Roland Garros, Muchova dopo la vittoria su Sabalenka: “Nel terzo set ho cercato solamente di tenerla lì e metterle pressione”

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Roland Garros, Muchova dopo la vittoria su Sabalenka: “Nel terzo set ho cercato solamente di tenerla lì e metterle pressione”

“All’inizio del terzo set ero molto stanca, ma anche grazie al pubblico sono riuscita a reagire”. Queste le parole della ceca, che sabato giocherà la sua prima finale in uno Slam

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Karolina Muchova - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Tutti erano in attesa della finale tra Swiatek e Sabalenka, rispettivamente numero 1 e 2 della classifica WTA, che si sarebbero contese non solo il titolo del Roland Garros, ma anche il primato del ranking. Questo, però, non è successo. A dire di no è stata Karolina Muchova, numero 43 del mondo, che da lunedì otterrà il suo best ranking di numero 16 (se dovesse vincere il torneo salirebbe al decimo posto). Trovatasi sotto 2-5 nel terzo parziale, la ceca ha dovuto fronteggiare un match point a favore di Sabalenka. Dopo averlo annullato, non ha più perso un game e si è garantita un posto per la sua prima finale Slam in carriera, dove se la dovrà vedere, tanto per cambiare, con Iga Swiatek.

Qui sotto le sue dichiarazioni in conferenza stampa:

D: Hai avuto molti infortuni durante gli anni. Questo risultato, secondo te, è arrivato in ritardo? Senti che questi sono risultati che avresti dovuto raggiungere in passato, se solo avessi potuto mantenere un buono stato di forma come quello che hai adesso?

 

Muchova: “Io non la penso così; chi lo sa che cosa sarebbe potuto succedere. Penso che ogni cosa necessiti del proprio tempo. Sicuramente in passato non è stato facile, ma è proprio questo che mi fa apprezzare questo risultato ancora di più. Essere in finale in uno Slam è un sogno”.

D: Sei stata in difficoltà fisicamente durante il match? Come ti sei sentita oggi? E infine, pensi che le prossime 24-48 ore siano abbastanza per recuperare?

Muchova: “E’ stato un match lungo e intenso, quindi dopo due ore di gioco il mio corpo ha iniziato a sentire la stanchezza. Correvo a destra e a sinistra cercando di giocare ogni colpo con potenza, quindi serviva molta energia. Ho avuto un piccolo calo nel terzo set, e l’ho percepito perché mi sentivo più lenta. Ma dopo la situazione si è capovolta grazie all’energia del pubblico. Adesso mi sento parecchio stanca, ma domani avrò un giorno libero, quindi cercherò di recuperare e spero di sentirmi bene per sabato”.

D: Quando devi fronteggiare un match point, come ti comporti?

Muchova: “In questo caso ero al servizio, quindi ho semplicemente cercato di mettere a segno un buon servizio, e ha funzionato. Dunque, non ho pensato al match point come un momento in cui avrei dovuto mettermi pressione, ma come un punto qualsiasi in cui però dovevo rimanere concentrata. Poi nell’arco della partita ho potuto fare affidamento sul mio servizio, e questo mi ha aiutato a uscire da momenti difficili”.

D: Nel terzo set, quando hai iniziato a recuperare, hai più avuto l’impressione che il tuo gioco stesse aumentando di livello o che lei stesse calando?

Muchova: “All’inizio del terzo set c’è stato un mio calo, ma poi è arrivato il suo. Ho avuto quindi la chance e l’ho colta. Da lì ho iniziato ad andare forte, e nel mentre vedevo che lei faceva fatica e commetteva molti errori; quindi ho solo cercato di tenerla lì”.

D: Questo è sicuramente il picco della tua carriera. Pensando ai momenti difficili come ad esempio gli infortuni, quale credi sia stato il momento più basso che hai vissuto? Hai mai pensato magari che il tuo corpo non fosse in grado di farti allenare duramente e quindi non valesse la pena sforzarsi per giocare a tennis?

Muchova: “Ci sono stati molti cali, da un infortunio all’altro. Sicuramente quando ho saltato l’Australian Open l’anno scorso ero in un cattivo stato di salute, e stavo comunque lavorando molto per cercare di tornare a giocare. Alcuni dottori mi avevano detto che forse era meglio che non praticassi più sport, ma ho cercato comunque di rimanere positiva nella mia testa, cercando di lavorare svolgendo tutti gli esercizi necessari per tornare a competere. Ovviamente l’anno scorso, quando ho visto che la mia classifica era calata, stavo pensando di giocare dei piccoli tornei, e l’ho fatto; ci ho provato, ma lì non mi sono sentita bene. Volevo sentirmi motivata a giocare per tornare a livelli alti, ma non ci riuscivo per qualche ragione. Sapevo, inoltre, che quest’anno avrei avuto ancora qualche occasione per entrare nei tabelloni principali grazie alla classifica protetta. Mi dicevo che mi sarei chiesta come proseguire dopo Indian Wells, perché lì era l’ultimo torneo che potevo giocare con la classifica protetta. Alla fine ho constatato che avevo giocato bene a Dubai e a Indian Wells, e che la mia condizione fisica era buona”.

D: L’anno scorso qua hai battuto Sakkari e ti sei infortunata. Mi ricordo una foto di te molto arrabbiata. Quest’anno hai battuto Sakkari e poi sei arrivata in finale. Quanto è soddisfacente essere riuscita a compiere questa cavalcata dopo quello che era successo l’anno scorso? Sai, inoltre, che non hai mai perso contro una giocatrice tra le prime 3 al mondo? Che cosa ti rende, quindi, una giocatrice che performa bene in questi match impegnativi?

Muchova: “Non sapevo di questo (sorride, ndr). Penso possa essere il mio gioco e il mio spirito combattivo a mettere in difficoltà le giocatrici. Oggi è stata una battaglia molto impegnativa, e là fuori ho sicuramente dato tutto”.

D: (Microfono spento)

Muchova: “Quest’anno ho fasciato meglio le mie caviglie già dal primo turno. Dell’anno scorso, invece, non voglio parlare, perché ho passato momenti molto tristi. Ma alla fine le difficoltà ti rendono più forte, quindi il fatto di aver passato momenti difficili l’anno scorso mi fa apprezzare di più quello che sto vivendo adesso”.

D: Nel terzo set quali emozioni hai provato? Eri tesa oppure ti sentivi come se il match ti fosse scivolato dalle mani e quindi eri piuttosto “calma”? Dov’erano la tua testa e il tuo cuore quando stavi mettendo in atto quella rimonta?

Muchova: “Non saprei. Ero consapevole che si trattava della semifinale di uno Slam e mi stavo giocando l’accesso alla finale, quindi volevo dare tutta me stessa. Sotto 2-5 non sapevo se ce l’avrei fatta a rimontare. Ho pensato solo che dovevo provarci mettendole pressione, giocando punto per punto e magari inserendo qualche slice o palla complicata, perché al servizio comunque lei stava andando forte. Ogni tanto ho dovuto lasciarmi andare e tirare qualche urlo, ma in generale ho cercato di rimanere calma per tutta la durata della partita.

D: Si è sempre parlato bene del tuo modo di giocare e della varietà dei tuoi colpi. Durante gli allenamenti sei sempre stata sicura che avresti mantenuto questo stile di gioco? C’è mai stato un momento in cui magari ti sei detta che dovevi giocare come tutte le altre?

Muchova: “No, non c’è mai stato un momento del genere perché non ho mai voluto imitare qualcun altro. Questo è il modo di giocare che mi diverte, e ci credo in questo. Con il team stiamo cercando di migliorare, ma vediamo ogni giorno che il mio gioco funziona, quindi lo terrò così”.

D: Ho sentito che in passato hai cantato la canzone “If God Was One of Us”. C’è stato un momento nella partita in cui stavi pregando per te stessa o magari cercavi aiuto da un potere superiore, così che potessi imbastire una rimonta come poi hai effettivamente fatto?

Muchova: “Non prego durante le partite. Ero solamente concentrata nel gioco, e mi ripetevo che avrei dovuto giocare nel miglior modo possibile”.

D: Ti chiedo se puoi parlare di una delle tradizioni più incredibili di questo sport: il successo delle tenniste ceche. Perché, secondo te, è una bella tradizione? Questo ti ha aiutata?

Muchova: “Mi fanno questa domanda ogni volta che faccio una conferenza stampa, quindi cercherò di trovare una risposta diversa anche questa volta; lo faccio sempre (ride, ndr). Penso che ci siano molte giocatrici ceche che hanno un buon livello, e quelle più giovani cercano di imparare qualcosa di buono da noi, soprattutto quando ci alleniamo insieme. Penso, quindi, che così possano vedere che è possibile diventare una tennista professionista. Abbiamo anche buoni coach comunque. In Repubblica Ceca, in genere, mamma e papà si prendono molta cura dei loro figli, quindi anche questo penso possa essere un punto chiave”.

D: Hai ammirato una giocatrice ceca quanto eri piccola?

Muchova: “Non così tanto. Ho potuto constatare, giocando partite fuori competizione contro Kvitova e Pliskova, che avrei comunque potuto competere con loro. Al tempo non avevo classifica, ma non mi sentivo come se mi potessero battere 6-0 6-0, ma anzi, riuscivo a vedere una chance. Sentivo che potevo giocare a quel livello, e questo sicuramente mi ha dato fiducia, che poi ho portato nel tour professionistico”.

D: Siccome hai giocato 5 volte contro giocatrici tra le prime 3 posizioni del ranking e hai sempre vinto, volevo chiederti: come fai? Se giocherai in finale contro Swiatek, sarai la favorita?

Muchova: “Non penso che sarò la favorita, e non sapevo di questa statistica. Ciò comunque mi fa vedere che posso giocarmela anche con le migliori, quindi questo mi dà molta fiducia”.

Traduzione di Andrea Binotto

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ATP Astana: derby austriaco ai quarti tra Thiem e Ofner. Avanzano anche Korda e Griekspoor

Thiem rischia, ma batte Giron. Spento Bublik, bene Griekspoor e Korda

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Completato il quadro del tabellone dei quarti dell’ATP 250 di Astana. Sarà derby austriaco tra Dominic Thiem e Sebastian Ofner e lotta tra battitori come Tallon Griekspoor e Sebastian Korda, reduci rispettivamente da 17 e 12 aces nei loro match validi per gli ottavi di finale.

Qualche preoccupazione di troppo per l’olandese che ha impiegato tre set per avere la meglio su Sho Shimabuku chiudendo 7-6(5) 6-7(3) 6-1. Qualche rammarico il giapponese lo ha per il primo parziale quando non ha sfruttato due setpoint consecutivi nel decimo gioco. Per il resto solido l’olandese che ha fatto registrare un solo passaggio a vuoto nel tie-break del secondo set. Il giapponese ha commesso 9 doppi falli in totale, 7 nel primo set, mentre il suo avversario ha piazzato ben 17 servizi vincenti.

Sebastian Korda, invece, di aces ne ha piazzati 12 e ha sconfitto Nuno Borges 6-4 7-6(4) in 1ora e 26′. L’americano ha avuto un solo passaggio a vuoto, quando si è fatto breakkare nel sesto gioco facendo salire 4-2 il suo avversario. Provvidenziale il controbreak, con i due giocatori che si sono presentati al tie-break senza concedere punti agli avversari nell’ultimo turno di battuta del set. Korda recupera un minibreak di svantaggio e chiude al primo matchpoint.

 

Grazie a un tie-break spettacolare, Dominic Thiem ha la meglio su Marcos Giron battuto 6-3 4-6 7-6(2)

Solito copione con lo svizzero che non sfrutta tre palle break nel quinto gioco del secondo set per chiudere il match e subisce un parziale di 11-0 che gli costa il secondo set. Nel terzo, invece, è Giron a non chiudere i conti sprecando due palle break consecutive: il tie-break è scontato ed è vinto da Thiem 7-2.

Non pervenuto Alexander Bublik nel match contro Sebastian Ofner. Dinanzi al pubblico di casa, in 68′ il n. 35 del ranking si butta via 6-4 6-2.

Austriaco bravo a non far “accendere” il kazako, apparso davvero molto spento.

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ATP

ATP Pechino, ai quarti niente derby russo: Medvedev c’è, Rublev eliminato da Humbert. Zverev vince di notte

Rublev va a servire per il match ma si smarrisce per meriti di Humbert che ora affronterà Medvedev. Zverev piega Davidovich Fokina alle 2.30 del mattino

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[8] A. Zverev b. A. Davidovich-Fokina 6-7(4) 6-2 6-1 (Danilo Gori)

Intorno alla mezzanotte a Pechino va in scena l’ultimo degli ottavi di finale, che Alexander Zverev fa suo in circa due ore e quaranta minuti con il punteggio di 6-7(4) 6-2 6-1 ai danni di Alejandro Davidovich-Fokina. Un match diviso in due parti, dove nella prima assistiamo a una sfida altalenante e assolutamente non legata alla regola dei servizi. Fokina fa qualcosa in più, è al meglio della sua condizione fisica e strappa il vantaggio iniziale.
Dall’inizio della seconda frazione in poi però Zverev alza decisamente il livello del suo gioco: decide, quando l’orologio segnala la una e mezzo, che è bene fare in fretta e toglie il respiro all’avversario imponendo un ritmo e una velocità di palla non controllabili. Il secondo e il terzo set durano complessivamente come il primo, ma lo spagnolo si aggiudica soltanto tre game. Il tennista amburghese sale così 4-1 nei confronti diretti (ultimo episodio a Toronto favorevole all’iberico per 6-1 6-2) e raggiunge nell’appuntamento dei quarti di finale il cileno Nicolas Jarry, che ha superato il nostro Arnaldi nel turno precedente.

Primo set: molti break, Davidovich è più vivace e si impone allo shootout

Nessuno dei due è particolarmente efficace con il servizio. In particolar modo il tedesco tiene nel parziale una percentuale di prime palle in campo vicino al 90% ma lo spagnolo riesce a contenere piuttosto bene i colpi di inizio gioco del rivale. Questo particolare fa sì che il set cambi spesso direzione con break e controbreak che rendono lo svolgimento della frazione piuttosto imprevedibile.
Entrambi prediligono il gioco in diagonale e Davidovich è dei due quello che più spesso cerca la variazione con l’affondo in lungolinea o con la palla corta, altro espediente molto utile vista la posizione arretrata sul campo tenuta dalla testa di serie numero 8. Il primo break arriva nel terzo gioco e se lo aggiudica il tennista iberico, traendo vantaggio da quattro errori consecutivi del tedesco, in imbarazzo quando si tratta di affondare soprattutto con il dritto lungolinea.A nche Davidovich però non è impeccabile e non trovando continuità cede immediatamente il vantaggio appena acquisito. Il break con controbreak subito di seguito si verifica per altre due volte, in un set che non trova padrone. La soluzione non può che arrivare dal tie-break e sorride al tennista andaluso, che se non altro conferma la sua maggiore predisposizione ai cambi di ritmo.

 

Nella situazione di punteggio di 4-4 il numero 25 del mondo ottiene un minibreak importantissimo attirando a rete l’avversario con una palla corta di dritto a uscire sul rovescio. Successivamente incamera anche il sesto punto con l’aiuto dello stesso colpo morbido e mette i sigilli alla frazione con un robusto dritto lungolinea. Un’ora e mezza di gioco e ben undici palle-break, sei delle quali trasformate.

Secondo e terzo set: Zverev reagisce da campione, ritorna in parità e vince alla distanza

Questa volta è Zverev a ottenere il primo break: il tedesco gioca con molta umiltà nel terzo game rassegnandosi a coprire ogni punto del campo in recupero ma in questo modo conquista tre occasioni per andare in vantaggio, riuscendoci grazie a un dritto dell’avversario che oltrepassa la riga di fondo. Il numero 10 del mondo dimostra di aver incassato bene la sconfitta nel primo parziale e sceglie di forzare i colpi aumentando così la pressione nello scambio.
Il ventiquattrenne iberico si trova così a giocare i suoi colpi con pochissimi margini di sicurezza e cede terreno. Anche la palla corta, che gli ha praticamente regalato il set d’apertura, ora non è più precisa e più di una volta affonda in rete. Il campione amburghese prosegue facilmente nel set e arriva fino al 5-1, quando cede a zero il turno in risposta. Nel game successivo Zverev pareggia il conto dei set chiudendo la questione con un dritto incrociato in un recupero su palla corta del rivale. Quaranta minuti circa di tennis e nessuna palla break per lo spagnolo, che si aggiudica solo otto punti nei game di risposta.
Il set decisivo è un tutt’uno con lo svolgimento del secondo e Alejandro subisce subito un break a zero. L’atleta iberico potrebbe rendere subito la pariglia al rivale ma fallisce una palla-break nel secondo game e una volta alla battuta si deve nuovamente inchinare alla determinazione e alla pesantezza di palla del due volte vincitore delle ATP Finals.
Sullo 0-4 Davidovich effettua alcuni movimenti per testare l’efficienza fisica e mostra alcuni segni di sofferenza: ciononostante annulla una palla del 5-0 al rivale e ottiene il suo primo game nel set. Zverev però non si ferma più e fa sua la frazione decisiva in 35 minuti, lasciando quindi nei due set vinti solo una palla-break al suo contendente.

[2] D. Medvedev b. A. De Minaur 7-6(3) 6-3 (Andrea Binotto)

Non ha lasciato scoccare le due ore di gioco Danil Medvedev contro Alex De Minaur. Il tennista russo ha superato con il punteggio di 7-6(3) 6-3 il giocatore australiano in un’ora e cinquantanove minuti, confermando quanto di buono fatto allo US Open proprio contro ‘Demon’. I due si erano scontrati sette volte prima di questo ottavo di finale, con un bilancio totale di cinque vittorie russe e due australiane. È arrivata, quindi, la sesta da parte di Medvedev, che conquista così il pass per i quarti di finale dove incrocerà la racchetta o con il suo amico Andrey Rublev o con Ugo Humbert. Tornando a questo match di ottavi di finale a fare la differenza non è stata tanto la resa al servizio o uno strapotere con i fondamentali, quanto più una gestione intelligente dei punti importanti del n.3 al mondo – che nel primo set si è fatto recuperare quando era avanti 5-2 con due break -, chiara abilità che possiede di natura e che non ha certamente da invidiare a nessuno.

IL MATCH: Non un esordio brillante in questo incontro per De Minaur, che subito arranca nei suoi turni di battuta concedendo svariate palle break all’avversario. Quest’ultimo nel terzo gioco gli strappa la battuta, annulla lui una chance del contro break nel sesto game, e con un ulteriore break si porta sul 5-2. Qui Medvedev spegne completamente la luce nei suoi turni al servizio, tanto da regalarlo ben due volte consecutive a 0. Evento più unico che raro. I due arrivano al tie-break dopo aver entrambi tenuto la battuta ai vantaggi e qui la stabilità persiste fino al cambio di campo sul 3-3. Successivamente è il n.3 al mondo a cambiare ritmo, tanto da vincere quattro punti di fila e portarsi a casa il primo parziale dopo settantaquattro minuti sofferti. Non concedendo più alcuna palla break, la seconda forza del seeding gestisce alla perfezione sia i game al servizio che quelli in risposta. Tra questi ultimi il quarto gioco è quello chiave, ossia dove il russo strappa il servizio all’avversario e mette il punto finale alla partita con la sua solidità in battuta, che lo porta al successo in un’ora e cinquantanove minuti.

U. Humbert b. [5] A. Rublev 5-7 6-3 7-6(3)

Andrey Rublev va a servire per il match, smarrisce la prima di servizio e si ritrova fuori dai quarti di finale di Pechino. Avanza con merito e di rimonta Ugo Humbert che vince 5-7 6-3 7-6(3) in 2ore e 50′. Il russo è molto discontinuo, ma quando pare aver ritrovato la via maestra smarrisce la prima di servizio e si fa trafiggere dal suo avversario che con coraggio si riprende il break di svantaggio e poi va a dominare il tie-break. Bene il francese al servizio, trova più continuità con la prima e reagisce alla classe del suo avversario che si fa sempre più falloso col finire del match. Ai quarti, evitato il derby russo, Humbert se la vedrà con Daniil Medvedev.

Giocatori contratti, ma bene Rublev con pazienza

Entrambi i giocatori sono un po’ contratti in avvio di partita, tanto da concedere il primo turno di battuta all’avversario. Nel quinto game è Rublev il primo a tornare a palla break e al primo tentativo non si fa sfuggire l’occasione: strappa il servizio all’avversario e avanza sul 4-2. Il russo si procura l’ennesima chance di break, ma il tennista francese gliela annulla rimanendo aggrappato al set. Al momento – per Rublev – di chiudere il parziale, il transalpino lascia andare il braccio e con un dritto uncinato vincente rimette i giochi in parità. 5-5 e tutto da rifare per il n.6 al mondo. Fatica, però, il 25enne di Metz nel gioco seguente, dove tra un errore e l’altro finisce per regalare nuovamente la battuta all’avversario, che va così a servire per il set per la seconda volta. Nonostante un iniziale svantaggio di 0-30, la quinta forza del seeding gestisce bene la pressione costringendo spesso il francese all’errore, e in questo modo riesce ad accaparrarsi il primo parziale per 7 giochi a 5 dopo cinquantotto minuti di gioco. (Andrea Binotto)

Comincia la rimonta francese

Rublev potrebbe subito chiudere i conti ma non riesce a sfruttare due palle break nel primo game. Humbert ringrazia e si esibisce in un passante vincente di dritto, dopo aver mostrato un’ottima tenuta difensiva. Quanto basta per tenere il servizio e cominciare a vincere gli scambi lunghi. Nel gioco successivo, a sorpresa per l’andamento del set fino a quel momento, il n. 36 del ranking ricama a rete e, soprattutto, trova aggressività in risposta sul servizio dell’avversario, traendone grande guadagno. Humbert si ritrova avanti di un break con il russo che comincia a spazientirsi, vanificando due palle del contro break: nel terzo e nel quinto game. Bravo il francese a prendersi qualche rischio con il servizio e tutto ciò gli viene riconosciuto con gli interessi (6-3).

Rublev si butta via, ma applausi al coraggio di Humbert

Rispetto al secondo parziale, i ruoli si invertono. Rublev va subito in difficoltà nel primo turno di battuta. Riesce a cancellare tre palle break, ma la quarta è decisiva in negativo per lui. Il francese tiene alla grande in fase difensiva e poi un nastro porta fuori un dritto sparacchiato dal n. 6 del ranking. Non si fa attendere la reazione di Rublev che, nel game successivo, ottiene il controbreak alla seconda opportunità. La prima viene annullata da Humbert con un bellissimo dritto lungolinea. Poi con un rovescio all’incrocio delle righe Rublev ottiene il controbreak. Sale il livello del russo che sa di poter mettere in difficoltà il suo avversario quando quest’ultimo si inceppa con la prima di servizio. Nel settimo gioco è grande l’occasione per Rublev: annulla due game point al suo avversario poi lo induce a sbagliare un dritto e un rovescio. E’ il break che gli consente di andare a servire per il match. A far nuovamente cambiare inerzia alla gara è una risposta vincente incredibile di Humbert che spazientisce il russo. Rublev smarrisce la prima di servizio e subisce quattro risposte aggressive del suo avversario che torna in partita. Agevolmente c’è l’aggancio sul 5-5 e il tie-break è la giusta conclusione. C’è subito il minibreak per Humbert che continua a impensierire il russo con la sua risposta solidissima. Sfrutta un errore a rete di Rublev per salire 5-1. Gli ultimi due punti sono un capolavoro di Humbert che disegna il campo e induce all’errore il suo avversario. Quarti di finale meritati per il francese.

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ATP

ATP/WTA Pechino, il programma di domenica 1° ottobre: Alcaraz vs Musetti a metà mattinata, Sinner per colazione

Il super match tra il campione spagnolo e l’azzurro terzo match sul Centrale dalle 6:30. Paolini e Sinner sul secondo campo contro Haddad Maia e Nishioka

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Programma ricchissimo per il ricco torneo combined di Pechino nella domenica che segna l’inizio di ottobre: i 4 ottavi di finale della parte alta del tabellone maschile (ATP 500 e il completamento del primo turno del torneo femminile (WTA 1000).

Per quanto ci riguarda da vicino, saranno 3 gli azzurri in campo: la prima è Jasmine Paolini che alle 5 italiane apre il programma sul Campo Lotus (secondo per importanza). Per lei sfida complicata contro la brasiliana Beatriz Haddad Maia, N.15 del tabellone.

Sullo stesso campo dopo Ethcheverry vs Ruud (non prima delle 6:30) toccherà poi a Jannik Sinner contro il giapponese Yoshito Nishioka, in tabellone grazie a una Special Exempt. L’inizio dovrebbe essere intorno alle 9 italiane.

 

Sul campo Centrale, denominato Diamond, si comincia più tardi, alle 6:30, con due match femminili in sequenza: Vondrousova vs Kalinina e la N.1 del mondo Aryna Sabalenka contro Sofia Kenin in un primo turno da sogno per gli organizzatori

Il terzo match, si spera intorno alle 10:30 del mattino, è quello per noi più atteso: Carlos Alcaraz sfida il nostro Lorenzo Musetti. I precedenti dicono 1-1 ma entrambi sulla terra battuta. La finale di Amburgo 2022 vinta da Lorenzo e il match dominato dallo spagnolo al Roland Garros di quest’anno negli ottavi di finale.

Diretta TV di entrambi i tornei su SuperTennis (Canale 64 DTT e 212 di SKY)

Questo il programma completo del China Open per domenica 1° ottobre (orari cinesi, +6 ore rispetto all’Italia)

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