A Wimbledon un sogno Gigante (Ercoli). Fiammata della Giorgi (Strocchi). Sulle orme di Alcaraz (Bertellino). Vagnozzi: "Sinner punta alle Finals" (Rossi). Sinner e Musetti A voi Wimbledon (Martucci). A Milano torna il tennis pro (Re)

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A Wimbledon un sogno Gigante (Ercoli). Fiammata della Giorgi (Strocchi). Sulle orme di Alcaraz (Bertellino). Vagnozzi: “Sinner punta alle Finals” (Rossi). Sinner e Musetti A voi Wimbledon (Martucci). A Milano torna il tennis pro (Re)

La rassegna stampa di giovedì 29 giugno

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A Wimbledon un sogno Gigante (Lorenzo Ercoli, Il Corriere dello Sport)

«Sull’erba ci avevo giocato solo a calcio, ma non mi sto trovando male». Matteo Gigante ci aveva scherzato dopo l’esordio, ma il successo su Gabriel Diallo è una piacevole conferma. Il classe 2002 romano, impegnato per la prima volta a Wimbledon, vince ancora e adesso può sognare un posto nel tabellone principale. Il doppio 6-4 ai danni del canadese è arrivato dopo un’ottima prova dell’allievo di Alessandro Galli, maestro che segue “Giga” al Galli Tennis Team di Casal Palocco. Questa settimana numero 254 del mondo, le caratteristiche di Gigante si sposano con i prati di Roehampton […]. Le rotazioni del sempre pericoloso servizio mancino si esaltano e lo stesso vale per il rovescio, colpo che prepara con una tecnica unica ma che trova con grande pulizia di impatto. Nei primi due match è emersa anche la facilità negli spostamenti, dove il baricentro basso gioca a suo favore. La partita che vale il main draw sarà quella contro il francese Harold Mayot, campione degli Australian Open junior 2020. Gli altri due azzurri ad aver staccato il biglietto per il terzo turno del tabellone cadetto sono Matteo Arnaldi e Mattia Bellucci. Il ligure, beffato dalla chiusura delle liste arrivate prima dell’exploit valso l’attuale posizione di numero 78 del ranking è riuscito ad aggiudicarsi il derby contro Federico Gaio per 7-6(5) 6-4. Trionfo in due set anche per Mattia Bellucci, che ha chiuso per 6-4 6-4 contro il belga Raphael Collignon. Il portoghese Frederico Ferreira Silva e lo svizzero Dominic Stricker saranno i prossimi avversari di Arnaldi e Bellucci, legittimati a sognare i prati di Wimbledon. A Roehampton ha sfiorato il colpaccio Giulio Zeppieri, sconfitto in rimonta dall’ex top 10 Lucas Pouille. Il francese, ai quarti di finale del terzo slam stagionale nel 2016, si è aggiudicato il confronto per 6-7(4) 6-3 6-3. Saluta il Regno Unito anche Luca Nardi, arresosi per 6-3 6-3 all’esperto Taro Daniel. L’Italia proverà ad arricchire la sua presenza a Wimbledon anche nel femminile, dove Lucrezia Stefanini si giocherà le sue chance contro la tennista di Taipei Su-Wei Hsieh. Dopo un esordio convincente, la toscana classe 1998 si è imposta per 6-2 7-6(4) nel confronto con Priscilla Hon.

Fiammata della Giorgi con quattro speranze (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

La Next Gen sta davvero arrivando. Per la prima volta dal 2003 il numero 1 del singolare maschile di Wimbledon non si chiamerà Novak Djokovic, Roger Federer, Andy Murray o Rafa Nadal. A guidare il seeding dello Slam su erba è Carlos Alcaraz, tornato ad accomodarsi sul trono grazie al trionfo al Queen’s, scavalcando il 36enne di Belgrado. Quest’ultimo, vincitore in sette edizioni sui prati londinesi […], sarà la seconda testa di serie, seguito da Daniil Medvedev, Casper Ruud e Stefanos Tsitsipas, ieri eliminato al 2° turno a Maiorca dal tedesco Hanfmann […]. In vista del sorteggio di domani gli organizzatori hanno annunciato i seeding, che dal 2021 ricalcano il ranking mondiale uniformandosi agli altri Major. Jannik Sinner sarà quindi l’ottavo favorito, mentre Lorenzo Musetti figurerà come 14ª testa di serie in virtù del forfait di Karen Khachanov. Al 31° posto l’australiano Nick Kyrgios, giunto all’ultimo atto 12 mesi fa, mentre non compare tra le teste di serie Matteo Berrettini, scivolato al n.37 Atp […], finalista 2021. In chiave azzurra al via anche Lorenzo Sonego e Marco Cecchinato, come Elisabetta Cocciaretto, Jasmine Paolini, Martina Trevisan, Lucia Bronzetti, Camila Giorgi e Sara Errani nel femminile, dove in cima alle favorite c’è Iga Swiatek, poi Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina, vincitrice lo scorso anno quando il torneo non assegnava punti contro la decisione inglese di bandire atleti russi e bielorussi. Intanto è poker tricolore al terzo e decisivo turno delle qualificazioni, in corso a Roehampton. Matteo Arnaldi si é aggiudicato 7-6 (5) 6-4 il derby con Federico Gaio e oggi si gioca l’ingresso in tabellone con il portoghese Frederico Ferreira Silva, Matteo Gigante ha sconfitto 6-4 6-4 il canadese Gabriel Diallo e affronta il francese Harold Mayor, imitato nello score da Mattia Bellucci con il belga Raphael Collignon e ora chiamato a misurarsi con il talento svizzero Dominic Stricker. Stop al secondo turno per Luca Nardi per mano del giapponese Taro Daniel […] e Giulio Zeppieri, rimontato dal francese Lucas PouiIle […]. Nel femminile Lucrezia Stefanini ha superato 6-2 7-6(4) l’australiana Priscilla Hon e deve vedersela con la veterana Su-Wei Hsieh, 37enne cinese di Taipei, negli ottavi a Wimbledon 2018. Arrivano buone notizie per l’Italtennis in rosa anche dagli ultimi tornei sul green prima dei Championships. Una versione deluxe di Camila Giorgi ha centrato di slancio i quarti nel Wta 500 di Eastbourne dominando la tunisina Ons Jabeur, n.6 del mondo […]. Si tratta della 17 vittoria su una top 10 – la prima stagionale – per la 31enne di Macerata, chiamata a misurarsi alle 17 con la lettone Jelena Ostapenko […] per raggiungere la terza semifinale di fila al Devonshire Park. È tra le migliori otto sull’erba per la prima volta in carriera Lucia Bronzetti, che al 2° turno del Wta 250 tedesco di Bad Homburg si è imposta in rimonta, per 1-6 7-6 (2) 6-3 dopo quasi tre ore, sull’egiziana Mayar Sherif, a cui non sono bastati 24 ace. La 24enne riminese sfida alle 12 […] Varvara Gracheva, 22enne moscovita in procinto di ottenere la cittadinanza francese.

Da Murcia a Pinerolo sulle orme di Alcaraz (Roberto Bertellino, Tuttosport)

E’ andato tutto secondo le più rosee aspettative. Parliamo del primo torneo internazionale a squadre, il 4 Nazioni LHD, organizzato nello scorso fine settimana al CT Pinerolo, allestito in bello stile per l’occasione dagli appassionati e competenti organizzatori. Non è facile abbinare l’aspetto tecnico a quello di colore, soprattutto quando si tratta di una “prima” vera e propria che ha avuto solo una sorta di prova nel 2022 con un’amichevole Italia-Francia. Nello specifico, invece, si sono affrontate quattro formazioni in rappresentanza di altrettanti club europei. Oltre al locale CT Pinerolo sono scesi in campo Lione, Lugano e Murcia, terra che naturalmente evoca il nome del nuovo n.1 del mondo, il 20enne Carlos Alcaraz. Sono stati proprio i suoi connazionali a centrare la vittoria nel 4 Nazioni dl Pinerolo, forti di un gruppo che si è dimostrato nettamente superiore ai rivali. Nella sfida per il primo trofeo gli iberici hanno avuto la meglio per 3-0 sui locali del Pinerolo. Sugli scudi nelle due giornate, in particolare, il 2ª categoria murciano che risponde al nome di Josè Miguel Martinez. Sabato sono andate in scena le semifinali che hanno visto le affermazioni della squadra italiana contro quella francese e di quella iberica contra quella rossocrociata. Domenica gli atti decisivi per l’assegnazione del titolo e del terzo posto, andato ai francesi del Lione che hanno sconfitto per 2-1 gli svizzeri del Lugano. Il bilancio della due giorni è tracciato dal motore dell’iniziativa, nata da un gruppo di amici del Pinerolo. «L’evento – esordisce Massimo Cosso – è stato un vero successo e anche il tempo ci ha aiutati. L’apprezzamento è stato unanime, da parte dei circoli partecipanti, del pubblico che in particolare domenica ha seguito le contese, dei nostri partner, che hanno risposto fin da subito con grande trasporto alla nostra richiesta di appoggio, delle Istituzioni. Nel corso delle due giornate è stato presente il sindaco di Pinerolo, Luca Salvai, e in premiazione è stata protagonista l’assessore allo sport Bruna Destefanis». Sport, tennis di ottimo livello, con i tre singolari riservati ai giocatori di 4ª, 3ª e 2ª categoria a determinare lo score delle sfide, coinvolgimento: «Una vera comunione di intenti, contatti, amicizia […] con una formula che è piaciuta molto. Fuori dal campo l’evento è iniziato con una pizza, è proseguito con i pranzi “light” al circolo durante le fasi di gioco, con una cena del sabato sera offerta dal main sponsor, e un altro bel momento conviviale la domenica, a torneo concluso. Da settembre inizieremo a pensare alla prossima edizione, forti della partnership già confermata con LHD, azienda che si occupa di movimentazione dei carichi, e dell’entusiasmo che ha caratterizzato ogni momento dell’appuntamento. Penseremo anche alla data del trofeo, che potrebbe cambiare, e all’eventuale passaggio a Sei Nazioni. Questo però comporterebbe un giorno in più di gare ed è da valutare. Cercheremo anche di rispondere alla richiesta di pensare ad un inserimento delle donne nella competizione. Nel complesso non è facile trovare il giusto equilibrio tra le classifiche dei diversi Paesi, anche perché non ci sono precedenti di questo tipo. Nel caso del Pinerolo abbiamo dovuto rinunciare alla formazione più forte, impegnata nelle competizioni nazionali a squadre categoria. Sono scesi in campo cercando di dare il massimo Paolo Rolfo, Danilo De Masi, Matteo Gaj e Michele Picco Botta». Non sono mancati i siparietti simpatici. «Su tutti il grande abbraccio tra i protagonisti al termine di ogni match, la massima sportività dal primo all’ultimo quindici» conclude Cosso. Spagna dunque dominatrice anche grazie al suo 3ª categoria, un esperto giocatore colombiano che per molte stagioni ha difeso i colori della propria nazionale in Coppa Davis. Il più importante apprezzamento è giunto dai giocatori: «Al nostro livello non possiamo confrontarci su scala internazionale e questo bellissimo torneo invece la offre». Appuntamento al 2024.

Intervista a Simone Vagnozzi – “Sinner sta crescendo. Più che a Wimbledon punta alle Finals” (Paolo Rossi, La Repubblica)

Oggi alle 14.30 allenamento con Novak Djokovic. Domani, alle 11, il tradizionale sorteggio che svelerà a Jannik Sinner gli ostacoli di Wimbledon 2023. Ma Simone Vagnozzi, il suo coach italiano […], guarda oltre il proprio naso e va oltre il mitico Slam che si gioca sull’erba. Vagnozzi, perché vuole andare oltre? Non sarà mica pessimista su Wimbledon? «Ma assolutamente no. Solo che io guardo sempre all’obiettivo che ci siamo posti a inizio 2023. E quest’anno il goal è Torino con le Atp Finals. Vogliamo arrivarci da titolare, e non da riserva come accaduto due anni fa». Per arrivarci tocca comunque fare qualche risultato importante… «Naturale. Ma tengo a sottolineare che siamo nel mezzo del viaggio: stiamo cercando di ampliare ulteriormente il bagaglio di Jannik e dunque il lavoro è più totale, non deve solo essere mirato ai risultati, che naturalmente desideriamo. Il tennis non è una gara sprint tipo i cento metri dell’atletica. È una maratona». Esiste un metodo Sinner? «No, non esiste un metodo assoluto nel tennis: non sai mai se una cosa è giusta o sbagliata. Ogni atleta è diverso. Ho allenato Marco Cecchinato in una maniera, Stefano Travaglia in un altro modo. Ora seguo Jannik facendo altre scelte. Quello che serve è la creatività, e per questo penso che allenare sia arte, non una cosa che si può insegnare: devi averlo dentro, non puoi dire a qualcuno ‘stai dietro di me e impara come si fa l’allenatore’». Lei quando l’ha deciso? «Già mentre giocavo, sapevo che mi sarebbe piaciuto ed ero convinto che avrei potuto farlo bene. In fondo ero coach di me stesso, ai tempi nostri si faceva fatica economicamente e quindi si era soli». Qual è il piacere di essere coach? «La cosa che mi rende felice è cercare di dare una mano ad altre persone. Questo mi piace. Penso che per fare il coach bisogna essere tanto altruisti, aiutare qualcuno a raggiungere determinati obiettivi». Diciamolo: lei non è ancora noto al grande pubblico. «Ero un giocatore medio, ho avuto la sfiga di non avere mezzi fisici importanti, quindi dovevo usare l’intelligenza, inventare qualcosa, situazioni per poter far male all’avversario, leggere meglio il gioco rispetto agli altri». Un po’ come Arrigo Sacchi. «Non è stato un grande calciatore, eppure ha imposto la sua filosofia e abbiamo assistito ai suoi trionfi. Per questo dico che ci vogliono interesse, curiosità, passione nel vedere il lavoro altrui, informarsi. Beh, un po’ ho anche studiato: perché qualcosa devi averlo tu ma qualcos’altro devi apprenderlo. Poi ci si mette l’esperienza fatta da giocatore, e provi a rubare con gli occhi i segreti, infine vai per tentativi. Per questo parlo di arte». Dica al grande pubblico chi è Simone Vagnozzi. «Questa è una domanda da porre ad altri. Cosa posso dire? Io ho un look molto tranquillo, come l’amico di tutti i giorni. Non so, molti coach di tennis si pongono come fossero dei guru ma, onestamente, siamo solo degli allenatori di tennis, un bellissimo lavoro certo, ma non siamo medici che salvano delle vite umane. Bisogna anche sapersi guardare allo specchio, secondo me». E quali sono le difficoltà per un allenatore? «La vera difficoltà? Quando noi allenatori siamo costretti a dire qualcosa che non piace agli atleti, che sono anche i nostri datori di lavoro. Non è una cosa semplice dire: ‘guarda che qui stai sbagliando, questo lo devi fare così’». Succede anche con Sinner, questo? «Con Jannik la strada viene decisa insieme, e lui fa tante domande». E allora parliamo del rapporto con il suo ‘datore di lavoro’: come va tra voi nel dietro le quinte? «Quando mi chiamò iniziammo a parlare, iniziai con lo spiegargli quello che secondo me poteva essere il suo percorso più giusto. Poi, man mano che ci siamo conosciuti, abbiamo trovato feeling e fiducia reciproca. E questo penso sia la parte principale del rapporto: trovare il giusto equilibrio tra il raggiungere risultati e mettere del lavoro dentro, migliorare sempre». Non le era capitato di conoscerlo a Bordighera, durante il periodo di Riccardo Piatti? «No, come non ho più incontrato nemmeno Riccardo». Ma che tipo è Sinner? «Jannik è un ragazzo che ascolta le cose che gli dici e talvolta pone dei dubbi. Ma sa che deve migliorare: io allenatore propongo delle cose, lui giocatore le deve ascoltare e ci deve credere, perché se le cose vengono fatte senza fiducia non servono a niente. Il nostro rapporto è cresciuto, bisognava conoscersi. Io penso di essere stato sempre onesto e ritengo sia la strada giusta. Stiamo cercando di renderlo un giocatore migliore: perfezionando diversi aspetti del suo gioco». Ecco, ha detto ‘stiamo’, e il plurale è d’obbligo perché nello staff tecnico c’è anche Darren Cahill, e la vostra gestione sembra quasi una specie di triangolo tennistico. «Vero, siamo un trust di cervelli e un paio di occhi in più che fanno sempre comodo. Scherzi a parte, oggettivamente è diverso condividere il giocatore con un altro coach, e questa è un’esperienza che mi mancava. Personalmente è un altro aspetto che mi può far migliorare, un tassello per me in futuro: Darren ha avuto altre esperienze con giocatori che hanno vinto titoli importanti e quindi ci sono cose che posso sicuramente prendere da lui. In generale, come situazione, bisogna essere un po’ elastici e intelligenti. Saper fare un passo indietro, a volte, oppure saper dire la parola giusta, o la propria opinione al momento giusto: aggiungo che Darren è persona molto intelligente, alla mano e abbiamo creato un buon feeling, una buona fiducia tra di noi. Con la fortuna di vedere tante cose allo stesso modo». A San Benedetto del Tronto ha una Accademia tutta sua, dove probabilmente gli allievi immaginano di diventare dei nuovi Sinner… «Ecco, magari qualcuno il pensiero ce l’ha fatto. Credo che il vero problema culturale di oggi è che se a vent’anni non sei diventato un top ten sei considerato un fallito. Ed è grave perché, ripeto, nel tennis non vince chi fa il punto più spettacolare, ma chi fa più punti: no sprint, ma maratona».

Sinner e Musetti A voi Wimbledon (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Le cose cambiano, nel tennis succede ancora più in fretta: Matteo Berrettini è passato in un anno appena da primattore a terzo uomo azzurro dietro i 21enni terribili, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Colpa di troppi pit-stop per i famosi addominali e per il Covid che hanno fermato il 27enne romano alla vigilia di Wimbledon 2022, dopo la storica, prima, finale italiana ai Championships 2021, facendolo scivolare nei numeri, dal 6 al 37 della classifica, e nell’immagine di questi giorni con l’ex “Martello” che azzarda timidamente il suo temutissimo uno-due servizio-dritto negli allenamenti prima del torneo più famoso al via lunedì. Se Matteo è già contento di esserci – anche per uscire dall’infernale tunnel mediatico della love story con Melissa Satta – Jannik e Lorenzo, due ragazzi che solo qualche anno fa ci saremmo sognati, da 8 e 15 del mondo, chiedono riscontri importanti. […] La prima impressione su Sinner era sbagliata: non rientra nello stereotipo dell’altoatesino, non è così impermeabile alle pressioni, non resetta dopo l’errore e non riparte subito? Come succede ai giovani, magari è solo in una fase di crescita, tardiva, confusa. Di certo, oggi è involuto, titubante, timido e sprecone, irriconoscibile dopo infortuni e cali di forma fisica e di fiducia sulla terra come sull’erba. Qualcuno ipotizza per un male oscuro – la Spada di Damocle di un problema fisico – ma è più probabile che le maggiori aspettative, più attenzione dagli avversari, la consapevolezza dei propri limiti e troppe informazioni tecnico-tattiche post divorzio con coach Piatti abbiano ingolfato i perfetti chip del tennista-computer, pur stabile top ten, capace dei quarti in tutti gli Slam, campione di 7 titoli ATP e perfettamente in corsa per le ATP Finals a 8 di Torino. Che può fare a Wimbledon dove l’anno scorso, dopo aver eliminato Alcaraz, si è arreso solo a Djokovic e da due set a zero? Nel prologo non ha brillato, anzi: ha vinto una partita sola a Den Bosch e due ad Halle dove si è ritirato per un problema all’inguine. Ha bisogno di un buon sorteggio per ricomporre in un baleno il puzzle più delicato di un tennista migliorato in tutto ma a strappi, con troppe amnesie. E guarda spesso sconcertato all’angolo la serissima coppia al timone, Vagnozzi-Cahill. Ecco, il fattore psicologico da inesistente è diventato determinante: quando e perché, Jannik? […] Musetti che, 7 mesi meno di Sinner, dalla tenuta del campo alla continuità di rendimento, ancora ad aprile a Montecarlo sembrava lontanissimo da Jannik, ma da allora ha mostrato più progressi sui punti più deboli: servizio e attitudine offensiva. Ma anche lui l’ha fatto a singhiozzo, rispolverando il vizietto di chi può risolvere con un colpo di bacchetta magica, magari in difesa dove si esalta. Eppure, proprio l’erba che ha appena sfatato dopo due anni, gli ha dato indicazioni decisive nei quarti di Stoccarda e Queen’s: quand’è crollato all’improvviso d’intensità e spinta nel secondo tie-break contro l’abbordabile Tiafoe e ha poi mancato troppe occasioni contro quella volpe di Rune distraendosi nei momenti topici. «Può giocare bene sull’erba ma la posizione in campo sarà fondamentale. E’ solo un discorso mentale, ha le armi per questa superficie ma deve guadagnare in mentalità», suggerisce coach Tartarini, che più di una volta ha tirato le orecchie all’allievo di sempre. «Ho 21 anni e il coraggio di un bambino», si è auto-flagellato clamorosamente sul campo il carrarino, confessando poi il gran lavoro fuoricampo in palestra e con lo psicologo. Oltre all’amore per l’erba. Figurarsi quella di Wimbledon.

A Milano torna il tennis pro con la “generazione azzurra” (Davide Re, L’Avvenire Milano)

Da sabato fino a domenica 9 luglio i campioni della racchetta torneranno a sfidarsi sui campi in terra battuta dell’Aspria Harbour Club Milano per l’ “Aspria Tennis Cup” […], torneo del circuito Atp Challenger Tour. L’appuntamento arrivato alla sua diciottesima edizione […] rimane l’ ultimo baluardo per il tennis professionistico milanese, Atp finals next gen a parte […]. Da quando il prestigioso Milan indoor (nel cui albo d’oro ci sono campioni come come John McEnroe, Bjorn Borg, Stefan Edberg, Boris Becker, Ivan Lendl, Roger Federer e gli azzurri Omar Camporese e Davide Sanguinetti) nel 2005 ha chiuso i battenti facendo perdere alla città l’assegnazione di una data per l’organizzazione di una competizione Atp di alto livello, il torneo che si gioca sui campi del circolo di via Cascina Bellaria 19 rimane quindi l’unico appuntamento capace di raccogliere l’interesse dei tanti appassionati di tennis. A livello istituzionale la speranza che in futuro si possa ottenere una data per organizzare almeno un Atp 500 rimane sempre viva, seppur difficile da poter concretizzare in tempi brevi. Tornando al torneo che appunto partirà sabato per avere il quadro definitivo del tabellone bisognerà attendere l’esito delle qualificazioni di Wimbledon, ma si può già affermare […] che la diciottesima edizione dell’Aspria Tennis Cup […] sarà la migliore di sempre, con l’approdo di giocatori importanti a ridosso delle prime 100 posizioni del ranking internazionale. Anche grazie alla nuova data e a un tabellone più ricco. Così ieri a fare gli onori di casa per la presentazione del torneo c’era Roberta Minardi, General Manager di Aspria Harbour Club, Lara Magoni, ex campionessa di sci alpino, attuale sottosegretario con delega Sport e Giovani, mentre per il Coni Lombardia era presente il presidente Marco Riva. Oltre alla competizione, gli organizzatori hanno voluto sottolineare come l’edizione di quest’anno abbia come tema trainante quello della sostenibilità ambientale. I dettagli organizzativi e le tante iniziative extra-campo sono state illustrate dal direttore organizzativo Luca Battocchio, mentre a raccontare il campo di partecipazione è stato il presidente del Comitato organizzatore Carlo Alagna. Detto che potrebbero esserci aggiustamenti dell’ultim’ora, Milano accoglierà il meglio dei giovani italiani. Curiosamente, l’entry list colloca uno dopo l’altro cinque azzurri nati tra il 2001 e il 2003 che rappresentano grandi speranze per il nostro tennis. In rigoroso online di classifica, Francesco Passaro (classe 2001 e finalista in carica), Francesco Maestrelli (2002), Flavio Cobolli (2002), Luca Nardi (2003) e Mattia Bellucci (2001). La pattuglia italiana è rafforzata dagli esperti Raul Brancaccio, Riccardo Bonadio e Luciano Darderi (altro giovane, classe 2002). L’ingresso al club di Via Cascina Bellaria sarà gratuito fino a giovedì 6 luglio (compreso), mentre i biglietti e il nuovo vip pack per il weekend sono già disponibili sul circuito TicketOne. 

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