Fa discutere la mancata stretta di mano tra tra la bielorussa Victoria Azarenka e l’ucraina Elina Svitolina al termine della sfida di ottavi di finale del torneo di Wimbledon. Il campo 1 è stato teatro dell’ultima partita domenicale in programma, in cui le due tenniste si sono date affrontate a viso aperto per quasi tre ore di gioco.
I consueti convenevoli che si consumano tra due giocatori alla fine di ogni match sono un codice non scritto che da sempre viene rispettato. Ma quando di mezzo c’è una guerra in corsa anche le usanze più sacre vengono messe in discussione. La partita si è decisa in favore di Svitolina per 11-9 al super tiebreak del terzo set. Persa la partita Azarenka sa che l’avversaria non le stringerà la mano, questa volontà da parte di Elina è stato preannunciato ampiamente dalla diretta interessata già al Roland Garros. Dopo il saluto all’arbitro, Azarenka guarda in direzione dell’ucraina e le fa un cenno del capo prima di prendere la via degli spogliatoi.
La scena purtroppo viene accompagnata da copiosi fischi, ma di fondo pare esserci un fraintendimento. In seguito in conferenza stampa l’ex n.1 del ranking ha dichiarato: “Non è stato giusto, ma io cosa ci posso fare? Non ho fatto niente di sbagliato, ma non riesco a controllare la folla. Penso che molte persone non capissero cosa stesse succedendo. Ma se le persone si concentreranno solo sulle strette di mano o su una folla piuttosto ubriaca, che fischia alla fine, sarà un peccato. Sono ubriachi di Pimm’s”.
La replica della tennista ucraina non si è fatta attendere: “Se le autorità del tennis rilasciassero una dichiarazione in cui si spiegasse la posizione dei giocatori ucraini sarebbe molto più facile”, e Svitolina ha aggiunto: “È stato così per me a Parigi, hanno fischiato me ed è stato ingiusto. Ho già detto più volte che fino a quando le truppe russe non saranno fuori dall’Ucraina e non ci riprenderemo i nostri territori, non stringeremo la mano con le giocatrici di quei paesi. Spero di essere stata chiara. Oltretutto quando gioco contro russe e bielorusse, sento una maggiore pressione ed ecco perché significa molto ottenere questo tipo di vittorie. A modo mio, è come ottenere questa piccola vittoria per l’Ucraina”.
A dare sostegno alle tenniste e ai tennisti ucraini però ci hanno pensato gli organizzatori di Wimbledon, che pagano l’alloggio ai vari tennisti impegnati nei tabelloni. “Ne stavo parlando con alcuni ucraini: è di grande aiuto per noi” ha spiegato Elina. “A partire da qualsiasi torneo fino a Wimbledon, il nostro alloggio era pagato. Anche se perdevi nelle qualifiche, l’alloggio veniva pagato. Si aveva la possibilità di allenarsi, di prepararsi bene. Anche qui. È di grande aiuto per noi perché molti giocatori in questo momento hanno dovuto trasferirsi completamente. Stanno pagando per la loro famiglia, per i loro amici da qualche parte in Europa per trovare una nuova casa. Qualsiasi aiuto è davvero una grande mano per noi perché le nostre spese sono molte di più in questi giorni rispetto agli anni prima della guerra”.