma il pubblico del tennis non è lo stesso pubblico delle partite di calcio, le modalità con le quali si sposta sono diverse. Ma forse non è realistico pensare che si possa considerare ogni situazione individualmente.
In relazione alla questione dei biglietti forzatamente rimborsati, la versione fornita dalla FIT non pare eccessivamente verosimile, ma non si potrà mai avere la controprova, visto che in una situazione del genere una totale trasparenza sarà sempre molto difficile da ottenere. Si sarebbero potuti fare degli spostamenti di settore: non credo nessuno avrebbe protestato per un ‘upgrade’, ma rimane da vedere effettivamente con quale tipo di situazione ci si dovesse confrontare. In fin dei conti, bisogna decidere se ci si fida della FIT oppure no, e considerando il loro track record, potrebbe non essere una domanda con troppe risposte affermative.
Infine la questione degli spalti pieni durante il match di Berrettini: la spiegazione appare fantasiosa nella migliore delle ipotesi. Se qualcuno fosse andato al bar durante la partita avrebbe trovato qualcuno oppure erano tutti sugli spalti a tifare per Matteo? Quanto ‘staff’ c’è esattamente nel Pala Alpitour? Ma probabilmente a queste domande non avremo mai risposta.