US Open, qualificazioni: avanti la gioventù di Cobolli, Arnaldi e Maestrelli

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US Open, qualificazioni: avanti la gioventù di Cobolli, Arnaldi e Maestrelli

Passano al secondo turno i tre azzurri nati in questo millennio. Niente da fare per Moroni e Vavassori traditi dal servizio, 12 doppi falli a testa. Arnaboldi getta alle ortiche un match già vinto. Fuori anche Mager

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Matteo Arnaldi - Trofeo Bonfiglio 2019 (foto Francesco Panunzio)
 

Sui 14 campi impiegati, del Billie Jean King National Tennis Center di Flushing Meadows, nel Day 2 dell’edizione 2022 dello US Open, il tabellone cadetto si allineato alle semifinali – o come normalmente è comune dire: al secondo turno – con la disputa degli incontri riguardanti la parte alta del seeding. Dopo una prima giornata di gare, che si è rivelata particolarmente positiva per i colori azzurri, con ben 6 vittorie a fronte di sole tre eliminazioni precoci dei nostri portabandiera al maschile; vediamo quali risultati ha riservato, agli alfieri italici, la prima parte di questo secondo appuntamento con le qualificazioni newyorchesi.

(a cura di Paolo Michele Pinto) Partiamo da Flavio Cobolli, n. 139 del ranking, che batte in due set Roman Saffiulin, sesto del seeding cadetto, con il punteggio di 6-4 6-4. Match a senso unico che l’azzurro riesce a gestire agevolmente. Il break che decide la sfida l’italiano lo ottiene nel corso del quinto game del primo set. Da allora gara in gestione, anche se deve annullare due palle break prima di chiudere il primo parziale 6-4. Il russo Safiullin soffre soprattutto con la prima di servizio, Cobolli decisivo nei punti importanti. Nella seconda frazione fila tutto via liscio per l’azzurro che si porta sul 5-1. Le percentuali al servizio del russo calano e quando è costretto a servire la seconda sono guai. Poi momento di pathos quando Cobolli perde il servizio dopo aver sprecato un match point. Un po’ di tensione e un paio di errori dell’italiano rimettono in pista Safiullin che tiene agevolmente il servizio per il 4-5. Nel decisivo decimo game Flavio va sotto 30-0 prima di conquistare il secondo match point, quello decisivo per le speranze di US Open.

(a cura di Paolo Michele Pinto) Per Gianluca Mager le speranze di poter partecipare agli US Open si spengono contro un affamato Fernando Verdasco che si impone 7-6(3) 6-3. Il talento e la classe dello spagnolo sono sempre “verdi” e per il n. 165 della classifica tante recriminazioni. Primo set molto equilibrato: un break per parte, ma soprattutto l’abilità di Verdasco nell’annullare il set point dell’azzurro. Il tie break è una vera battaglia: lo spagnolo non concretizza le occasioni che si conquista, ma al primo set point in proprio favore non c’è speranza per Gianluca. Nel secondo set, parte bene Mager che, però, non concretizza le occasioni che gli si propongono. Verdasco cancella due break point prima di conquistare il break nel corso del quarto game, gioco nel quale Mager era avanti 30-0. I turni di servizio scivolano via con regolarità con Verdasco che chiude 6-3 e passa al turno successivo.

LE PARTENZE BRUCIANTI SUBÌTE, ALLA LUNGA FANNO PAGARE DAZIO A MORONI – Gian Marco Moroni, n. 240 ATP, si presentava ai nastri di partenza del main-draw cadetto dell’ultimo Slam stagionale con l’obbiettivo quantomeno di eguagliare il piazzamento ottenuto lo scorso anno. Jimbo, difatti, nella passata edizione dell’Open degli Stati Uniti si era spinto fino al secondo round delle quali, in quella che era solamente la sua terza partecipazione ad una prova Major. Ma soprattutto l’importanza di quel risultato derivava dal fatto, che fosse stato conquistato sul cemento e non sull’amata terra rossa: il Bufalo ha raggiunto il 2°T delle qualificazioni anche al Roland Garros in due circostanze, nel 2020 e nel 2022, mentre non ha mai preso parte né all’Australian Open, né a Wimbledon con il sogno del primo tabellone principale in uno Slam, ancora da trasformare in realtà. Tuttavia il giocatore laziale è arrivato nella Grande Mela con il carico di fiducia ai massimi livelli, visto che nel maggio scorso dopo la finale conquistata e persa per mano di Franco Agamenone al Challenger di Roma Garden, ha ottenuto il proprio best ranking al n. 164 della classifica mondiale. Purtroppo però, nonostante le premesse foriere di ottimismo, l’avventura di Moroni in quel di New York si è immediatamente arrestata sotto i colpi dell’argentino, ma naturalizzato statunitense Andrea Collarini (n. 211 ATP), vittorioso nel secondo incontro sul Court 6 per 7-6(4) 6-4 in due ore esatte di gioco. Il 30enne albiceleste è però nato proprio nella Melting Pot, quindi almeno in parte ha giocato con i favori del pubblico pur comunque risiedendo stabilmente a Buenos Aires. Collarini si fece notare da junior conquistando un prestigioso risultato grazie all’ultimo atto di categoria dell’Open di Francia 2010, quando si arrese ad Augustin Velotti; ma non fu capace successivamente da pro di esprimersi sugli stessi livelli.

Nel primo set, l’americano è scattato meglio dal via portandosi subito sul 2-0. In seguito ha consolidato il vantaggio nel quarto game, pur dovendo annullare tre opportunità di contro-break. Qualche instante dopo, i ruoli si sono invertiti ed è toccato a Gian Marco cancellare due chance che avrebbero garantito il doppio strappo all’avversario, un vantaggio che avrebbe di fatto messo fine al parziale. Ma proprio sul più bello Collarini si è incartato, sopraffatto dalla pressione di poter chiudere la frazione con il servizio a disposizione. Perciò il punteggio, di nuovo in equilibrio, recitava 5-5 e di conseguenza era inevitabile giungere al tie-break. Anche nel gioco decisivo, partenza fulminea dello statunitense che si porta in un amen sul 4-0, tuttavia ha ancora una volta un calo di tensione quando è saldamente al comando; Moroni si rifà sotto vincendo tre punti di fila ma poi pecca di concentrazione e concede il mini-break letale nell’ottavo punto del deciding game.

Sulle ali dell’entusiasmo derivanti dalla frazione vinta, il n. 211 mette in scena la terza partenza bruciante del suo match, salendo 3-0. Ma come nelle precedenti due occasioni si smarrisce rimettendo in carreggiata il romano; anzi stavolta fa anche peggio concedendo due turni di servizio di fila al giocatore laziale. Malauguratamente Jimbo non ne approfitta e ricambiando gentilmente il favore – facendosi strappare la battuta anche lui in un paio di circostanze consecutive – alza bandiera bianca senza riuscire a prolungare la sfida al terzo. Nell’economia dello scontro, è stato devastante l’impatto in negativo del servizio di Moroni: autore di una caterva di doppi falli, 12, e unicamente di un misero 22% (8/36) di trasformazione con la seconda. Ha pesato anche l’eccessiva fallosità dell’azzurro, che ha fatto registrare 36 non forzati a fronte di soli 20 vincenti. Nota positiva per Gian Marco, la capacità di verticalizzare il gioco a rete, con un buon 64% di punti vinti al volo nelle discese in avanti (9/14), ma che non ha pagato considerando che Collarini si è disimpegato molto meglio anche a rete (88%, 7/8).

MAESTRELLI BATTE UN ALTRO COLPO – Impegnato nello stesso momento, ma sul Court 16, ha risposto presente assestando un bel colpo alla propria giovane carriera, uno dei talenti del Bel Paese che è esploso in questa stagione e che fa parte di quella combriccola di ragazzotti del nostro tennis pronti a spiccare definitivamente il volo, nonostante tuttora si trovino ancora nelle retrovie del ranking ma che stanno sempre più alzando l’asticella delle loro ambizioni stimolati dai primi della classe del movimento azzurro: stiamo parlando di Francesco Maestrelli, che all’esordio assoluto in un torneo del Grande Slam, ha superato contro pronostico il francese Manuel Guinard (n. 153 ATP). Il classe 2002 di Pisa ha staccato il pass per il secondo turno con lo score di 7-5 6-4 in oltre un’ora e quaranta di partita, facendo leva sulla straordinaria prestazione del suo fondamentale d’inizio gioco: ha ottenuto uno stupefacente 80% di realizzazione con la prima palla, ma si è dimostrato chirurgico anche per quanto riguarda i punti diretti scagliando la bellezza di 8 ace.

Inoltre il 19enne toscano ha fatto vedere una grande freddezza, nelle fasi clou dell’incontro, offrendo soltanto 4 palle break e frantumando addirittura tre di esse. Il match è stato sostanzialmente dominato dall’italiano, che pur brekkando per la prima volta solo nel nono game, ha avuto a disposizione complessivamente 6 break point in tre dei primi quattro turni di servizio dell’avversario. In seguito un pò di tremolio dettato dalla posta in palio, abbinato alla poca esperienza hanno fatto sì che non riuscisse a mettere in cascina il set d’apertura sul 5-4, cedendo la battuta alla seconda chance concessa. Tuttavia ha mostrato subito di che pasta è fatto, oltre che tutta la tempra che lo contraddistingue, resettando immediatamente e incamerando gli ultimi due giochi del parziale. Il secondo set è stato gestito comodamente da Maestrelli, che dopo essersi involato sul 2-0 ha controllato il vantaggio senza affanni, ad eccezione dell’ottavo game dove ha dovuto fronteggiare una palla break, portando a casa il turno alla battuta dopo 14 punti. Nel suo successivo game di servizio, senza paura, ha chiuso al primo match point. Sembrerebbe quindi che, con il profumo dei primi fiori che sbocciano in primavera e sotto i raggi battenti del sole estivo gli enfant prodige del tennis italiano trovino le migliori condizioni per esprimersi: tutto è partito proprio da Francesco, che dichiarò all’intero mondo della racchetta di essere pronto a salpare verso prestigiosi lidi attraverso la dirompente affermazione al Challenger di Verona – prima finale in tornei di questa categoria.

ARNABOLDI, QUANTI RIMPIANTI – Il 34enne meneghino Andrea Arnaboldi ha perso nel secondo incontro sul Court 11 venendo rimontato per 4-6 7-5 6-3 dopo 2h40’ di grande battaglia dal giocatore di casa e n. 372 del ranking Govind Nanda. Una brutta sconfitta per il 197 del mondo, che nonostante le 175 posizioni che dividono i due tennisti nella classifica ATP e l’enorme differenza in termini di esperienza – Nanda è un classe 2001 -, alla fine ha ceduto il passo. Dopo il primo set vinto grazie al break maturato nel decimo game mentre il 21enne statunitense serviva per rimanere nel parziale, anche se Andrea aveva già avuto un’opportunità di strappo a metà set, l’ex n. 153 al mondo (best ranking ottenuto da Arnaboldi nell’ottobre 2014) ha gettato alle ortiche un match praticamente già vinto: era infatti avanti 4-2 nel secondo, a soli due game dal successo ma non è stato in grado di confermare il vantaggio, finendo così per capitolare nell’undicesimo game.

Il parziale finale, poi, è stata una lotta senza quartiere, con svariati ribaltamenti dovuti anche alla lucidità che iniziava a mancare a causa della fatica: Nanda ha brekkato subito al quarto tentativo, in un gioco fiume da 12 punti, tuttavia si è fatto riprendere poco dopo nel quarto game. Ma nella volata finale, le energie ormai ridotte al lumicino hanno compromesso il servizio del mancino lombardo, che si è consegnato definitivamente smarrendo la battuta sul 3-3 e sul 5-3. Sei doppi falli commessi dall’italiano, a testimoniare la perdita di efficacia del fondamentale d’inizio gioco man mano che la partita andava avanti, di contro 8 sono stati gli ace scagliati dal 21enne americano. +13 (38/25) il computo tra winners e gratuiti per l’azzurro, ma inferiore al +21 (44/23) dell’avversario. Sfuma quindi per Arnaboldi la speranza di poter almeno pareggiare il miglior risultato ottenuto a Flushing Meadows, e che rimane perciò il 3°T delle qualificazioni di nove anni fa. Mentre complessivamente il giocatore milanese può vantare due presenze nei main-draw delle prove dello Slam: i trentaduesimi al Roland Garros 2015 e il primo turno ai Championships 2019.

VAVASSORI NON DA SEGUITO A ROEAHAMTON, TROPPO IN FORMA LESTIENNE – Proseguendo con la giornata, è stato il turno di Andrea Vavassori che nel terzo incontro sul Court 10 è stato anzitempo estromesso dal tabellone minore per mano della tds n. 1 delle quali: il transalpino Constant Lestienne. L’amaro in bocca per la sconfitta, arrivata nettamente per 6-3 6-1 in 1h05’, è presente nel 27enne torinese perché dopo la prima gioia derivante dall’aver conquistato a Roehampton l’accesso al main-draw di Wimbledon, il n. 182 del mondo aveva voglia di dare seguito a quel bel risultato attraverso un’altra cavalcata sensazionale. Bisogna però riconoscere come l’ostacolo da affrontare era decisamente arduo e la salita da scalare, per giungere alla meta, a dir poco ripida: il francese è infatti uno dei pochi di queste qualificazioni, ad essere classificato nei primi 100 (n. 75 ATP) e se ciò non bastasse è in questo momento in grandissimo spolvero, appena lo scorso weekend si è imposto al Challenger di Vancouver superando in finale il connazionale Rinderknech, ottenendo due giorni fa grazie a questo risultato il proprio best ranking.

Il match ha regalato poche emozioni, con Andrea che per due volte ha recuperato un break di svantaggio cedendo però sull’ennesimo allungo dell’avversario nel parziale – il terzo, sul 4-3. Anche nel secondo set, avvio con break subitaneo di Lestienne. A differenza della frazione inaugurale, in questo caso, non si materializza nemmeno la reazione dell’azzurro: arrivano altri due strappi, sempre a marca bleau, con la tds n. 1 che si porta prima sul 4-1 per poi sigillare il suo approdo al secondo round con il 6-1 finale. Esattamente come per Moroni, ha tradire Vavassori la sua arma principale, il servizio, tra l’altro con numeri e percentuali praticamente identiche: stesso numero di doppi errori (12), mentre è leggermente meglio ma allo stesso modo infausto il suo 24% di punti incamerati con la seconda.

GRANDE VITTORIA DI ARNALDI SU PENISTON – Dopo Maestrelli è un altro giovane del tennis italiano a regalarci la felicità della vittoria: Matteo Arnaldi. Il 21enne di Sanremo, n. 188 ATP, ha sconfitto – nella terza sfida del Court 4 – con un “triplice” 6-2 in 2h02’ la tds n. 24 Ryan Peniston. Una vittoria di grande prestigio per il classe 2001, alla sua seconda partecipazione in uno Slam dopo aver compiuto il debutto lo scorso luglio a Wimbledon – ha perso subito al primo turno delle quali -, perché arrivata contro un avversario che lo precede di 58 posizioni ma che soprattutto ha dimostrato di essere già al momento un cliente ostico per il circuito ATP ottenendo sorprendentemente i quarti al Club della Regina nel ‘500’ del Queens – eliminando anche Ruud – e poi ripetendosi ad Eastbourne fino ad esordire in un main-draw Slam a Church Road dove ha conquistato il 2°T.

Ma il nostro Arnaldi, in questo frangente di stagione è decisamente on-fire, dieci giorni fa si è qualificato per la finale del Challenger di San Marino perdendo dal russo Kotov. Anche se la vera detonazione del suo talento era arrivata in maggio, prima facendosi conoscere al grande pubblico nostrano con l’apparizione agli Internazionali di Roma, tramite wild card della federazione, e poi con il successo a Francavilla al Mare superando nell’atto conclusivo Maestrelli. Nonostante i 7 doppi falli e i 40 non forzati, Matteo si è aggrappato al 64% di trasformazione con la prima per vincere il set d’apertura dove addirittura ci sono stati sei break, quattro ad opera dell’italiano. Stesso andamento nel secondo, questa volta quattro gli strappi complessivi di cui però tre subìti da Arnaldi. Nel parziale decisivo il ligure ha accelerato nella volata finale, con i break chirurgici giunti nel sesto e nell’ottavo game.

IL TABELLONE DELLE QUALIFICAZIONI MASCHILI DELLO US OPEN 2022

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