Berrettini amaro esce di scena anche a Phoenix (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
E’ un ritorno in pista che si annuncia lungo, quello di Matteo Berrettini, sconfitto ieri a Phoenix dal n. 132 del mondo, il russo Shevchenko, in tre set (6-4, 3-6, 6-3) . Volato in Arizona con l’obiettivo di disputare quante più partite possibili così da ritrovare una condizione ideale in vista del Masters 1000 di Miami, il n. 23 del mondo non è riuscito a bissare il successo ottenuto a fatica contro Vukic incappando in frequenti errori che hanno finito col vanificare quanto di buono era riuscito a costruirsi durante il match. Perso un primo set in cui non è parso mai infastidire il russo al servizio, Berrettini nel secondo parziale ha continuato a lottare dimostrando orgoglio in occasione delle tre palle break annullate a Schevchenko nel quinto game e per come è riuscito a chiudere a costruirsi e capitalizzare una delle poche occasioni concessegli dal rivale per riportare il match in parità. Lo sforzo è però costato caro all’azzurro nel terzo set. Con il russo divenuto impeccabile nei suoi turni di battuta, a Berrettini non è bastato invece il servizio come alleato, continuando ad annaspare quando chiamato allo scambio per poi finire preda di un istinto che continuava a dettar lui colpi e tempi su cui il suo fisico, ancora in rodaggio, non è riuscito a sintonizzarsi. Primo finalista del Masters 1000 di Indian Wells è il russo Daniil Medvedev che ha sconfitto lo statunitense Tiafoe. Sarà invece tra la bielorussa Aryna Sabalenka e la kazaka – nata a Mosca – Elena Rybakina, la finale del singolare femminile del Wta1000 di Indian Wells. Le due hanno battuto rispettivamente la greca Sakkari e la n.1 del mondo polacca Swiatek e si ritrovano dopo la finale degli Australian Open.
I ragazzi del futuro sono già il presente (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Non ancora al riparo dagli assalti dell’acne, il diciannovenne Carlos Alcaraz ha fatto sfilare la collezione primavera estate dei suoi colpi nei quarti di IW contro la sua bete noire preferita, Felix Auger-Aliassime, puntando sui colori accesi di una rinvigorita agilità fisica che aggiunge equilibrio alle note più scapestrate del proprio tennis, con sempre maggiore frequenza dirette verso rete. Dove mostra un’abilità di mano superiore a quella di Nadal (e qui è opportuno ricordare come Rafa, nella volée, fosse secondo al solo Federer). Sempre più maturo e sicuro, nei suoi attempati 21 anni, Jannik Sinner ha invece proposto, sullo sfondo del deserto che circonda Indian Wells, una rivisitazione del repertorio classico del tennis fondocampista dedicata all’uomo moderno che vuol essere protagonista della propria vita. Un uomo sempre elegante nelle scelte e attrezzato per essere al centro dell’attenzione. Senza disdegnare il lusso, anzi lasciando che occhieggi brillando tra le conclusioni sempre più potenti e precise con cui ha inchiodato Wawrinka negli ottavi, poi Fritz nei quarti. Dritti e (soprattutto) rovesci che sono sembrati superiori, per incisività, a quelli di Djokovic. Ci ostiniamo a chiamarli i ragazzi del futuro, ma i due stanno costruendo il presente del tennis, allungando un’amichevole rivalità che nel corso della nottata ha prodotto il quinto scontro e promette molto bene per gli anni a venire. Non sono soli, e non è detto che riescano a distaccarsi – come riuscì ai troppo forti Roger, Rafa e Nole – dal gruppo degli altri della Z Gen, che si sta spandendo tra i primi 100 della classifica e promette di apportare modifiche anche al vocabolario del tennis, coni suoi curiosi modi di dire. Un colpo cringe? Davvero imbarazzante. In campo è un trigger… Un avversario che fa incazzare. Oppure, sei un Bufu… Un acronimo (By Us Fuck U) per recapitare – al trigger di cui sopra – la sentenza che, per quanto li riguardi, può andare anche a quel paese. Se il limite è quello dei 22 anni, sono già in 11 tra i Top 100, e tutti entro la cinquantaseiesima poltrona al momento affittata al britannico Jack Draper. Se alziamo l’asticella ai 23 anni, ne vanno aggiunti altri sei. Come dire che già un 20 per cento della zona nobile della classifica appartiene ai Tennisti appena nati. Non è difficile immaginare quanti di essi possano aspirare a un futuro luminoso. Alcaraz (19 anni), Rune (19) e Auger-Aliassime (22) sono già Top Ten, Sinner (21), due volte n. 9, il prossimo a rimettervi piede Musetti (21), Korda (22) Shelton (20), forse Brooksby (22) e Draper (21) quelli che sembrano in grado di tentare l’aggancio. Ma Alcaraz e Sinner hanno qualcosa in più, hanno dato forma a una rivalità che ha colpito l’occhio degli appassionati mentre si stavano chiedendo che cosa fare, e a chi attaccarsi, dopo l’addio di Federer. […]