ATP Montecarlo: Cinque azzurri in cerca di gloria nel Principato. Per Berrettini prova del 9, per Sonego quasi mission impossible, Sinner non può tradire

Editoriali del Direttore

ATP Montecarlo: Cinque azzurri in cerca di gloria nel Principato. Per Berrettini prova del 9, per Sonego quasi mission impossible, Sinner non può tradire

E poi c’è il derby fra quasi coetanei, Musetti e Nardi, in lotta da 6 anni. Nardi ha vinto una sola volta…Rune-Thiem match di cartello

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Monte Carlo Rolex Masters, Lorenzo Sonego, 11 Aprile, 2023. Photo Felice Calabro’
 

È stato proprio un martedì azzurro. Per una volta il nostro titolo al mio editoriale ha portato bene. Erano in programma 12 singolari e 4 doppi, ma a noi interessavano soprattutto i 3 singolari dei tre italiani, Sonego, Nardi e Musetti.

Avevo dato per scontato il successo di Nardi contro il tennista monegasco n. 357 del mondo e difatti il pesarese ha vinto in due set, 7-5,7-5, andando sempre in vantaggio di un break, facendosi ribreakkare, ma poi chiudendo…senza giocare troppo bene, ma insomma si sapeva che sarebbe bastato.

La vittoria di Sonego, avrete già letto, è stata di inaudita sofferenza. Strappata per i capelli. Ma a lui succede spesso. “Polpo”, il nomignolo che gli avevano dato perché “remava” da fondocampo e recuperava sempre tutto, recupera anche i match che sembrano perduti. Due volte sotto 5-4 sul servizio di Humbert, nel secondo e nel terzo set dopo aver perso il primo 6-3, due set vinti per 7-5, compreso quello del terzo set dopo aver annullato 4 match point, molto per merito suo ma anche con la complicità del francesino che sulla terra battuta non è mai stato un fenomeno – neppure quando è arrivato a n.25 del mondo – ma che stavolta ha giocato davvero benino.

Humbert è stato una vittima pesante del COVID: lo ha preso più volte, l’ultima 15 giorni fa, e quando lo ha preso la prima volta è stato tanti mesi fermo per una debolezza paragonabile a quella di chi prende in modo tosto la mononucleosi. Non riusciva ad allenarsi, a stare in piedi. È bello che si sia ripreso, ma è rimasto fragile. Ha avuto anche i crampi…ma quelli li ha avvertiti anche Sonego. Non ci fosse stato un pubblico da campionato di calcio sul campo 2, tutto italiano, chissà se Lorenzo ce l’avrebbe fatta. In campo alla fine è volata anche una sciarpa della squadra del cuore, del Torino: “Forse è stato mio zio a lanciarla”.

Ora questo mercoledì Lorenzo ha Medvedev, reduce da 4 vittorie in 5 finali, però mai troppo a suo agio sulla terra rossa. Tuttavia, difficile credere che non sia il favorito, che non sia più forte di Humbert.

Saprà Lorenzo approfittare del messaggio regalato a mondo del tenns da Carlitos Alcaraz quando, approfittando della distanza che Medvedev si prende per rispondere – 10 metri più indietro della riga del servizio – giocò tantissimi serve&volley?

Ne ho parlato a lungo con Gipo Arbino, il coach di Lorenzo: siamo arrivati a disquisire se fosse meglio provarci sui punti pari o dispari, se quando in vantaggio ai punti del game per assorbire l’eventuale risposta vincente di Daniil, insomma se l’ascoltate forse chi è appassionato di tattiche di gioco potrebbe divertirsi.

Giocano tutti e 5 gli italiani impegnati questo mercoledì nei sedicesimi di finale ma solo il derby fra gli amici Musetti e Nardi – sette anni dopo il loro primo duello da under 14 – garantisce una presenza italiana negli ottavi. Quasi certamente …fugace, perché ad attendere il vincitore del derby sarà Nole Djokovic che questa volta non ha fatto la fine dello scorso anno contro Davidovich Fokina: contro Gakhov, russo quasi…ispanico d’adozione come l’altro, Nole ha mostrato qualche impaccio nel primo set ma poi ha finito in crescendo rossiniano. “Ma sulla terra rossa, se sto fermo un mese, faccio sempre fatica a ritrovare il giusto timing. Non so bene perché, ma mi ci vogliono quasi sempre 10-15 giorni…ma di gara. L’allenamento serve, ma non è la stessa cosa” ha detto il n.1 del mondo.

I match meno intrigante degli altri tre italiani è forse quello di Sinner contro Schwartzman, perché sebbene la terra rossa sia la superficie prediletta per l’argentino e forse quella meno amata per l’altoatesino, però mi sembra che oggi il divario fra i due sia consistente, indipendentemente dal fatto che Jannik abbia conquistato il best ranking questo lunedì, n.8 del mondo. Da n.9 che era il trentenne argentino è sceso a n.37 e fino a pochi giorni fa sembrava in discreta crisi. I due hanno giocato insieme il doppio e l’hanno perso al secondo turno, dal duo francotedesco Martin&Mies: 6-4,6-4. L’unico precedente è quello della finale di Anversa, indoor: finì 6-2,6-2 per il nostro. Ma direi che non conta troppo.

Ho grande curiosità per l’inedito duello Berrettini-Cerundolo. È quasi una prova del nove per Matteo, dopo che ha battuto Cressy, un test che secondo me non vale granchè. Cerundolo è n.33 ATP, ma sulla terra rossa vale qualche posizione in più. Mentre su Berrettini n.22 non mi sento di dire la stessa cosa, su questa superficie. Sull’erba non ci sarebbe storia. Vedremo…ma non fidatevi dei bookmakers.

Che Sonego possa battere Medvedev mah, mi sembra difficile. Perché anche lo sforzo sostenuto oggi, sia fisico sia mentale per 2h e 58 m, potrebbe farsi sentire. Certo c’è il ricordo di quei nove set point avuti nel primo set, poi perso al tiebreak, ad Adelaide a gennaio: quello è il solo precedente. Lorenzo si ritirò all’inizio del quarto game, sotto 2-1, per crampi all’adduttore…e prima ad una mano e a un braccio. Ma era reduce da una influenza.

La partita vinta da Sonego è stata la terza dopo match point annullati: analoga “remuntada” era riuscita a Hurkacz con Djere e a Bautista Agut con Krajinovic.

Se Lorenzo vincesse magari canterà per voi il suo hit musicale: “Un soolo secondo”. Dicono che abbia superato il milione di ascolti… 

Mi intriga molto il match Thiem-Rune. Voglio capire se l’austriaco è davvero tornato in sé. Buon tennis a tutti.

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