I quattro Slam sono da qualche anno a questa parte universalmente riconosciuti come gli eventi più importanti della stagione tennistica, nonché come il primo parametro per la valutazione della carriera di un giocatore. Persino nel dibattito sul fantomatico GOAT (vale a dire, il miglior giocatore di tutti i tempi) il numero di Slam vinti è citato sempre in maniera piuttosto altisonante. Se il rendimento in questi quattro tornei – da solo – viene preso come unità di misura di intere carriere, va da sé che lo stesso ragionamento dovrebbe essere valido per tracciare un bilancio dell’annata di un tennista. Come vedremo, questo non è sempre vero, ma chiaramente, anche solo per la quantità di punti messi in palio, si tratta di dati decisamente interessanti.
Eviteremo la domanda retorica “Chi ha fatto meglio quest’anno?”, perché anche il più distratto lettore di Ubitennis o il più tiepido appassionato non può non sapere che Novak Djokovic è arrivato a un passo dal completare il Grande Slam, vale a dire la vittoria nello stesso anno solare di tutti e quattro i tornei più prestigiosi. Dopo aver vinto Australian Open, Roland Garros e Wimbledon, il serbo si è arreso a Daniil Medvedev (e alla tensione) nella finale dello US Open, mancando così di un soffio la storica impresa.
Prima di proseguire però, diamo un’occhiata a come sarebbe composta la Top 20 se venissero conteggiati solo i punti ottenuti nel 2021 nei quattro Major (tra parentesi la posizione reale nel ranking ATP):
- Djokovic 7200 (1)
- Medvedev 3740 (2)
- Berrettini 2100 (7)
- Tsitsipas 2020 (4)
- Zverev 1980 (3)
- Auger-Aliassime 1270 (11)
- Nadal 1080 (6)
- Shapovalov 900 (14)
- Karatsev 865 (18)
- Hurkacz 785 (9)
- Schwartzman 720 (13)
- Rublev 640 (5)
- Federer 540 (16)
- Harris 540 (31)
- Alcaraz 540 (32)
- Khachanov 505 (29)
- Fucsovics 505 (40)
- Dimitrov 460 (28)
- Van De Zandschulp 460 (57)
- Davidovich Fokina 380 (50)
A considerevole distanza da Djokovic troviamo proprio Medvedev, il giocatore che gli ha rotto le uova nel paniere a New York. Il russo ha conquistato 3740 punti (circa la metà di quelli di Nole) per gran parte derivanti dal successo a Flushing Meadows e dalla finale persa in Australia. Tuttavia ha sorpreso il buon rendimento di Medvedev sull’erba di Wimbledon (ottavi) e soprattutto sulla terra Roland Garros (quarti), vale a dire sulle due superfici storicamente più ostiche per lui.
Al terzo posto troviamo il nostro Matteo Berrettini, probabilmente la vera sorpresa Slam del 2021, che ha dimostrato grande continuità e maturità nella gestione di questi appuntamenti così importanti. L’azzurro è stato l’unico, insieme a Djokovic, Medvedev e Zverev, a raggiungere almeno gli ottavi in tutti e quattro gli Slam: ottavi in Australia, quarti a Parigi e New York, prima storica finale italiana a Wimbledon. Più ancora dei singoli risultati è un altro il dato che impressiona e di cui Matteo può essere fiero: solo un giocatore è stato in grado di batterlo negli Slam e quel giocatore è nientemeno che Novak Djokovic. A Melbourne, Berrettini si era ritirato prima degli ottavi contro Stefanos Tsitsipas, mentre in tutti gli altri appuntamenti ha avuto la sfortuna di incontrare sul proprio cammino il giocatore più forte del mondo. Peraltro in tutte le sfide con Nole Matteo ha fatto davvero una bella figura, e soprattutto al Roland Garros meritava di andare almeno quinto set.
Appena fuori dal podio si ferma Stefanos Tsitsipas, autore di un 2021 a due facce. A una prima metà di stagione davvero entusiasmante, soprattutto nei tornei su terra battuta, è seguito un secondo semestre decisamente più altalenante e avaro di risultati di pregio. Anche i risultati nei quattro Slam rispecchiano fedelmente questo andamento: semifinale all’Australian Open e addirittura finale al Roland Garros, poi primo turno a Wimbledon e terzo allo US Open. Lo spartiacque della sua annata è stata chiaramente la finale di Parigi, nella quale Stefanos si è trovato a un solo set dal battere Djokovic e vincere il suo primo Slam, finendo invece per subire la rimonta del serbo. Molto continuo anche il rendimento Slam di Alexander Zverev. Il campione delle Nitto ATP Finals ha centrato due semifinali (Roland Garros e US Open), un quarto in Australia e gli ottavi a Wimbledon, collezionando 1980 punti.
DECLINO FEDAL E SORPRESE – Il bicchiere di Rafael Nadal e Roger Federer può essere visto sia mezzo pieno che mezzo vuoto. I due non sono vicinissimi alle posizioni di vertice (settimo lo spagnolo, tredicesimo lo svizzero), ma sono comunque rientrati tra i migliori quindici nonostante abbiano giocato solo due Slam su quattro. Rafa ha raggiunto i quarti in Australia e poi la semifinale nel feudo parigino, mentre Roger si è fatto largo con le unghie e con i denti fino agli ottavi al Roland Garros (memorabile la sfida notturna contro Koepfer) e fino ai quarti a Wimbledon (da dimenticare il 6-0 rifilatogli da Hurkacz in quello che rimane l’ultimo set giocato dallo svizzero). Ormai non è un mistero che i due veterani abbiano puntato tutte le loro ultime fiches sui Major, ma vederli competere a così alto livello in questo contesto è tutt’altro che scontato alla luce dell’età che avanza e del fisico che scricchiola.
Tra i primi venti sono riusciti a fare capolino anche tutta una serie di giocatori protagonisti di un singolo exploit in uno dei quattro tornei. Se la semifinale di Denis Shapovalov a Wimbledon non è forse così incredibile (ben 720 dei suoi 900 punti gli vengono dai prati londinesi), ben più sorprendenti sono state le cavalcate di Aslan Karatsev a Melbourne, i quarti al Roland Garros di Alejandro Davidovich Fokina o quelli di Botic Van de Zandschulp a New York (l’olandese è l’unico ad aver strappato un set al futuro campione Medvedev).