Roland Garros: Djokovic per entrare nella leggenda, Ruud per scrivere la Storia. Numeri e tattiche della finale

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Roland Garros: Djokovic per entrare nella leggenda, Ruud per scrivere la Storia. Numeri e tattiche della finale

Cosa raccontano le statistiche, e dove il serbo e il norvegese dovranno concentrarsi per portarla a casa

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Casper Ruud e Novak Djokovic – ATP Finals 2022 (foto via Twitter @ATPTour_ES)
 

Una finale che poteva forse anche essere in parte prevedibile, osservando le teste di serie, la posizione nel ranking. Ma, d’altro canto, in pochi, pochissimi, avrebbero previsto un paio di settimane fa che Casper Ruud, per il secondo anno di fila, potesse spingersi fino all’atto decisivo del Roland Garros, a soli 3 set dalla Coppa dei Moschettieri. A contendergli il trofeo, a cercare di fare da guastafeste, ci sarà Novak Djokovic. Il serbo poteva sicuramente essere più atteso in campo quest’oggi, ma ciò non toglie come anche la sua presenza (in luogo di Alcaraz soprattutto) non fosse così prevedibile. L’unica certezza è che sarà una finale equilibrata, con una grande occasione e da una parte, e dall’altra, per motivi diversi. Andiamo a vedere dove tende di più la bilancia, e perché.

L’esperienza a certi livelli paga

Novak Djokovic, che cerca il terzo titolo sulla terra di Parigi, dopo il 2016 e il 2021, disputerà oggi la trentaquattresima finale Slam, la settima su questo campo, quello che storicamente gli ha sorriso di meno. “Solo” a distanza di otto anni dalla prima affermazione Major nel 2008 all’Australian Open, infatti, il serbo ha completato il Career Grand Slam (detenendo in contemporanea anche tutti e quattro i titoli), alzando il trofeo al cielo dello Chatrier. Metà delle finali qui le ha però giocate contro Rafa Nadal, perdendone tre; questo lo accomuna in effetti a Casper Ruud, che disputerà oggi invece la terza finale Slam di una carriera in crescita costante. Entrambi condividono la prima finale al Roland Garros battezzata dal maiorchino, nel 2012 in quattro set sul serbo, lo scorso anno lasciando meno del minimo al norvegese. Anche la seconda finale Major del n.4 del seeding, allo US Open qualche mese dopo, fu una bella lezione di spagnolo inflittagli da Alcaraz.

I numeri parlano serbo

L’ideale per Ruud sarebbe non concentrarsi sui precedenti, né in merito alle finali Slam, né avendo il serbo come avversario. In quattro testa a testa, infatti, quattro volte ha vinto Djokovic, non lasciando neanche un set al norvegese; due di questi sulla terra di Roma, nelle semifinali 2020 e 2022, uno spartito unico del serbo. Chiaramente, se la si fa una questione di esperienza, non si può non mettere il n.3 al mondo (da domani nuovamente n.1 se dovesse vincere) in pole, sia per match giocati in generale, sia per match pesanti. Sulla terra, in carriera, Nole ha vinto 266 partite su 329, nello specifico del Roland Garros il record recita un comunque tutt’altro che trascurabile 91-16 (341-47 in tutti i Major). Minori, ma non meno importanti, i numeri che riguardano Ruud: 110-42 sulla terra, 19-5 su quella parigina, con il record nei Major in costante aumento e che oggi recita un positivo 28-17. Dando uno sguardo rapido alle situazioni di pressione, entrambi hanno vinto più del 60% di match al set decisivo, e almeno il 90% delle partite in cui hanno portato a casa il primo set. Ridurre tutto ai numeri sarebbe però insufficiente, e soprattutto farebbe poca giustizia a Ruud, che certamente sul campo può giocarsela.

 

Sorprendere e rispondere bene per Ruud

Oltre a dover servire come meglio sa, così da indirizzare fin da subito lo scambio sulle rotaie che preferisce (e delle conseguenze ne ha fatto le spese Zverev in semifinale), sarà imprescindibile per il norvegese riuscire a rispondere come si deve al servizio di Nole. Il serbo ha vinto il 73% dei punti con la prima in campo nel torneo, e addirittura il 52% con la seconda; un servizio incisivo, che Djokovic sa però come variare all’occorrenza, che ha messo in difficoltà non indifferente gli avversari. E potrebbe essere la chiave del match di oggi, ma molto dipenderà da Casper, che ha vinto 56% dei punti in risposta alla seconda, ma neanche il 40% quando si trattava di affrontare la prima. Una statistica da cambiare in positivo obbligatoriamente per il finalista uscente, per cercare di fare partita pari. Per cercare di vincerla dovrà invece mischiare un po’ le carte, non limitarsi allo scambio da fondo, dove alla lunga potrebbe soccombere, ma variare, prendere la rete (88 punti su 121 vinti in tal senso nel torneo) e muovere il serbo per impedirgli di imporre il suo ritmo.

Ma se il rovescio di Nole va…

Se Nole dovesse prevalere da fondo, concentrando lo scambio sul rovescio, diagonale dove ha un vantaggio di proporzioni quasi bibliche, e imporre un certo tipo di forcing, ci sarebbe poco da fare. Mentalmente e attitudinalmente il serbo è decisamente favorito, la bravura del suo avversario dovrà essere di usare escamotage di sorta e denaturare un po’ il suo gioco per dare pochi riferimenti a Djokovic e prendere di conseguenza più fiducia, evitando un marasma di vincenti nel suo lato del campo. É infatti chiaro che il serbo, pur avendo qualche vantaggio nello scambio, cercherà per ovvi motivi fisici di accorciarlo il più possibile, data la freschezza di Ruud, che può pagare lo scotto della terza finale Slam, contro uno che cerca il record della 23esima affermazione a questi livelli. E sembra proprio questa la differenza sostanziale anche secondo i bookmakers: la vittoria dell’uomo dei record è a 1,20 su Sisal, 1,21 su Better, 1,22 su Bet365. Queste ultime due alzano sul primo Slam del norvegese, pagandolo 4,50 volte la posta, contro le 4,25 offerte da Sisal. Oggi, ore 14:30, Court Philippe Chatrier, verrà aggiornata la leggenda? Verrà riscritta la Storia? Ai posteri l’ardua sentenza.

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ATP Shanghai: Fognini e Schwartzman tra le wild card

Il tennista ligure sarà il quinto italiano presente in tabellone, dopo Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego

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Fabio Fognini - US Open 2023 (foto USTA/Brad Penner)

Dal 2 al 15 ottobre tornerà sotto ai riflettori il Rolex Shanghai Masters, penultimo appuntamento 1000 dell’anno, assente dal panorama tennistico da quasi un lustro. Infatti, l’ultima edizione risale al 2019 e il campione fu Danil Medvedev, che ai quarti di finale sconfisse proprio Fabio Fognini in due set.

Con un tabellone adeguatosi alle direttive ATP per quanto riguarda l’estensione, il torneo ha potuto concedere cinque wild card e una ci interessa da vicino. Dopo un periodo un po’ arduo a causa di un infortunio, del successivo rientro in campo nei Challenger e, infine, dell’esclusione dalla Coppa Davis, Fognini torna a giocare in un tabellone ATP e lo fa proprio a Shanghai con una wild card assegnatagli dagli organizzatori. Tenterà, dunque, di scalare ancora una volta la classifica, come d’altronde vorrà fare anche Diego Schwartzman, anche lui ex top ten che negli ultimi mesi non se la sta passando molto bene a livello di risultati.

Per quanto riguarda gli altri tre inviti, gli organizzatori hanno prevedibilmente concesso la corsia preferenziale a tre giocatori di casa: il primo è il giovanissimo classe 2005 Juncheng Shang, poi sarà presente il ventunenne Yunchaokete Bu, mentre per finire l’onore di esordire in un tabellone 1000 lo avrà anche Rigele Te, attualmente numero 494 al mondo. I primi due, invece, si trovano rispettivamente al 160esimo e al 187esimo scalino del ranking, e cercheranno senza alcun dubbio di onorare la wild card caricandosi con il pubblico di casa durante i loro match. Grande responsabilità, quindi, ma anche enorme occasione di brillare sotto le stelle della bandiera cinese.

 

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ATP

ATP Astana: Shevchenko vince facile, Medjedovic sfrutta il ritiro di Djere

La WC di casa Mikhail Kukushkin non sfrutta un match point nel secondo set e si arrende a Borges. Prima vittoria da fidanzato per Alexander Shevchenko

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Alexander Shevchenko - Foto Daniele Combi

Al via anche l’edizione 2023 dell’Astana Open, torneo che l’anno scorso vide alzare il trofeo a Novak Djokovic, che invece quest’anno ha preferito riposarsi e magari giocare a golf nel periodo pre Finals. I pochi match che si sono giocati nella prima giornata hanno visto sfidarsi il neofidanzato di Anastasia Potapova, Alexander Shevchenko, con l’olandese Botic van de Zandschulp non proprio nel suo miglior periodo di forma. Infatti, il n.85 ATP ha sempre mantenuto il controllo del match, imponendosi per 6-4 6-3 in un’ora e trentotto minuti, nei quali ha performato leggermente meglio dell’avversario sia in risposta che al servizio.

Dettagli che gli hanno permesso di vincere il primo scontro diretto con l’avversario – tornando al successo in una partita di un main draw ATP dopo quasi due mesi, ossia dal 500 di Washington – e di accedere al secondo turno, dove se la vedrà con il giovane serbo Hamad Medjedovic. Quest’ultimo ha sfruttato il ritiro del connazionale Laslo Djere, quando il primo era sopra 6-3 2-1 nel punteggio, per passare il turno e onorare la WC ricevuta, proprio come ha fatto Shevchenko.

Più intenso ma anche più infelice alla fine dei conti è stato l’incontro tra il beniamino di casa – sempre WC – Mikhail Kukushkin e il portoghese Nuno Borges, opposti in campo per la prima volta l’uno contro l’altro. È da tempo ormai che il tennista kazako ex n.39 al mondo si dedica principalmente al circuito Challenger, ma nonostante questo il giocatore portoghese ci ha messo quasi tre ore per arrivare al successo, che ha ottenuto con lo score di 5-7 7-6(6) 6-4.

 

Il 36enne russo, naturalizzato kazako, nel tie-break del secondo parziale era arrivato a match point, ma non è riuscito a chiudere lasciando così il passo al suo avversario, che nel terzo set gli ha strappato il servizio in apertura mantenendo poi il break fino alla fine. Per Borges sfida al secondo turno contro il vincente del match Korda-Popyrin.

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ITIA: sospeso Madaras, il tennista dei record nel circuito ITF

L’Agenzia anticorruzione del tennis ha confermato la sospensione provvisoria del giocatore svedese numero 220 ATP, che avrebbe dovuto essere un avversario degli azzurri in Coppa Davis a Bologna

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Dragos Madaras (SWE) - Sofia 2022 (foto Ivan Mrankov)

Non esattamente l’età dell’oro per quanto riguarda il tennis svedese. Negli ultimi mesi lo sport della racchetta ha visto da quelle parti un brusco cambiamento, avviato in primis dal numero uno Mikael Ymer. Come si sa, dopo la sospensione del tennista svedese che aveva mancato, secondo l’ITIA, i tre controlli antidoping con conseguente interruzione istantanea dalle competizioni, l’ex 50 al mondo ha deciso di ritirarsi dal tennis lasciando tutti di sasso. Poi, nella parentesi Coppa Davis la nazionale traghettata dal fratello di Mikael, Elias, non ha certamente brillato in quel di Bologna, dove è arrivata con la squadra meno attrezzata di tutti ed è sprofondata malamente in fondo alla classifica, arrivando quindi quarta nel girone.

Ora, invece, un altro tennista svedese deve fare i conti con l’ITIA (International Tennis Integrity Agency), e si tratta dell’attuale numero 220 al mondo (ex 191) Dragos Nicolae Madaras. Il mancino rumeno, naturalizzato svedese, è stato protagonista di un’annata da record che l’ha visto come leader indiscusso del circuito ITF. Infatti, Madaras è diventato il primo tennista della storia a trionfare in ben dieci tornei Futures nello stesso anno e ci è riuscito con l’ultimo titolo nel mese di luglio, quindi poco dopo metà stagione. Dichiarato come un obiettivo di quest’anno, il giocatore svedese aveva aperto il 2023 vincendo quattro titoli consecutivi con ben ventuno successi filati, che l’hanno condotto partita dopo partita a un’impressionante cifra di, appunto, dieci allori, sessantasette vittorie e solo cinque sconfitte. Inoltre, quest’anno ha partecipato per la prima volta a uno Slam, Wimbledon, dove è riuscito a superare un turno nel tabellone cadetto. Come ciliegina sulla torta, Madaras era perdipiù stato convocato per la Coppa Davis a Bologna ma, infine, non vi ha preso parte. E chissà perché…

Una stagione più che positiva, dunque, per il ventiseienne svedese, salvo il fatto che dal 17 agosto gli è stato vietato di partecipare ai tornei professionistici per “non aver ottemperato a una richiesta”, recita il TACP – Tennis Anti Corruption Program – in riferimento al suo caso. Una sospensione provvisoria, però, che attende accertamenti dall’ITIA. Il giocatore ha già provveduto a presentare ricorso contro il provvedimento, ma il 22 settembre è stata respinta, ed è questo il motivo per cui nel frattempo non ha potuto – e per ora non potrà – presenziare in Coppa Davis e nemmeno in qualunque altro torneo approvato dagli organi di governo dello sport. Rimaniamo quindi attesa di un’eventuale sentenza per ulteriori novità sul caso Madaras.

 

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