Monfils, il nuovo infortunio getta ombre sul futuro: “Spero di non dovermi operare”

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Monfils, il nuovo infortunio getta ombre sul futuro: “Spero di non dovermi operare”

Nonostante il ritiro contro Humbert per il problema al polso, Gael Monfils cerca di rimanere positivo: “Inutile impazzire finché non saprò cosa è successo”

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Gael Monfils - Montreal 2022 (foto Twitter @OBNmontreal)
 

Era appena iniziato, ma era iniziato bene per Gael Monfils il derby con Ugo Humbert a Miami. Poi, al servizio sul 3-1, un dolore acuto al polso destro e la richiesta dell’intervento del fisioterapista. Dopo qualche manipolazione, Monfils ha ripreso il gioco, ma dopo un paio di game si è dovuto arrendere al dolore.

“Spero non si sia rotta la guaina come è successo a Corentin Moutet” ha detto il trentasettenne francese secondo quanto riporta il quotidiano l’Équipe, “perché, se è quella, bisogna operare e stare fermi sei mesi”. A fine gennaio, infatti, il mancino di Parigi si è dovuto sottoporre a un intervento chirurgico al polso destro. “Ho sentito un forte schiocco sul servizio e ho tentato la smorzata perché ho capito immediatamente che non era nulla di buono. Mi ero fatto un po’ male alla mano la settimana scorsa [nel match di primo turno a Phoenix perso da Shevchenko], ma non so se c’entri. Prima mi hanno manipolato e alla fine applicato un bendaggio. Non riuscivo a colpire il dritto, solo il rovescio”.

Dopo una tormentatissima e monca stagione 2022, Lamonf è rientrato nel circuito due settimane fa a Indian Wells, sconfitto all’esordio da Thompson. “Sono molto deluso perché stavo meglio fisicamente” ha proseguito Gael. “Penso si vedesse. Mi muovevo meglio, correvo bene verso destra e verso sinistra. Ma mi sono fatto male al polso. Allora cerchi di compensare, ma non è mai una buona idea. E infatti mi era venuto male al braccio per questo motivo”. Proprio dopo il ritorno al BNP Paribas Open, aveva detto che se mi infortuno di nuovo, è finita, cala il sipario. So che sono appeso a un filo.

Tuttavia, dopo il ritiro contro Humbert, non è sembrato farsi prendere dallo sconforto. “Ero molto abbattuto subito dopo, ma bisogna pensare che le cose siano un po’ più positive e, dal momento che non so quale sia il problema, cerco di non dare di matto”.

Trasferta statunitense finita, ora si torna a casa. “Farò degli esami e poi ci saranno i trattamenti. Non so se ne avrò per due, sei o più settimane. Non sono riuscito a non rifarmi male, dev’essere qualcosa che non faccio bene. Non è quello che voglio ma, se mi dicono che mi sono rotto il polso e ne avrò per nove mesi, beh, dovrò rifletterci. Però non credo che dovrò stare fermo tanto a lungo”.

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