Coppa Davis - Uno strano clima aleggia attorno a Slovacchia-Italia. Gli azzurri si schierano con l’Ucraina, gli slovacchi meno

Editoriali del Direttore

Coppa Davis – Uno strano clima aleggia attorno a Slovacchia-Italia. Gli azzurri si schierano con l’Ucraina, gli slovacchi meno

L’Italia di Volandri, Sinner e Sonego si prepara a manifestare per “Stop the war”, la Slovacchia di Toth, Molcan e Gombos non si sbilancia. Chi indosserà le magliette di Ubitennis”Peace for tennis” che ho portato da Firenze?

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Jannik Sinner - Coppa Davis 2022 (foto Twitter @DavisCup)
 

Da Bratislava, il nostro inviato

Sulla Coppa Davis incombono ovunque i drammatici riflessi della guerra in Ucraina, soprattutto a Bratislava che dista dalla breccia più vicina al confine ovest dell’Ucraina appena 550 km (come da Firenze a Napoli) e 6/7 ore di macchina viaggiando spediti.

Al confine ci sono enormi code di gente in fuga dall’Ucraina, ma non sono tanti gli ucraini quanto emigrati africani e del terzo mondo che non hanno nessuna voglia di subire i bombardamenti né hanno motivo per fare gli eroi. Gli ucraini invece, dai 17 ai 70 anni, o si sono fermati in patria perchè hanno deciso di lottare fino in fondo a difesa del loro territorio, oppure addirittura stanno tornando dall’estero per dar manforte a coloro che sono rimasti.

Ubitennis ha già scritto altrove della vigilia Davis, del sorteggio che ha messo in campo per primo (ore 17) Sinner contro il n.2 Gombos, cui seguirà Sonego contro il n.1 Molcan, un mancino brevilineo  che ho visto stasera allenarsi sul campo davvero lento allestito al NTC, il National Tennis Center di Bratislava, alle spalle dello stadio di calcio.

Per i primi due game con le palle nuove, le Dunlop, si può ancora sperare in un tennis essenziale con qualche uno-due rapido, ma per il resto spingere la palla per farne un vincente è tutt’altro che semplice. Questo Molcan non è malvagio. Bisogna vedere come reagirà al tifo del pubblico di casa. Si esalterà o sentirà la pressione?

Parlando con il supervisor spagnolo dell’incontro, Javier Moreno-Perez, sono venuto a sapere che questo venerdì le due squadre vivranno la presentazione dell’incontro, stando sulla stessa metà del campo ma su due lati opposti mentre echeggeranno gli inni. Dopo di che si uniranno sullo sfondo di un lato corto del campo alle spalle di uno striscione in cui sarà scritto “Stop the War”. Moreno si è detto sicuro che la squalifica di Russia e Bielorussia è stata sancita per tutto il 2022. Cioè anche se la Russia smettesse adesso di bombardare l’Ucraina (non pare averne la minima intenzione…) Ne saprà più lui. Certo che senza la Russia, campione in carica, sia di Coppa Davis sia di ATP Cup (che però si rigiocherà nel 2023) secondo me l’Italia, se non inciampa sulla Croazia come è successo a Torino…ma non aveva Berrettini, e se non perde questo match che sembra facile in Slovacchia – anche se i match all’estero non sono mai troppo facili – a settembre e poi a novembre potesse schierare sia Berrettini sia Sinner diventerebbe insieme alla Spagna con Nadal e Alcaraz una delle primissime squadre favorite per la conquista della Davis.

Poi, ma dopo il primo cambio di campo del primo duello, fra Sinner e Gombos, il team azzurro sulla propria panchina, situata in prima fila delle tribune dalla stessa parte del seggio arbitrale si alzerà in piedi e mostrerà una maglietta con su scritto “Stop the War” che non ho visto ma dovrebbe riprodurre in parte avere i colori gialloblù dell’Ucraina.

Invece gli slovacchi, il cui Paese come detto confina con l’Ucraina, non esibiranno alcunchè, ma manterranno un atteggiamento più prudente, senza sbilanciarsi troppo. Il Paese è quantomeno diviso nell’interpretazione dei fatti che hanno scatenato la guerra. La leadership politica appartiene al partito dei Liberals, ma l’Ucraina di Zelensky viene considerata …un po’ troppo a destra.

Ho parlato soltanto con una decina di abitanti di Bratislava, ma almeno quelli che ho incontrato sembrano pensarla in modo abbastanza simile. Da queste prime ore mi è parso di capire che gli slovacchi, soprattutto quelli old generation che ricordano bene d’essere stati con l’Unione Sovietica prima della caduta del muro e dell’era Gorbaciov, non sembrano poi così sorpresi e scandalizzati del fatto che Putin abbia scatenato questa guerra. Non me lo aspettavo. Non sembrano neppure temere le mire espansioniste di Putin, che invece il resto dell’Europa sembra paventare.

“Il comportamento dell’Ucraina un po’ l’ha provocato, un conto è se restavano neutrali o richiedevano l’annessione all’Europa, un altro è aver accettato che la Nato installasse nel loro Paese alcune basi…” mi hanno detto tre giovani laureati in media-communication. Hanno anche aggiunto come al popolo slovacco dia abbastanza fastidio che tutti i giornali slovacchi – sì, pare proprio tutti… – . siano in mano a editori americani o filo americani. Insomma i vecchi slovacchi sembrano avere più simpatie per i russi piuttosto che per gli americani.

Sia chiaro che tutto quel che sto scrivendo manca di un’informazione più ampia, perché non si può davvero trarne delle indicazioni su quel pensa tutto una popolazione, dopo aver parlato soltanto con una decina di persone. E poi non sono nè un politologo nè un tuttologo.

Ma forse per mia ignoranza io non mi aspettavo tutto ciò. Dopo aver comprato una dozzina di magliette su cui ho fatto apporre a Firenze il simbolo di “Tennis for Peace” creato dal nostro  “leader” del team Instagram Antonio Ortu… ora non sono più tanto sicuro che riuscirò a farle indossare a qualche appassionato slovacco. Non ci sono simboli nè colori della bandiera ucraina, ma è come se qui le rivendicazioni ucraine di neutralità, europeismo, non siano troppo gradite. Soprattutto, come accennavo, alla vecchia guardia.

Tant’è che dopo aver chiesto a Marian Vajda, l’ormai ex coach slovacco di Novak Djokovic, se mi poteva dare una mano a rintracciare un negozio qui a Bratislava per fare stampare altre magliette con il nostro simbolo del “Tennis for Peace” ho deciso di aspettare questo venerdì per vedere come reagiranno i tifosi slovacchi quando gli proporrò di indossare le mie magliette.

Se mi accorgessi che la risposta è positiva allora cercherei di stamparne altre sabato mattina. Sempre se sarà possibile. Altrimenti le riporto a casa…imprecando per tutte le corse fatte (da me e la mia vittima…mia moglie!).

E’ stato un po’ il viaggio della speranza raggiungere Bratislava da Firenze. Voli diretti non ci sono, ci sarebbero da Bologna ma non di giovedì. Quindi Firenze-Zurigo, poi Zurigo-Vienna, quindi taxi da Vienna a Bratislava, peraltro più breve di quanto prevedessi. Meno di 40 minuti.

Abito nello stesso hotel della squadra azzurra, a circa 300 metri dal National Tennis Center, Double Tree Hilton (nome altisonante, bell’albergo, ma costa 80 euro a notte…90 il weekend). Il ristorante dell’hotel chiude alle nove spaccate. Un minuto dopo e, come diceva Briatore, sei fuori!. Infatti sono rimasto fuori per scrivere questo articolo. Mentre al ristorante-bar vicino, all’angolo, il Monaco.. (si chiama così sospetto, perchè al piano superiore ci sono soltanto slot machines, ci sono salito per sbaglio e mi hanno chiesto il passaporto…) si può stare fino a mezzanotte. Ma in città tutto chiude alle 22, per via del Covid che qui hanno preso molto sul serio. E da noi ci si lamenta...Con 10 euro mangi un megahamburger slovacco che ci si mangia in due. Ma c’è anche altro. I giocatori li ho intravisti da una porta semiaperta per un nano secondo, senza permettermi di entrare nella loro sala ristorante riservata al primo piano. E’ capace che mi avrebbero fatto arrestare. Ad un tavolone giocavano tutti a carte, una decina. Atmosfera sicuramente rilassata. Non so a che razza di gioco giocassero. Sinner con gli occhiali e i riccioli rossi sempre più lunghi. Tanta gente anche ad un altro tavolo. Una delegazione foltissima. Fra dirigenti, coach, amici, appassionati, forse solo un grande pulman li potrebbe trasportare tutti insieme. Per Sinner c’è l’amico e consigliere Alex Vittur. Vagnozzi non l’ho visto, ma so che c’è. Rianna e Arbino li ho intravisti.

Quando nel pomeriggio ero arrivato al NTC Sonego e Travaglia avevano appena finito di allenarsi. Fuori faceva un gran freddo, anche se il cielo è terso. Il Woolrich, sciarpa e cappellino non mi mettono al riparo a sufficienza. C’era a momenti un vento che pareva tramontana. Ma il clima all’interno dello stadio riammodernato sarà invece molto caldo, almeno per come ricordo quella finale di Davis del 2005 vinta dalla Croazia di Ljubicic e Ancic sulla Slovacchia di Hrbaty e Mertinak. Da qualche parte si è letto che i posti sono 4.500. A me qui hanno detto 6.000 ma era gente che parlava a malapena l’inglese e magari si sono sbagliati. In tutto lo stadio non sono riuscito a trovare un solo ascensore, magari ci sarà, altrimenti come fanno i portatori di handicap? Eppure mi sono fatto con due trolley tutti i quattro piani. E ho scattato tutta una serie di fotografie, all’esterno e all’interno, per il nostro Instagram. Come fotografo sono scarso, non valgo davvero Roberto dell’Olivo. Ma tramite queste foto ho potuto ricostruire un po’ la storia recente del tennis slovacco. Da “Gattone” Mecir che vinse l’oro olimpico a 1988 come Steffi Graf, diventando una sorte di eroe nazionale – anche se aveva già giocato una finale di un US Open due anni prima – a Karol Kucera che è stato n.6 del mondo e semifinalista all’Australian Open. Se guardate con attenzione le foto trovate in didascalia tutti gli anni degli exploit slovacchi. Ci sono le squadre di Fed Cup con la bellissima Hantuchova, la Sucha, “Cipollina” Cibulkova, con quest’ultima che oltre ad essere stata finalista un anno in Australia ha vinto anche un titolo di Slam nel misto con quel gran tombeur de femmes che è stato il ceco Radek Stepanek.

Mi sono spinto fino al quarto piano giusto per sincerarmi  che non ci fosse nessuno. E infatti non c’era. Neppure uno slovacco, né la capufficio stampa, Petra Chamillova, gentilissima al telefono e che conoscerò finalmente in mattinata. Questo è tutto per ora, speriamo che oggi – mentre credo che Sinner con Gombos non avrà problemi – Sonego non si faccia intortare da Molcan che è un brutto pesce e non solo perché è mancino e gioca in casa. Ma l’ultima performance di Lorenzo in Davis a Torino non fu entusiasmante. Quindi un minimo di preoccupazione c’è.

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