US Open, Swiatek sulla tensione tra Azarenka e Kostyuk: "C'è stata mancanza di leadership, ATP e WTA dovevano intervenire prima"

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US Open, Swiatek sulla tensione tra Azarenka e Kostyuk: “C’è stata mancanza di leadership, ATP e WTA dovevano intervenire prima”

Riflessioni mature da parte della numero uno del mondo: “Si parla tanto di come reagire alle sconfitte. Ma è difficile anche reagire alla vittoria di uno Slam”

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Iga Swiatek - US Open 2022 (Twitter - @usopen)
Iga Swiatek - US Open 2022 (Twitter - @usopen)
 

Iga Swiatek ha travolto, in versione locomotiva, la malcapitata Sloane Stephens concedendo alla tennista statunitense soltanto 5 giochi. La numero uno del ranking è così approdata al terzo turno dello US Open, e per eguagliare quantomeno il risultato ottenuto lo scorso anno dovrà superare la giocatrice di casa Lauren Davis. Tuttavia a tenere banco nella conferenza stampa post partita, è una questione che con il tennis giocato non ha alcun legame: il “caso” Azarenka-Kostyuk, (iniziato con la pubblica accusa dell’ucraina ai vertici del Major newyorkese in merito all’organizzazione di un evento di beneficenza, al quale anche la 21enne di Varsavia ha preso parte) con le due giocatrici che dopo essersi incontrate in campo a fine match, in un faccia a faccia a dir poco freddo non si sono neanche scambiate il classico saluto attraverso la stretta di mano e non si sono risparmiate ai microfoni con sfilettate taglienti. La polacca afferma convinta che gli organi a guida del movimento tennistico avrebbero dovuto intervenire con maggiore tempestività.

C’è spazio anche per toccare il tema relativo a come si affronta il primo grande successo della carriera. Per Iga molte volte si sottovalutano le difficoltà che un tennista incontra dopo aver ottenuto un trionfo Slam, che per certi versi secondo la visione della campionessa dell’ultimo Roland Garros sono imponenti e complesse.

D: Hai per caso la sensazione che forse sia quasi più facile giocare senza che le persone parlino della tua serie di vittorie sui campi in terra battuta? Avere subìto un paio di sconfitte, rende la situazione per te più normale e ti permette di affrontare in modo più semplice le partite che disputi?

Iga Swiatek: “Penso di aver avuto alcuni momenti durante quella serie di vittorie, in cui è stato sicuramente difficile affrontare le partite. È stato difficile per me non pensarci. Ma ero davvero in ‘the zone’, e stavo giocando spinta dal flusso positivo derivante da tutte quei successi. Quindi ho affrontato quel tipo di situazione abbastanza bene, cercando di portarla a mio vantaggio. Direi che mi è piaciuta molto quella situazione (sorridendo). In questo momento, di sicuro ho meno pensieri in testa, ma dall’altra parte comunque ci sono anche altre cose su cui devi lavorare. È sempre così nello sport, hai sempre qualcosa a cui devi adattarti e prepararti … L’unica differenza è che adesso ho altre sfide da affrontare, sfide diverse. Quindi non direi che è più semplice. È solo diverso”.

D: Sei la giocatrice numero uno al mondo. Ciononostante qui, c’è un’altra giocatrice, Serena Williams, che sta ricevendo molta attenzione. Questa cosa ha qualche effetto su di te? Ti facilita le cose?

Iga Swiatek: “Forse un po’ sì, di sicuro. Si vede benissimo la differenza rispetto al Roland Garros o a Wimbledon, quando ad esempio a Londra mi sono presentata dopo aver vinto il Roland Garros. Ma direi, che non ha molta importanza per me. Se giocherò bene e se farò il mio lavoro in campo, so che tutto ciò che sta accadendo non m’influenzerà. Poi ovviamente, stiamo parlando di Serena; se lo merita totalmente ed è abbastanza scontato per me che sia sotto i riflettori in questo torneo. Questo è il suo momento. Per quanto mi riguarda me, invece, sto soltanto pensando a giocare, concentrandomi su quello che devo fare in campo in ogni match che vado ad affrontare. Questa è la cosa più importante per me”.

D: Ieri Fernandez ha perso, mentre Raducanu era già stata eliminata al primo turno. Sembra che le giocatrici che ottengono grandi trionfi, poi fatichino. Tuttavia nel tuo caso, anche se ovviamente è dovuto passare un anno e mezzo dopo il tuo primo titolo al Roland Garros, al contrario sembra che tu sia stata molto più continua nel confermare quanto di eccezionale hai fatto vedere con l’affermazione a Parigi nel 2020. Quale pensi sia stata la chiave per essere così costante?

Iga Swiatek: “Questa è probabilmente la cosa di cui sono più orgogliosa, quindi grazie per avermelo chiesto. È sempre bello sentirne parlare. Onestamente, ci sono molte cose che penso stiamo facendo in modo leggermente diverso come team, e sono abbastanza felice di aver avuto delle persone davvero intelligenti al mio fianco e che mi hanno guidato dopo quella prima vittoria. Invece, per ciò che concerne le altre giocatrici, è difficile esprimere un’opinione perché ognuno ha una storia diversa, intesa anche come diversa preparazione al successo, perché devi anche prepararti per affrontare le conseguenze di una grande vittoria. Sono rimasta piuttosto sorpresa da questo, perché pensiamo sempre a cosa bisogna fare dopo una sconfitta. Ma, vincere un torneo del Grande Slam è un momento che ti cambia la vita. Questo era il mio obiettivo, esprimermi allo stesso livello anche nei mesi successivi al trionfo, e in qualche modo cercare di dimostrare a me stessa e agli altri che posso giocare altri tornei a quel livello. Credo alla fine di esserci riuscita, ho dimostrato che non era stato un caso. Quindi sono piuttosto orgogliosa di quello che ho fatto, ma è difficile descrivere quello che ho vissuto perché rappresenta tutto ciò che facciamo ogni giorno: bilanciare le cose in campo, con gli obblighi che ci sono fuori dal rettangolo di gioco. Non solo, anche una sorta di bilanciamento tra l’essere sotto i riflettori ovunque ti trova, con il concentrarti solo ed esclusivamente sul lavoro di campo. Ricordo di aver avuto pochi mesi dopo il mio primo successo al Roland Garros, la sensazione di andare in una direzione sbagliata, poiché stavo pensando a come utilizzare quel successo e crescere, ad esempio, dal punto di vista aziendale. Poi ho capito che la cosa più importante è solo giocare bene e che dovevo concentrarmi sugli allenamenti e sui miglioramenti da compiere in campo. Così ho provato a modificare la strada che stavo percorrendo, e sono stata in grado di cambiarla abbastanza velocemente; il che è diverso rispetto ad altri casi. Ma penso che la cosa fondamentale, sia guardare ciò che è veramente importante per te e quali sono le tue priorità, ovviamente per farlo devi anche avere persone come si deve intorno a te”.

D: Quali sono i tuoi pensieri sulla prossima partita, contro un’avversaria come Lauren Davis che non hai mai incontrato prima, ma con la quale hai comunque familiarità visto il suo gioco? Che tipo di sfida ti aspetta?

Iga Swiatek: “Ci siamo allenate un paio di volte, ma è stato qualche anno fa. Onestamente non so come stia giocando in questo momento, di sicuro ho conoscenza di come giocava qualche anno fa, ma non ho visto le sue ultime partite. Non c’è molto che posso dire su di lei, e sul match che mi aspetta. Di sicuro, so che cercherò di essere concentrata su me stessa ed essere propositiva, cercando d’imprimere al gioco un ritmo intenso. Tatticamente mi preparerò con il mio team, ma sarà domani”.

D: Credo che nessuno ti abbia chiesto un parere sulla seguente situazione: c’era stata vera tensione tra Azarenka e Kostyuk, dopo la loro partita. Nessuna stretta di mano, e tanta tensione. Entrambe ne hanno parlato. Sono curioso di sapere qual’è la tua opinione in merito, stai cercando di fare qualcosa per risolvere questa scomoda situazione, e cosa secondo te il tour può provare a fare? Si percepisce questa sorta di amarezza nello spogliatoio, tra le giocatrici dei Paesi che sono stati invasi?

Iga Swiatek: “Fondamentalmente penso che sia già troppo tardi. Ovviamente, non è mai troppo tardi. Ma penso che il momento migliore per l’ATP e la WTA di fare qualsiasi cosa era quando è iniziata la guerra, quando la tensione era già piuttosto grande negli spogliatoi. Penso che in questo momento sia già piuttosto incasinata la situazione oramai, e forse la prossima volta sarà più facile per noi giocatrici gestirlo se qualcuno ci guiderà o se qualcuno organizzerà, ad esempio, alcuni incontri tra noi tenniste per mostrare che dovremmo essere unite. Anche se ci sono Paesi che stanno invadendo altre nazioni, noi siamo giocatrici di tennis. È triste ma non è colpa nostra se sta accadendo. Penso che sarebbe stato molto più facile fare qualcosa all’inizio. In questo momento, è un po’ troppo tardi per risolvere il problema. Ma penso che dipenda anche molto dalle relazioni personali delle giocatrici, e questo inevitabilmente determinerà come gestirai la situazione e come comunicherai. Nel mio caso, in questo momento è facile dire che forse c’è stata mancanza di leadership, ma in quel momento non sapevo nemmeno io cosa fare. Però ci sono persone più intelligenti di me, quindi loro avrebbero dovuto avere un’idea”.

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