ATP Montecarlo, Nardi: "Ho iniziato a prendere il tennis seriamente due anni fa, ho anche pensato di smettere perché non mi divertivo più"

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ATP Montecarlo, Nardi: “Ho iniziato a prendere il tennis seriamente due anni fa, ho anche pensato di smettere perché non mi divertivo più”

Dopo il successo sul monegasco Vacherot, ora testa al derby con Musetti: “Ci conosciamo da quando siamo piccoli, abbiamo giocato contro diverse volte. Io ho vinto soltanto in un’occasione”

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Luca Nardi - Montecarlo 2023 (Photo Felice Calabro’)
 

Luca Nardi ha centrato il primo successo nel main-draw di un Masters 1000 al Country Club di Montecarlo, superando la wild-card locale Valentin Vacherot con un doppio 7-5 in quasi due ore di gioco. Tra i tanti temi toccati dialogando con la stampa italiana in loco tra cui il Direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta, il 19enne pesarese si è proiettato anche sulla prossima sfida tutta tricolore con Lorenzo Musetti. Ecco a voi le parole del n. 159 ATP

D. Io credo di averti visto giocare contro Musetti nelle semifinali dei Campionati Under 14 a Bologna, adesso vi ritrovate a giocare contro nel secondo turno di Montecarlo. E’ sicuramente una bella storia, ti ricordi di quel match?

Luca Nardi: “Sì, certamente è una bella storia. Come hai detto giustamente, noi ci conosciamo da quando siamo piccolini, abbiamo giocato insieme diverse volte. Ha quasi sempre vinto lui, io vinsi soltanto in un’occasione. Quella volta lì a Bologna, invece, fu la nostra prima partita uno contro l’altro e sicuramente poter giocare contro qui a Montecarlo è una bellissima soddisfazione. Poi vedremo come andrà, ma sarà sicuramente una bella partita“.

D. Ciao, complimenti. Se non ricordo male tu vincesti [contro Musetti, ndr] a Santa Margherita di Pula nel 2019. Sei un 2003, stai facendo il tuo percorso come dicono giustamente tutti. Il problema però della tua generazione è che ci sono un paio di 2003 che stanno facendo qualcosa che va un pò oltre. Ti chiedo, quindi, intanto dal punto di vista della pressione questo cosa significa. E poi ti chiedo anche, in ogni caso di te già a 14 anni si parlava come di un possibile grande talento, di un giocatore che ci avrebbe riportato ai vertici. Adesso per fortuna ne sono arrivati altri, insomma però come hai gestito la pressione di dover essere in qualche modo un predestinato?

Luca Nardi: “Ma io non mi sono mai considerato un predestinato, io ho sempre fatto le cose per la mia strada. Appunto ci sono Alcaraz e Rune, che sono del mio stesso anno, che sono numero uno e numero otto. Quindi sono chiaramente molto lontani da me, io ho fatto un percorso diverso. Io ho iniziato a prendere il tennis seriamente, ovvero allenandomi con una certa costanza ed un certa voglia solamente da due anni, due anni e mezzo. Prima mi impegnavo molto, ma non è che fossi così tanto centrato. Ora invece da quasi due anni cerco di prenderla in maniera più seria. Come pressione non ne ho perché ognuno ha il suo percorso, quindi vedrò quello che farò e spero di poter raggiungere certi risultati“.

D. Cosa ti ricordi della partita di Santa Margherita di Pula e oltre a questo volevo chiederti che effetto ti ha fatto giocare in un campo del genere con un tifo veramente da stadio

Luca Nardi: “Allora di quella partita lì, mi ricordo che vinsi io al terzo set. Mi ricordo che non è stata una bella partita, perché ogni volta che giochiamo siamo entrambi parecchio tesi poiché ci conosciamo bene. Ci siamo allenati tante volte assieme, non è stata una bella partita però personalmente è sicuramente bel ricordo dato che rappresenta l’unica volta in cui ho vinto. Poi sì, oggi giocare qui in un Masters 1000 con parecchio tifo sicuramente mi ha dato una bella carica e spero che domani ce ne sia altrettanto. Vedremo per chi di più e per chi di meno, però spero ci sia di nuovo“.

D. Quella di oggi Luca era una partita probabilmente più difficile mentalmente che tecnicamente, dopo i due match delle Qualificazioni. Volevo sapere come l’hai gestita e se magari in passato questo tipo di match ti avevano creato qualche problema in più

Luca Nardi: “Sì, oggi è una stata una partita non facile perché non ho giocato bene tennisticamente parlando. Lui è subito entrato in partita centrato, era pienamente sul pezzo. Non mi aspettavo che giocasse così, non lo conoscevo. Avevo visto solamente qualche video, ma non sapevo bene come giocasse. Mi ha un pò sorpreso perché ha un ottimo servizio, pensavo che si muovesse un pochino peggio ed invece è stato parecchio solido. Quindi è stata una partita parecchio difficile, poi anche lui aveva molto tifo. Per cui non è stato facile estraniarmi dal contesto, però anche io dalla mia ne avevo altrettanti [di tifosi, ndr], quindi sono contento così“.

D. Ubaldo Scanagatta, Ubitennis: Ci racconti qualcosa di te e di Musetti, hai detto che siete stati tanto insieme, vi siete allenati insieme. Non so qualche racconto, andavate a cena fuori, al cinema, giocavate a carte. Che facevate, al di la dell’affrontarvi sul campo, vi telefonate, vi messaggiate?

Luca Nardi: “Va be adesso abbiamo perso un po’ i rapporti, perché essendo più alto in classifica di me [Musetti, ndr] fa tornei diversi da me. Però fino a qualche anno fa, invece, abbiamo fatto le nazionali insieme. Quindi sì, passavamo anche dei momenti insieme fuori dal campo, andavamo a cena fuori, eravamo in camera insieme, abbiamo giocato a calcio insieme. Quando eravamo insieme nei tornei, ad esempio giocavamo a scopone scientifico. Quindi sì, quando ci vediamo ci piace passare del tempo insieme“.

D. A calcio e a scopone, chi è più bravo?

Luca Nardi: “A calcio così e così entrambi, però a scopone lui è forte, è bravo. Ha un buon compagno, io invece sono un po’ una pippa [sorriso in sala stampa, ndr] “.

D. Senti hai detto che due anni, due anni e mezzo fa hai iniziato a prendere più seriamente il tennis. Cosa è cambiato, cosa ti ha spinto, qual è stato il momento che ti ha fatto scattare la cosa?

Luca Nardi: “Non saprei, perché io nella mia brevissima carriera ho anche pensato di smettere di giocare a tennis perché c’erano dei momenti in cui non mi divertivo più. Quindi non è stato facile, mi sono stati vicini i miei genitori che mi hanno dato una mano e pian piano le cose sono andate sempre meglio. Poi due anni fa ho visto anche ragazzi della mia età che magari facevano certi risultati e devo dire che questo mi ha stimolato. Loro chiaramente si allenano così da quando hanno 12 anni, sono dei veri professionisti sin da quando sono piccini e questo penso sia stato ciò che mi abbia stimolato maggiormente“.

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