Una finale che poteva forse anche essere in parte prevedibile, osservando le teste di serie, la posizione nel ranking. Ma, d’altro canto, in pochi, pochissimi, avrebbero previsto un paio di settimane fa che Casper Ruud, per il secondo anno di fila, potesse spingersi fino all’atto decisivo del Roland Garros, a soli 3 set dalla Coppa dei Moschettieri. A contendergli il trofeo, a cercare di fare da guastafeste, ci sarà Novak Djokovic. Il serbo poteva sicuramente essere più atteso in campo quest’oggi, ma ciò non toglie come anche la sua presenza (in luogo di Alcaraz soprattutto) non fosse così prevedibile. L’unica certezza è che sarà una finale equilibrata, con una grande occasione e da una parte, e dall’altra, per motivi diversi. Andiamo a vedere dove tende di più la bilancia, e perché.
L’esperienza a certi livelli paga
Novak Djokovic, che cerca il terzo titolo sulla terra di Parigi, dopo il 2016 e il 2021, disputerà oggi la trentaquattresima finale Slam, la settima su questo campo, quello che storicamente gli ha sorriso di meno. “Solo” a distanza di otto anni dalla prima affermazione Major nel 2008 all’Australian Open, infatti, il serbo ha completato il Career Grand Slam (detenendo in contemporanea anche tutti e quattro i titoli), alzando il trofeo al cielo dello Chatrier. Metà delle finali qui le ha però giocate contro Rafa Nadal, perdendone tre; questo lo accomuna in effetti a Casper Ruud, che disputerà oggi invece la terza finale Slam di una carriera in crescita costante. Entrambi condividono la prima finale al Roland Garros battezzata dal maiorchino, nel 2012 in quattro set sul serbo, lo scorso anno lasciando meno del minimo al norvegese. Anche la seconda finale Major del n.4 del seeding, allo US Open qualche mese dopo, fu una bella lezione di spagnolo inflittagli da Alcaraz.
I numeri parlano serbo
L’ideale per Ruud sarebbe non concentrarsi sui precedenti, né in merito alle finali Slam, né avendo il serbo come avversario. In quattro testa a testa, infatti, quattro volte ha vinto Djokovic, non lasciando neanche un set al norvegese; due di questi sulla terra di Roma, nelle semifinali 2020 e 2022, uno spartito unico del serbo. Chiaramente, se la si fa una questione di esperienza, non si può non mettere il n.3 al mondo (da domani nuovamente n.1 se dovesse vincere) in pole, sia per match giocati in generale, sia per match pesanti. Sulla terra, in carriera, Nole ha vinto 266 partite su 329, nello specifico del Roland Garros il record recita un comunque tutt’altro che trascurabile 91-16 (341-47 in tutti i Major). Minori, ma non meno importanti, i numeri che riguardano Ruud: 110-42 sulla terra, 19-5 su quella parigina, con il record nei Major in costante aumento e che oggi recita un positivo 28-17. Dando uno sguardo rapido alle situazioni di pressione, entrambi hanno vinto più del 60% di match al set decisivo, e almeno il 90% delle partite in cui hanno portato a casa il primo set. Ridurre tutto ai numeri sarebbe però insufficiente, e soprattutto farebbe poca giustizia a Ruud, che certamente sul campo può giocarsela.
Sorprendere e rispondere bene per Ruud
Oltre a dover servire come meglio sa, così da indirizzare fin da subito lo scambio sulle rotaie che preferisce (e delle conseguenze ne ha fatto le spese Zverev in semifinale), sarà imprescindibile per il norvegese riuscire a rispondere come si deve al servizio di Nole. Il serbo ha vinto il 73% dei punti con la prima in campo nel torneo, e addirittura il 52% con la seconda; un servizio incisivo, che Djokovic sa però come variare all’occorrenza, che ha messo in difficoltà non indifferente gli avversari. E potrebbe essere la chiave del match di oggi, ma molto dipenderà da Casper, che ha vinto 56% dei punti in risposta alla seconda, ma neanche il 40% quando si trattava di affrontare la prima. Una statistica da cambiare in positivo obbligatoriamente per il finalista uscente, per cercare di fare partita pari. Per cercare di vincerla dovrà invece mischiare un po’ le carte, non limitarsi allo scambio da fondo, dove alla lunga potrebbe soccombere, ma variare, prendere la rete (88 punti su 121 vinti in tal senso nel torneo) e muovere il serbo per impedirgli di imporre il suo ritmo.
Ma se il rovescio di Nole va…
Se Nole dovesse prevalere da fondo, concentrando lo scambio sul rovescio, diagonale dove ha un vantaggio di proporzioni quasi bibliche, e imporre un certo tipo di forcing, ci sarebbe poco da fare. Mentalmente e attitudinalmente il serbo è decisamente favorito, la bravura del suo avversario dovrà essere di usare escamotage di sorta e denaturare un po’ il suo gioco per dare pochi riferimenti a Djokovic e prendere di conseguenza più fiducia, evitando un marasma di vincenti nel suo lato del campo. É infatti chiaro che il serbo, pur avendo qualche vantaggio nello scambio, cercherà per ovvi motivi fisici di accorciarlo il più possibile, data la freschezza di Ruud, che può pagare lo scotto della terza finale Slam, contro uno che cerca il record della 23esima affermazione a questi livelli. E sembra proprio questa la differenza sostanziale anche secondo i bookmakers: la vittoria dell’uomo dei record è a 1,20 su Sisal, 1,21 su Better, 1,22 su Bet365. Queste ultime due alzano sul primo Slam del norvegese, pagandolo 4,50 volte la posta, contro le 4,25 offerte da Sisal. Oggi, ore 14:30, Court Philippe Chatrier, verrà aggiornata la leggenda? Verrà riscritta la Storia? Ai posteri l’ardua sentenza.