ATP
ATP Madrid: Djokovic: “Mi concentro su me stesso. Alcaraz? È speciale”
Ai microfoni dei giornalisti, Nole ha risposto alle domande circa il suo stato di forma e su chi vorrebbe affrontare in semifinale

È un Novak Djokovic in cerca di autore direbbe Pirandello. Noi umili cronisti possiamo solo ipotizzare che il serbo è ancora alla ricerca di sé stesso e della sua forma migliore. Dopo aver battuto in due comodi set Hubert Hurkacz quest’oggi, il n.1 è tornato in semifinale in un 1000 dopo le note vicissitudini di inizio anno. Nole, prima ancora di scoprire chi avrebbe affrontato (poi rivelatosi essere il più giovane degli spagnoli in campo), ha parlato a ruota libera in conferenza stampa, spaziando del suo percorso nel torneo ai suoi possibili avversari: Nadal e Alcaraz.
D. Ovviamente questa vittoria non è qualcosa di tanto nuovo per Novak. Ma capire cosa hai passato in termini di tennis quest’anno, per ottenere due vittorie in controllo contro giocatori di grande qualità ed essere in grado di giocare in modi efficaci a un livello così alto a questo punto del torneo, cosa significa per te?
Novak Djokovic: “Beh, è sicuramente un’indicazione positiva che sono sulla strada giusta per raggiungere il livello desiderato di tennis, essendo in uno dei migliori tornei al mondo in cui giocano tutti i migliori giocatori. Ovviamente mi dà fiducia e mi incoraggia ad andare avanti. Penso che in termini di prestazioni oggi sia stato molto solido. Due break per set. Un break è stato sufficiente per vincere contro Hubert, che è tra i primi 10 giocatori e ovviamente è sempre difficile da affrontare. Grande servizio. Condizioni oggi, più calde, palla che rimbalza alta. Ovviamente quando stai giocando contro un ragazzo di quelle dimensioni con un servizio potente, non è mai facile rispondere. Ma penso in particolare nel secondo set di aver servito bene, mettendomi in una buona posizione per strappargli il servizio. Quando le opportunità si sono presentate, le ho sfruttate. Ho fatto cose positive negli ultimi due giorni. Ovviamente al prossimo round sono pronto per un’altra buona prestazione“.
D. Due domande. Non hai affrontato nessuna palla break. Sembravi abbastanza sicuro del tuo servizio. E in secondo luogo, la rinuncia a Murray è stata vantaggiosa per te in quanto hai più giorni per riposare?
Novak Djokovic: “Beh, penso di aver servito meglio, anche meglio di come ho fatto nella prima partita. Quando giochi in una giornata calda in cui la palla rimbalza alta, oppure quando stai servendo bene in questo particolare giorno in queste condizioni, aiuta molto il tuo gioco in generale, il resto del tuo gioco. Sapere di non aver affrontato break points ovviamente mi ha dato più sicurezza per fare alcuni colpi nei turni di risposta, sai, e ti senti un po’ più rilassato. Quindi è sempre una cosa positiva e incoraggiante per il tuo gioco. Voglio dire, volevo giocare, ovviamente voglio giocare di più a tennis. Quindi per me, ok, sai, Murray non si è presentato alla partita perché aveva problemi di salute, e questo succede nello sport e non è la prima volta che qualcuno si ritira prima di giocare. Ho sfruttato questa opportunità per allenarmi, recuperare e raccogliere le energie per la competizione e per la prossima partita. Questo è tutto“.
D. Volevo alcune riflessioni su Carlos Alcaraz. Non sappiamo se lo affronterai o meno, ma si è parlato molto di lui e c’è molta aspettativa su di lui. Naomi Osaka ci ha anche detto che sente di aver portato così tanta nuova energia ed eccitazione all’ATP Tour. Ai tuoi occhi, cosa ha di speciale?
Novak Djokovic: “Beh, ci sono molte cose che lo rendono speciale. Voglio dire, ha battuto molti record come giocatore giovane, tra i primi 10, ovviamente negli ultimi decenni, perché abbiamo avuto dei campioni fantastici come Michael Chang quando aveva 16 anni, sai, ha vinto uno slam e così via. Ma, sai, al giorno d’oggi non siamo abituati a vedere qualcuno che è adolescente e che già arriva nella top 10 e gioca a un livello così alto. La sua crescita, il suo miglioramento e il suo viaggio in particolare negli ultimi sei mesi sono stati sorprendenti. È un ragazzo molto simpatico fuori dal campo. Ho avuto possibilità di allenarmi con lui e di passare un po’ di tempo fuori dal campo con lui qui a Madrid e la scorsa settimana, e devo dire che su tutti i fronti, dentro e fuori dal campo, (indicando due pollice in su) fantastico. Mi piace vederlo giocare, come molti altri giocatori del tour. Lodo il suo gioco senza dubbio. È fantastico per il nostro sport, senza dubbio. Penso che sia fantastico avere un giovane giocatore che sta facendo così bene e sta portando una nuova ventata di freschezza al mondo del tennis. Vederlo e sapere che è un ragazzo molto simpatico, molto umile con buoni valori, è una combinazione perfetta“.
Q. Devo chiederti di Rafa nel caso lo affrontassi. Come abbiamo detto l’ultima volta, è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che avete partecipato allo stesso torneo. A questo punto della tua carriera, cosa significa per te essere ancora in grado di affrontare Rafa in un grande torneo?
Novak Djokovic: “Affrontare Rafa in qualsiasi torneo, indipendentemente dall’importanza del torneo, è speciale, il più grande rivale della mia carriera, l’ho detto prima, per molte ragioni. Uno di queste, voglio dire, è ovviamente averlo affrontato così tante volte. È probabilmente la battaglia più dura affrontarlo sulla terra battuta. Non vedo l’ora di una grande sfida“.
D. Hai detto cose molto positive per entrambi, ma hai delle preferenze? Vuoi un’altra partita con Rafa qui o la prima partita con Alcaraz?
Novak Djokovic: “Nessuna preferenza. Mi concentro su me stesso“.
Il tabellone maschile del torneo di Madrid
ATP
ATP Miami: Sonego rimonta Evans e vola al terzo turno
Lorenzo bissa il successo su Thiem con una vittoria in 3 set sul britannico N.23 del seeding

L. Sonego b. [23] D. Evans 4-6 6-3 6-2


Dopo un inizio di giornata sportivamente drammatico per il tennis azzurro a Miami, Lorenzo Sonego conferma tutta la sua esuberanza agonistica rimontando a suon di diritti vincenti Daniel Evans in un match molto divertente sul Campo N.1, lo stesso dove prima di lui aveva perso Matteo Berrettini contro l’americano McDonald,
Il match che ha visto contrapposte la potenza di Sonego e la varietà di gioco del britannico si potrebbe riassumere con una curiosa statistica. Dopo aver ceduto a zero la battuta nel gioco d’apertura del match, Sonego ha annullato le successive 12 palle break da lui affrontate oppure, se volete, Evans ha mancato le 12 successive. Peraltro sempre in crescendo: 2 nel primo set che avrebbero reso ancora più netto il 6-4 Evans finale. 4 nel secondo set vinto da Sonego per 6-3 e addirittura 6 nel terzo set nonostante il 6-2 finale possa far intendere un dominio di Sonego in realtà solo apparente. Alla fine infatti ci sono volute quasi 2h30 per chiudere la contesa con Evans visibilmente contrariato per la sua mancanza di killer instinct. Dopo il break subito in apertura di terzo set ha addirittura trasformato la racchetta in un oggetto non identificabile prendendosi l’inevitabile warning dal giudice di sedia.
Sonego è stato paziente, consapevole che con il passare dei minuti, il tennis brillante ma molto difficile del suo avversario avrebbe perso in efficacia e infatti Sonego ha progressivamente preso il comando degli scambi da fondo lasciandolo esplodere il suo dritto quanto più possibile. A quel punto Evans non ha potuto fare altre che affidarsi alle variazioni con le discese a rete e le rasoiate in slice ma in termini di pesantezza di palla e di resistenza fisica Lorenzo era ormai incontenibile.
Una bella vittoria che fa il paio con quella di primo turno contro Dominic Thiem che per quanto lontano dai fasti del passato, è sempre un primo turno da prendere con le molle. Ora il livello potrebbe salire ancora se come da pronostico Frances Tiafoe batterà il giapponese Watanuki nella notte italiana
ATP
ATP Miami: Berrettini non sa più vincere, sconfitto da McDonald ma quante occasioni mancate [AUDIO ESCLUSIVO]
Matteo ce la mette tutta, raggiunge il set point in entrambi i parziali ma cede dopo due tie-break

M. McDonald b. [19] M. Berrettini 7-6(8) 7-6(5)

Si sapeva fin dal sorteggio che l’esordio di Matteo Berrettini versione 2023 contro Mackenzie McDonald a Miami sarebbe stato molto complicato: Matteo che era apparso in condizioni preoccupanti nel Challenger 175 di Phoenix si sarebbe trovato di fronte infatti un giocatore autore fin qui di una stagione eccellente sul cemento outdoor arricchitta dallo scalpo di lusso di Rafael Nadal all’Australian Open.
Ma l’andamento del match estremamente serrato alla fine è stato quasi più deludente di una sconfitta netta. Matteo ha dato tutto quello che aveva (non molto in questo momento) e ha avuto set point in ciascuno dei due parziali: uno nel tie-break del primo set e due consecutivi sul 6-5 del secondo sempre sul servizio avversario.
Ma quando la fiducia manca persino il suo più grande alleato nei giorni di gloria, il tie-break, può diventare un rebus impossibile da risolvere. Con i due persi oggi la statistica nel 2023 recita 3 vinti e 7 persi, troppo brutta per essere vera per un giocatore che è senza dubbio nei primi 5 al mondo per qualità del servizio.
Ma il tie-break è da sempre lente d’ingrandimento dello stato psicofisico di un giocatore in quel determinato momento e il momento di Berrettini è il più negativo degli ultimi 4 anni e si sta prolungando sempre di più.
McDonald ha mostrato tutte le sue qualità da americano DOC sul cemento: grande velocità di piedi eccellente copertura del campo e buona velocità di braccio. Berrettini è rimasto costantemente in difficoltà sugli scambi lunghi dove alla cronica debolezza sul lato sinistro si è aggiunta una fallosità estrema anche con il diritto, arma letale come il martello di Thor nei giorni migliori.
I lati positivi si sono visti da un servizio comunque efficace, favorito da un campo più rapido rispetto a quelli di Indian Wells e la consueta umiltà nel lottare punto su punto come fosse un giocatore qualunque, invece di un ex finalista di Wimbledon.
Ma nel momento in cui i punti pesano di più, quelle paure e quelle incertezze viste in California e in Arizona riappaiono inesorabili e allora ecco che un doppio tie-break alla sua portata diventa terreno fertile per un’altra prematura eliminazione, ancora all’esordio come a Indian Wells nel primo Masters 1000 della stagione.
Se a queste due si aggiunge l’altra, sempre all’esordio all’Australian Open capite bene perché Berrettini non è lo stesso giocatore che abbiamo ammirato dal 2019 in poi
ATP
ATP Miami: Musetti ancora nel tunnel, subito fuori con Lehecka
Altra sconfitta per Lorenzo Musetti, battuto in due set da Jiri Lehecka. Ora il ritorno sulla terra a partire da Marrakech

(dal nostro inviato a Miami)
J. Lehecka b. [18] L. Musetti 6-4 6-4

Nonostante il cambio di campo all’ultimo momento, causato dal forfait in extremis di Gasquet che ha rinunciato a giocare contro Tsitsipas, e lo spostamento sull’importante palcoscenico del Centrale, Lorenzo Musetti non è riuscito a invertire la tendenza negativa di questo periodo uscendo nel suo match di apertura contro il ceco Jiri Lehecka, n. 44 della classifica mondiale e recente quartofinalista all’Australian Open. Certamente un sorteggio non benevolo per il carrarese, che si è trovato ad affrontare su un fondo particolarmente rapido come il Laykold dell’Hard Rock Stadium di Miami una delle più belle realtà emergenti di questo inizio di 2023.
Dopo la palla break avuta sul 2-1 del primo set, Musetti si è progressivamente spento, incapace di far male con i propri colpi da fondocampo a causa della sua posizione molto arretrata in campo, posizione nella quale veniva spinto dai colpi aggressivi di Lehecka a partire dalla risposta.
PRIMO SET – Inizio con discreto piglio da parte di Musetti, che ha tenuto con buona autorità i primi turni di battuta. Sulla risposta però la situazione era differente: il toscano è costretto quasi sempre a rispondere bloccando la palla, e così facendo è sempre Lehecka a poter prendere in mano lo scambio fin dai primi colpi. Era comunque Musetti, sul 2-1, il primo ad arrivare a palla break, anche grazie ad alcuni errori da fondocampo del ceco che non si mostrava impeccabile nei palleggi, forse per il desiderio di spingere i colpi appena possibile. Lehecka annullava la chance del 3-1 per Musetti con un bel servizio, tenendo poi il servizio per schivare il primo pericolo della partita.
Dopo i primi servizi tenuti con una certa disinvoltura le difficoltà però erano dietro l’angolo per il tennista azzurro che quando doveva iniziare il punto con la seconda di servizio si trovava sempre aggredito e costretto ad arretrare di diversi metri già al terzo colpo rendendo la gestione degli scambi molto più difficile. Così facendo si trovava a giocare passanti da posizioni molto arretrate, e quindi con basse probabilità di riuscita, e si esponeva agli appoggi incrociati corti di Lehecka.
Il break arrivava sul 3-3, quando alla quarta palla break il ceco trovava una risposta vincente di rovescio lungolinea. Il set si chiudeva pochi minuti dopo, quando Lehecka metteva in cascina il parziale per 6-4 in 40 minuti.
SECONDO SET – Purtroppo per Musetti il secondo parziale non iniziava in una maniera migliore: quattro punti consecutivi dal 15-0 conditi da un doppio fallo e due gratuiti di diritto confezionavano il break che davano a Lehecka la tranquillità per condurre il match a proprio piacimento. Nei suoi turni di battuta il ceco non veniva mai impensierito, e gli bastava condurre il match in porto che finiva senza sussulti dopo 80 minuti con un periodico alto che comunque non può essere una grande consolazione per Musetti, quasi mai in partita e penalizzato da una bassa percentuale di prime che, nonostante sia arrivata a un totale del 54% dopo un primo set sotto il 50%, non è comunque sufficiente per fare gara a questi livelli su superfici così rapide.
TERRA EUROPEA – Dopo un inizio di stagione da incubo, Musetti ora è atteso dal ritorno in Europa per la stagione sulla terra battuta, in quello che dovrebbe essere il periodo a lui più favorevole del calendario. Tuttavia c’è il rischio che questi risultati negativi possano mettere ancora più pressione sui tornei a lui più congeniali, rischiando di far precipitare ulteriormente la situazione.
Nell’immediato la classifica non è in pericolo, e questo almeno consentirà a Musetti di entrare nei prossimi tornei con uno status tale da poter scongiurare, almeno in linea di principio, primi turni troppo complicati. Ma sarà necessario iniziare a vincere qualche partita per invertire la tendenza, dato che da metà gennaio in poi il record è di una partita vinta contro sette perse. Proprio per questo è stato deciso di aggiungere alla programmazione il torneo di Marrakech ad inizio aprile, prima del Masters 1000 di Montecarlo, dove Lorenzo spera di riprendere confidenza con la vittoria.