Wimbledon: Alcaraz campione al terzo tentativo, Becker vinse al secondo ma con avversari meno forti

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Wimbledon: Alcaraz campione al terzo tentativo, Becker vinse al secondo ma con avversari meno forti

Nessuno dei giocatori superati da Boris nel 1985 valeva per titoli o classe il Djokovic di ieri

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Tra le qualità che tutto il mondo del tennis sta riconoscendo a Carlos Alcaraz a livello mentale e tecnico, una delle più sensazionali è indubbiamente la capacità di adattamento all’erba. Il magazine online “Puntodebreak.com” oggi evidenzia come il ventenne murciano abbia avuto bisogno di solamente tre edizioni dei Championships per sollevare il trofeo londinese.

Il dato non è record assoluto perché nel 1985 Boris Becker ha fatto meglio vincendo alla seconda occasione. Nel 1984 il sedicenne Boom Boom cedette a Bill Scanlon nei sedicesimi di finale e nell’edizione successiva trionfò non senza prima vincere, proprio come Carlitos, il Queen’s. Il tedesco ha raggiunto il successo a Londra prima e ad un’età inferiore, ma evidentemente si sta parlando di un tipo di giocatore diverso.

Becker giocava nel “giardino di casa” e imponeva un fast tennis mai visto prima di allora e quanto mai idoneo all’erba. Alcaraz ha dovuto declinare il suo gioco ai prati, un’impresa che ha compiuto in tempi brevissimi: il Queen’s e Wimbledon 2023 sono infatti il suo terzo e quarto impegno lawn, per Boris furono il quarto e il quinto (dopo Wimbledon, Australian Open e Sydney 1984).

Inoltre Il tennista di Leimen non dovette affrontare McEnroe, Lendl o Connors e superò come teste di serie più importanti Jarryd e Nystrom e Curren non proprio erbivori o, chiedendo scusa, grandi campioni.

La speciale classifica dei vincitori “precoci” continua con due americani che hanno avuto bisogno di tre edizioni del torneo, proprio come Alcaraz. Il primo è Jimmy Connors, che perse nel 1972 contro Nastase e nel 1973 contro Metreveli, in entrambi i casi nei quarti di finale, prima di dominare l’anno successivo Ken Rosewall. Il secondo è Andre Agassi, che cede a Leconte nel 1987 e a Wheaton nel 1991 per battere in finale Ivanisevic l’anno seguente.

Per quanto riguarda Jimbo, gli annali per la verità ricordano un sorteggio con Carmichael nel 1971, con il mancino di Belleville che si ritira prima ancora di scendere in campo. Bjorn Borg dovette aspettare il quarto appuntamento per poi collezionare 5 trofei consecutivi: prima di vincere nel 1976 con Nastase, perse nelle tre edizioni precedenti nell’ordine con l’inglese Taylor, l’egiziano El Shafei e con il futuro trionfatore Arthur Ashe.

A quota cinque troviamo un quartetto che assomma 20 titoli dello Slam verde: McEnroe, Sampras, Federer e Nadal; a quota sette ecco l’avversario della finale di ieri, Novak Djokovic. Sei sconfitte dal 2005 fino alla finale del 2011 vinta contro Rafa Nadal. In queste sei edizioni “propedeutiche”, Novak non perse mai né con Federer né con Nadal, un dato che se possibile rafforza l’impresa di ieri del murciano, compiuta contro l’asso di Belgrado.

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