ATP Madrid, Djokovic: "Becker? Prego per lui, spero rimanga forte di testa"

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ATP Madrid, Djokovic: “Becker? Prego per lui, spero rimanga forte di testa”

Il n.1 Djokovic torna sul tema Wimbledon: “C’è ben altro oltre i 2000 punti in palio”. E sull’ex coach Boris Becker: “Ha contribuito al mio successo”

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Novak Djokovic - Montecarlo 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Al Mutua Madrid Open nella giornata di domenica si sono giocate appena tre partite, in quello che sarà soltanto l’assaggio di un torneo che si preannuncia estremamente competitivo già a partire da domani. Dopo le parole di Rafael Nadal, che ha affermato di essere lontano dal top della forma, anche il fresco finalista di Belgrado Novak Djokovic non sta certamente attraversando il momento migliore della carriera. Proprio dal torneo serbo è partita la conferenza stampa del numero uno del mondo.

D: Credi che il torneo Belgrado ti abbia aiutato a costruirti un po’ più di resistenza sul campo?

Djokovic: “Sicuramente ho rischiato di uscire subito al primo turno e, in generale, ho giocato quattro match che sono finiti al terzo, ognuno dei quali durato più di due ore e mezza. Volevo giocare match combattuti e direi che senz’altro questo non mi è mancato. Giocare una finale è sempre un ottimo risultato e devo cercare di vedere il lato positivo delle cose, anche se ovviamente non volevo che andasse a finire così. Sento come se ad un certo punto io avessi finito la benzina, ma la cosa buona è che io sia riuscito a giocare quattro partite così lunghe”.

D: Come gestisci una stagione così insolita, dal punto di vista fisico e mentale, specialmente nei periodi in cui non hai giocato?

Djokovic: “Non ho chiaramente mai sperimentato una stagione simile, ma certamente la parte più difficile riguarda il lato emotivo. Non so se e come questa situazione mi influenzerà in futuro. Più gioco e più tempo passo in questo ambiente, meglio mi sento, anche se ho dovuto affrontare tante difficoltà. Sono contento che, perlomeno, ora ho qualche certezza in più rispetto a dove posso e dove voglio giocare. Anche per il mio calendario è tutto più semplice: l’obiettivo della stagione sul rosso è senz’altro il Roland Garros, ma anche il fatto di poter giocare a Wimbledon mi rende molto felice. Spero di riuscire a tirare fuori il meglio di me, in particolar modo nei Grandi Slam”.

D: Eri molto vicino a Boris Becker con cui, a livello professionale, avevi una relazione certamente fruttuosa. Vorrei sapere un tuo parere sulle notizie che, venerdì scorso, hanno scosso un po’ tutto il mondo del tennis.

Djokovic: Mi dispiace davvero tanto per lui. Per me è un amico di vecchia data e, per tre o quattro anni, è stato anche mio coach. Ha contribuito enormemente al mio successo. Non so davvero che cosa dire, da grande amico sono soltanto molto triste per lui. Spero che riesca a passare bene il periodo che dovrà trascorrere in prigione e una volta uscito possa tornare a vivere la sua vita, non oserei dire in modo ‘normale’ perché dopo così tanto tempo la tua esistenza cambia per forza di cose. Prego per lui, spero che a livello mentale riesca a rimanere forte“.

D: Hai esposto chiaramente la tua opinione riguardo la decisione di Wimbledon. Che cosa credi dovrebbe succedere adesso? Si è discusso di possibili sanzioni o azioni legali: dovrebbero esserci delle conseguenze?

Djokovic: “Ho parlato con alcuni giocatori russi a Belgrado e non è certo una situazione in cui speri di trovarti. Essere bannato dal più grande torneo di tennis al mondo non è certo una decisione facile da accettare. Credo che l’ATP analizzerà meglio il da farsi, ma non ho parlato con loro e quindi le mie sono solo ipotesi. Per certi versi, posso dire di trovarmi anch’io in una situazione simile: so quanto sia frustrante non poter giocare. Io rimango fermo sulla mia posizione: la loro esclusione è ingiusta. Negli ultimi due anni, per via del Coronavirus, sono stati ideati metodi per non far perdere tutti i punti ai giocatori in caso non partecipassero ad alcuni tornei. Ho sentito che potrebbero essere usati modelli simili per queste situazioni, ma non sono assolutamente sicuro su quello che verrà”.

D: Come hai detto, ci sono alcune opzioni sul tavolo riguardo la possibilità di Wimbledon di non far perdere tutti i punti. Se ipoteticamente non ci fossero punti in palio, come vedresti questa situazione? Potrebbe essere come una gloriosa, forse strana esibizione?

Djokovic: “Credo che sia un’ipotesi piuttosto remota che non ci siano punti in palio. L’opzione più realistica credo sia quella di trattenere alcuni punti dei giocatori russi e bielorussi. Wimbledon, e in generale gli altri Slam, sono tornei dove ci sono ben più di 2000 punti in palio. C’è tutta una storia dietro queste competizioni”.

Il tabellone maschile del torneo di Madrid

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