Iga Swiatek è particolarmente felice e fiera di essere venuta a capo di una finale così intensa, che lei stessa definisce “un giro sulle montagne russe”. Viene provocata sulle “Big Three”, ma lei glissa…
D: Per te questo titolo è forse più speciale degli altri? Mi riferisco ad alcuni match difficili ed anche a certe sconfitte, a piccoli infortuni durante la stagione.
Swiatek: “Non so, non è facile fare paragoni. L’anno scorso fu dura perché era l’edizione della conferma. Però considerando alcuni particolari come, per esempio, piccoli infortuni e la pressione… sì forse quest’anno è un pochino differente. Sono felicissima per come abbiamo gestito piccoli contrattempi con Daria Abramowicz e con Maciey Ryszczu. Sono ritornata a posto velocemente e senza il mio team io certo non sarei qua adesso.”
D: Ti abbiamo visto accovacciata sul terreno di gioco. Grandi emozioni ovviamente dentro di te: ce ne puoi accennare?
Swiatek: “Per prima cosa ero sorpresa. Ho visto tutti quei match di Carolina, le sue rimonte. Prima del match point ho pensato: adesso finalmente ci siamo. Descrivere come mi sono sentita è difficile; all’improvviso ero esausta dopo queste ultime tre settimane. I miei match non sono stati duri fisicamente, difficile è stato rimanere costantemente concentrate. Inoltre, da Stoccarda in poi non sono mai stata a casa. La stagione sul rosso adesso è finita io sono sopravvissuta e non dubiterò più del mio valore, forse proprio grazie a questa vittoria”. (sorride)
D: Con un set di vantaggio e tre a zero nel secondo, sembrava essere come le altre finali che hai giocato qui. Ti ricordi cosa hai pensato in quel momento e cosa hai pensato quando eri sotto due a zero nel terzo? Cosa ribolliva nella tua mente?
Swiatek: “Certo avevo molta fiducia nel secondo set però sapevo di avere un solo break di vantaggio e che Carolina era ritornata da situazioni difficilissime in questo torneo. E infatti anche questa volta è riuscita a vincere il secondo set. Forse l’ho un po’ aiutata ma lei è stata splendida. Nel terzo set ho guardato solo avanti e mi sono affidata al mio tennis e al mio intuito. Questo mi ha aiutato moltissimo”.
D: Durante la premiazione è caduto il coperchio del trofeo. È stato buffo. Ti era mai capitato prima?
Swiatek: “No, mai. Lo tenevo con le dita, forse è stata l’emozione. Non volevo mancare di rispetto, la Coppa Suzanne Lenglen è bellissima. Non accadrà più, almeno vedremo (sorride). Spero di avere l’occasione di averla ancora per le mani”.
D: Hai menzionato il tuo team. Lo hai guardato spesso quando le cose non stavano andando bene nel secondo set. Cosa ti aspettavi da loro e cosa hai ricevuto da loro?
Swiatek: “In quel momento avevo bisogno soprattutto di consigli e di capire cosa stessi sbagliando. Poi li ho guardati senza una particolare ragione: ci sono sempre e so di poter contare su di loro”.
D: Tu adesso hai due tornei dello Slam e altre due giocatrici, Sabalenka e Rybakina, hanno gli altri due. Si parla delle Big Three: ti piace o, avendone tu vinti già quattro, credi di dover essere considerata separatamente dalle altre due?
Swiatek: “Non ci penso molto, credo sia una di quelle cose create da voi e che ai fan piacciono molto. Quindi io penso al mio gioco e non mi interesso più di tanto a quello delle altre due giocatrici”.
Vanni Gibertini (Ubitennis): Ci sono state alcune dichiarazioni che hanno coinvolto soprattutto Aryna. In questi casi ti lasci distrarre da simili argomenti? Vuoi dirci come la pensi?
Swiatek: “Durante il torneo cerco di starmene nella mia bolla e di pensare solo al gioco. Cerco di mostrare che condivido dei valori positivi ma aspetto la fine del torneo per mettermi alla pari con determinate notizie.
Penso che bisognerebbe fare di tutto per fermare quanto sta succedendo in Ucraina. Se venissi da quel paese non so se sarei in grado di giocare”.
D: Quali sono i tuoi obiettivi, quanto pensi di poter vincere ancora?
Swiatek: “Non lo so non penso così avanti. Penso a giocare giorno dopo giorno e a migliorarmi senza pensare a folli obiettivi. Credo sia la maniera migliore per crescere”.
D: Hai letteralmente dominato: ti dispiace avere perso un set oggi?
Swiatek: “No assolutamente, lo sarebbe stato se avessi perso il terzo”.