Il cuore di Musetti, che emozioni con i disabili torinesi: “I veri campioni sono loro. Giocare le ATP Finals a Torino è un obiettivo” [ESCLUSIVO]

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Il cuore di Musetti, che emozioni con i disabili torinesi: “I veri campioni sono loro. Giocare le ATP Finals a Torino è un obiettivo” [ESCLUSIVO]

Il tennista di Carrara a Torino: “La Coppa Davis? L’assenza di Sinner è pesante, faremo ancora più gruppo”

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Torino aspetta Lorenzo Musetti come partecipante alle ATP Finals, da qui al 2025. Intanto lo accoglie a braccia aperte per due attività organizzate da Intesa Sanpaolo che hanno regalato al talentuoso tennista azzurro sorrisi e belle sensazioni.

Lorenzo, infatti, nella giornata di lunedì 14 novembre si è messo a disposizione di alcune comunità molto speciali. In mattinata si è recato alla Consulta per le Persone in Difficoltà di corso Unione Sovietica a Torino, mentre nel pomeriggio ha fatto visita al centro CEPIM di via Canonica per conoscere da vicino alcune associazioni del territorio torinese che si occupano di far crescere tramite lo sport ragazzi disabili o con sindrome di down. Le associazioni in questione sono state Air Down, Pandha, Sfide e Au.di.do.

Musetti ha così conosciuto da vicino tanti ragazzi speciali che lo ammirano per la sua immagine pulita e per il suo tennis talentuoso. Ha provato a giocare a tennis in carrozzina, sotto la guida di Pietro Mazzei, fortissimo giocatore e maestro di wheelchair tennis a Torino. Nel pomeriggio ha regalato momenti indimenticabili a giovani ragazzi che riescono a esprimersi come lui tramite il tennis, anche se in altri modi. A sottolineare quanto Musetti sia diventato una fonte di ispirazione per molti nonostante la sua giovane età c’è il fatto che Bruno Barone e sua figlia Giulia, dell’associazione Pandha, gli hanno mostrato un tatuaggio sul braccio identico al suo.

A margine delle due attività, Lorenzo ha concesso alcune dichiarazioni ai microfoni di Ubitennis.

Lorenzo, due attività in mezzo alle persone meno fortunate di Torino. Che sensazioni hai?

“Sono contento. Sono due esperienze che mi piacciono perché mi piace provare sulla mia pelle determinate cose e mi piace trasmettere gioia tramite il tennis, la passione di cui io vivo; la condivido con tanti ragazzi con sindrome di down o in carrozzina, che riescono ad esprimersi tramite questo sport. Fanno delle loro difficoltà una virtù, e questo è sicuramente qualcosa da prendere come punto di riferimento. I veri campioni sono loro, non noi, ed è bello poterci dare una mano a vicenda in questi eventi organizzati da Intesa Sanpaolo”.

Hai anche conosciuto due persone, un papà e una figlia, che si sono fatti anche un tatuaggio uguale a quello che hai sul braccio: un battito cardiaco con al centro una racchetta.

“Noi giochiamo a tennis per cercare di ispirare altre persone e per cercare di tramandare quello che siamo. Mi fa piacere che la mia immagine venga percepita come bella e trasparente. Vedere questi tatuaggi identici al mio mi ha fatto molto piacere”.

SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Lorenzo Musetti al microscopio

Tornare qui a Torino non solo per questo tipo di attività ma anche per competere alle ATP Finals è un sogno o una speranza?

“Farlo entro i tre anni che mancano è un obiettivo reale. Farlo già nel 2023 è un sogno, ma un sogno che si può concretizzare tramite il lavoro. Speriamo di rivederci qui in futuro in una veste un po’ più competitiva”.

Questa è stata una stagione in cui il mondo si è accorto del tuo talento. Che bilancio fai?

“Un bilancio molto positivo, soprattutto il finale di stagione è stato molto convincente e mi fa ben sperare per l’inizio del 2023, quando potrò scalare il ranking ancora di più. Obiettivi? In termini di ranking ancora no, ma sicuramente cercherò di fare del mio meglio”.

Ora però c’è la Davis. Hai già dimostrato di saper esaltarti quando difendi i colori dell’Italia…

“Sì, la mancanza di Jannik è pesante ma cercheremo di limitare la perdita facendo ancora più quadrato tra di noi”.

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