ATP Madrid: Arnaldi parte benissimo, Medvedev esce alla distanza e lo rimonta

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ATP Madrid: Arnaldi parte benissimo, Medvedev esce alla distanza e lo rimonta

ìMatteo Arnaldi gioca un primo set splendido mettendo in seria difficoltà e pressione il numero 4 del mondo, che però salva una palla break in apertura di secondo, e da quel momento comanda la partita. L’italiano ha accusato un problema alla caviglia destra nel terzo set

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Daniil Medvedev - Montecarlo 2024 (X @atptour)
Daniil Medvedev - Montecarlo 2024 (X @atptour)
 

[3] D. Medvedev b. M. Arnaldi 2-6 6-4 6-4

È parso di rivedere davvero, nel primo set di questo terzo confronto fra Matteo Arnaldi e Daniil Medvedev, l’Arnaldi di Madrid 2023. Un anno fa, il sanremese, partendo dalle qualificazioni, compiva il primo grande exploit della carriera, eliminando il top 5 Casper Ruud. Oggi, sembrava potersi ripetere: Medvedev, che è quattro ma è stato uno, che sulla terra ha vinto uno solo dei suoi venti tornei, ma pur sempre Roma, è sembrato in non indifferente difficoltà, almeno nei primi dieci-dodici game di questa partita. Arnaldi ha giocato un primo set splendido: concreto da fondo, attento in risposta, con alte percentuali al servizio, e, soprattutto, munito di un piano di gioco chiaro e lucido. Medvedev invece ha polemizzato con l’arbitro e con la panchina fin dal primo punto: senza cedere agli eccessi di altre circostanze, ma indubbiamente tradendo un certo nervosismo. Dopo il toilet break del russo, che ha fatto seguito a trentatré minuti di schiacciante superiorità del sanremese, il canovaccio non sembrava essersi invertito. Eppure, dopo aver annullato un’importante palla break, il numero quattro, terza testa di serie qui a Madrid, ha preso per la prima volta e definitivamente il controllo del match, sbrigando una pratica che si era fatta complicata. Sul finire della partita, quando ormai il risultato era sostanzialmente compromesso, Arnaldi ha manifestato un fastidio alla caviglia destra, di cui non si può conoscere né l’entità né l’influsso sul match. La sensazione, piuttosto, è che Arnaldi si sia leggermente deconcentrato fra primo e secondo set, perdendo in brillantezza e aggressività, permettendo così a Medvedev, pure migliorato nei fondamentali, al servizio e – soprattutto – bravo a diminuire la quantità di errori non forzati e a rimanere in partita, di risalire la china e ottenere una vittoria importante su di una superficie sulla quale proverbialmente e tecnicamente non si sente a suo agio. Rimane la prestazione di Arnaldi, a tratti davvero ottima: come se ce ne fosse stato bisogno, il numero trentasei del mondo ha dimostrato di potersela giocare con i più forti.

Primo set: Arnaldi di lusso, che partenza del ligure

Medvedev è il numero 4 del mondo, Arnaldi il 36. Ma questa distanza sicuramente si assottiglia considerevolmente se la partita si gioca sulla terra battuta. Se i due contendenti, poi, scendono in campo sulla terra di Madrid – tanto cara ad Arnaldi – allora possono accadere cose inaspettate. E’ ciò che si verifica nel primo set del terzo confronto fra il russo e l’italiano – fino a questo momento, siamo 2-0 per Medvedev, fra Dubai e il Canada -. Sotto il tetto del campo 3, Matteo appare fin da subito centrato, propositivo, aggressivo, immune alle trappole del suo avversario e capace di sostenere il suo ritmo al servizio. Se poi si aggiunge l’affluenza di errori di Daniil con i fondamentali, si spiega l’andamento dei primi otto giochi: in trentatré minuti, Matteo vince 6-2, dimostrandosi capace di variare fra smorzate attacchi e di fare innervosire Medvedev : impresa, questa, non impossibile, messa in pratica, tuttavia, con una tale costanza e fiducia nei propri mezzi, che i game e i break scorrono in maniera naturalissima. Nel primo gioco, il sanremese rimonta da 0-30; nel game successivo, deve salvare ben tre palle break consecutive; a quel punto è il suo turno: aiutato da due doppi falli del russo, ottiene due palle break nel successivo turno di battuta, sfrutta la seconda grazie ad un contropiede mal calibrato del suo avversario e si trova 3-1 e servizio. Arnaldi il vantaggio se l’è conquistato, e ora lo sa conservare con grande autorevolezza: alternando vincenti – saranno 8 in tutto –  e smorzate, l’azzurro tiene il servizio fino al 5-2, recuperando di nuovo da 0-30 in una circostanza. Infine, si procura un set point e, aiutato dall’ennesimo – il decimo – gratuito del suo avversario, conclude un parziale quasi impeccabile. Il russo si dirige negli spogliatoi per un toilet break.

Al rientro dagli spogliatoi, Medvedev prosegue il battibecco polemico con la sua panchina: con precisione e pressione, Arnaldi lo sta mettendo in seria difficoltà, e le manifestazioni del russo lo fanno intendere molto limpidamente.

Secondo set: Medvedev piano piano risale

Il secondo set inizia come è finito il primo: Medvedev è ancora falloso e impreciso, Arnaldi lucido e centrato. Dopo pochi punti, sull’1-1, ottiene una palla break pericolosissima. Medvedev però la annulla: da quel momento il match cambia. Insieme, arrivano una risalita del tennis del numero 4, più concreto, meno impreciso e maggiormente efficace al servizio, e un calo – fisico e tecnico-di Arnaldi. Le statistiche si invertono: a fine set, gli errori non forzati dell’italiano sono cresciuti fino a toccare quota dieci in totale, mentre Daniil ne aggiunge solo uno a quelli del primo set. I punti che vince con la prima, poi, passano dal 60 all’84 per cento. Il secondo parziale è segnato, nello specifico, dal primo break del russo, quello che arriva al quinto gioco. Da quel momento Medvedev concede poco – un doppio fallo e una deuce, al massimo – mentre Arnaldi sbaglia tanto, non sfruttando peraltro una seconda di servizio in un punto che avrebbe forse potuto condurlo a palla break. Con il secondo e il terzo ace della sua partita, Medvedev chiude il parziale: 6-4 dopo un ‘ora e venti minuti di gioco, si va al terzo. La sensazione è che ora le parti si siano invertite, e il favorito abbia preso per la prima volta il controllo della partita.

Terzo set: Medvedev padrone, un fastidio alla caviglia per Arnaldi

Il terzo set termina nel momento in cui inizia: uno scomodo doppio fallo complica il primo turno di battuta di Arnaldi, che in un attimo è sotto di un break. A quel punto, l’italiano comincia a toccarsi la caviglia destra, a fare qualche timido saltello, a provare il movimento del servizio: è chiaro che qualcosa non va. In ogni caso, Medvedev ha ormai preso il largo, e l’unica cosa che può fare Matteo è restargli alle costole: salva una palla break sull’1-3 che avrebbe probabilmente chiuso la partita, poi ritorna a servire con costanza, ma non basta. In breve, sul 3-5, si trova a fronteggiare il match point, annullato con un impeccabile serve and volley. La partita però è destinata a finire di lì a poco: già nel game successivo, il numero quattro del mondo – adesso sì che la sua prestazione fa fede alla classifica – si procura altri tre match point. Gli basta il primo: finisce 2-6 6-4 6-4 in due ore e tre minuti. Il russo affronterà ora Sebastian Korda.

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