ATP Finals, Nadal: "Sono stato sempre sotto pressione, non ho avuto il tempo per poter cambiare la mia passività"

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ATP Finals, Nadal: “Sono stato sempre sotto pressione, non ho avuto il tempo per poter cambiare la mia passività”

Rafa Nadal riflette sul rientro, dopo la sconfitta con Taylor Fritz: “Spesso si rientra nel circuito attraverso gli eventi minori, dove non ti viene richiesto di esprimerti immediatamente al massimo”

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Rafael Nadal – ATP Parigi-Bercy 2022 (foto via Twitter @atptour)
 

E’ arrivato a Torino conscio della possibilità che questa seconda edizione sabauda delle Nitto ATP Finals potesse essere l’ultima partecipazione della carriera all’appuntamento di fine anno, ma allo stesso tempo ha approcciato al torneo dei magnifici otto consapevole della grande occasione che questo evento rappresentasse per il suo ultimo scorcio di carriera: ritornare sulla vetta più alta del ranking mondiale. Dunque Rafa Nadal è arrivato nel capoluogo piemontese con un bipolarismo interno, che sostanzialmente ed intrinsecamente andava a delineare la frantumazione della sua attuale anima tennistica: da un lato l’obbiettivo di mettere in bacheca un trofeo che gli è sempre sfuggito – spesso per infortuni che lo hanno rallentato sui finali di stagione – e contestualmente vivere la prima gioia da padre su un campo da tennis; dall’altra una condizione per nulla ottimale con la quale provare a realizzare tali sogni. A prevalere è stato il fisico sulla mente, che dopo il KO in rimonta di Bercy contro Paul ha visto il campione maiorchino naufragare dopo aver retto l’intensità del match per un set al cospetto del ripescato dell’ultimo momento Taylor Fritz. In conferenza stampa nel post-gara, Rafael ha analizzato i motivi della sconfitta ed in generale di un momento per lui difficile da raddrizzare; poiché è stato costretto in continuazione a soccombere alla potenza del californiano, non riuscendo mai ad uscire dal vortice di passività a cui lo ha vincolato il suo posizionamento in campo. Le gambe e la testa non vanno come dovrebbero, il 22 volte campione dello Slam avrebbe bisogno di giocare tanti – troppi per essere competitivo in questo momento – match per ritrovare la fiducia necessaria e mostrare in partita il livello che riesce ad esprimere in allenamento. Ora Auger-Aliassime, l’ultima spiaggia per proseguire il viaggio, nonostante forse per Nadal sarebbe stato più congeniale un rientro soft in un torneo minore; ma quelli come lui sono sempre condannati alla grandezza assoluta, a vivere e morire “sportivamente” nei grandi palcoscenici.

D: Hai appena dichiarato che nel tennis spesso a fare la differenza in una partita è il posizionamento in risposta, avere la capacità di scegliere la corretta posizione in ribattuta per un determinato momento del match. Hai avvertito che nel primo set tu stessi occupando le giuste posizioni in risposta, potendo così eseguire colpi determinanti ai fini dell’inerzia dello scambio? Se hai avuto questa sensazione, poi cosa è cambiato nel secondo set?

Rafael Nadal: “No, non credo di aver assunto le posizioni più consone per me in risposta durante il primo set. Penso che invece il mio servizio abbia funzionato molto bene, dandomi l’opportunità di avere un ottimo impatto sulla palla e di sprigionare molta potenza. Poi nel secondo set sono calato, semplicemente ho bisogno di giocare più partite a questo livello per poter competere interamente in un incontro, anche se indubbiamente io mi stia allenando bene, molto meglio di come stia giocando in partita. Ma questo è normale, inoltre questo certamente non è il torneo ideale e probabilmente neanche la parte di stagione migliore, per rientrare in Tour dopo un paio di mesi di assenza perché non hai il tempo necessario per acquisire la fiducia che ti serve. Poiché in questo evento, ti trovi immediatamente a dover fronteggiare un avversario molto duro, per di più su una superficie che porta a delineare la differenza in un match nei minimi dettagli. Questi piccoli dettagli, quasi sempre, vanno a favore del giocatore che in campo gode di maggiore fiducia; e questa situazione non rispecchia la mia versione delle ultime partite. L’unica cosa che posso fare è accettare le difficoltà e continuare a lavorare, questo è l’unico modo che conosco per risollevarmi. La base di partenza è estremamente buona, sono consapevole del fatto che io mi stia allenando molto bene e con il giusto atteggiamento nel fare le cose che servono in questo momento. Nelle partite per ora non sto migliorando, ma in questo torneo ho ancora una possibilità. Però ovviamente non sono felice del mio inizio, tuttavia questa prima partita è stata comunque molto importante per me”.

D: Rispetto al match di Parigi, pensi di essere ancora carente a livello di ritmo durante la partita? Cosa hai migliorato nelle ultime due settimane tra Bercy e Torino?

Rafael Nadal: “Sembra non molto (sorridendo, ndr). A parte le battute, come ho già detto ho avvertito in queste due settimane che in ogni singolo set di allenamento che ho giocato sono stato abbastanza competitivo in termini di livello generale offerto. Però, poi quando ti trovi ad affrontare un match ufficiale, è tutta un’altra storia. La maggior parte delle volte in cui affronti giocatori di alto livello, le partite sono decise dai piccoli dettagli. Fritz ha giocato aggressivo, servendo in modo assolutamente efficacie e colpendo ogni singola palla con grande risolutezza. Non è stata una partita per nulla facile. Ho avuto sulla racchetta, durante tutta la sfida, soltanto un paio di colpi comodi e sui quali sono andato totalmente fuori giri, perché non mi aspettavo nessun colpo facile visto il livello con cui stava colpendo. Complimenti a lui, alla fine è tutto merito suo la direzione che l’incontro ha intrapreso. Ma ripeto, tornando alla mia prestazione, quello che mi sta accadendo è qualcosa di normale dopo gli ultimi cinque mesi. Tuttavia nonostante sia normale, devo assolutamente evitare che io sia deluso perché penso di poter esprimere cose migliori di quelle che sto dimostrando. Continuerò ad allenarmi, provando a rialzare il mio livello”.

D: Nella prossima partita te la vedrai contro Felix Auger-Aliassime, con cui hai giocato al Roland Garros. Puoi parlarci delle tue impressioni in vista di questo prossimo incontro?

Rafael Nadal: “Certamente è una partita che vale come una normale partita di un qualsiasi torneo del circuito, perché il perdente uscirà dal torneo. Per quanto mi riguarda, devo soltanto accettare che posso e devo fare meglio alcuni aspetti del mio gioco. Spero di essere pronto a realizzare questo mio proposito. Lui è un avversario molto tosto, specie in questo momento visto che sta terminando la stagione giocando in modo incredibile e vincendo vari tornei in fila. Dunque un’altra grande sfida per me”.

D: Prima hai detto che alcuni dei punti più belli della partita, hanno in un certo senso fatto la differenza. Poi hai aggiunto che ha inciso pesantemente anche il fatto che tu non abbia potuto giocare così tante partite negli ultimi due mesi. Se potessi tornare indietro, e rigiocare questa partita; c’è un aspetto particolare del tuo gioco di cui non sei soddisfatto che miglioreresti, o leghi il tutto unicamente al fatto di non aver potuto giocare abbastanza nell’ultimo periodo per avere quel ritmo nel palleggio a cui sei abituato normalmente?

Rafael Nadal: “E’ abbastanza facile per me rispondere. Ho avuto meno tempo di lui per poter fare quello che avrei voluto, dunque cambierei questo aspetto tattico del match perché ho avuto la percezione che tutto stesse andando troppo velocemente. Quando si verifica questa situazione di gioco, normalmente sei sotto stress e non hai il tempo necessario per eseguire il colpo che vorresti. Nella maggioranza dei punti che si sono giocati nella partita, ho avuto una posizione difensiva in campo e di conseguenza un atteggiamento troppo passivo; mentre lui era in una posizione offensiva e questo gli ha garantito numerosi vantaggi. Ecco cosa è successo Questo è un qualcosa che è stato difficile poter contrastare da parte mia, anche perché per farlo devi essere molto più veloce di gambe e di testa di quanto effettivamente io lo sia stato. E’ un aspetto tattico che anche se ci lavori, devi vincere partite per riuscire a migliorarlo. Tante volte nella carriera mi è capitato di vivere questa situazione al contrario, con io a poter godere dei vantaggi di avere il pallino del gioco in mano e vedere contestualmente l’avversario impotente. Ma ogni qualvolta sono ritornato da un infortunio, non sono mai stato in grado di fare questo click. Soprattutto mi è successo, quando sono dovuto rientrare giocando contro i migliori giocatori fin dal primo match. Questo è ciò che sta accadendo qui a Torino, o che accade quando rientri partecipando ad un Masters 1000 come a Parigi. Normalmente quando si torna da infortuni o si è da tempo fuori dal circuito e dalle competizioni, è molto più probabile che il tuo livello aumenti perché riesci a vincere delle partite, di cui hai estremamente bisogno quando sei fuori dal Tour per un periodo prolungato. Spesso e volentieri si cerca di rientrare nel circuito attraverso gli eventi più piccoli, dove non ti viene richiesto di esprimerti al massimo per vincere un paio di match. E se riesci in questo, quando poi affronti avversari più forti sei più pronto. Possiamo trovare diversi modi per spiegare cosa accaduto, ma alla fine ciò che conta è che Fritz ha giocato veramente bene. Oggi [Ieri, ndr] inoltre non sono stato in grado di gestire la sua potenza. È ovvio poi, che su questo tipo di superficie devi giocare sempre molto bene, poiché non hai il tempo per pensare ad una tattica diversa tornando indietro o giocando in modo diverso. Le partite sul cemento indoor vanno ad una velocità così imponente che se poi ti ritrovi di fronte un giocatore come Fritz, che serve in modo così performante, allora sei costretto sotto pressione per tutto il tempo”.

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