Popyrin: "Questo titolo è un passo nella giusta direzione. Posso vincerne altri"

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Popyrin: “Questo titolo è un passo nella giusta direzione. Posso vincerne altri”

“Adesso sono un uomo e un atleta più maturo. So che posso arrivare al vertice, e credo in me stesso”. Grande iniezione di fiducia per l’australiano dopo il titolo di Umago

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Le parole di Alexei Popyrin in conferenza stampa dopo il titolo vinto ad Umago battendo in finale Stan Wawrinka 6-7(5) 6-3 6-4.

D: Alexei, un pensiero sul titolo di oggi.

Popyrin: “Questa finale per me è un primo step. Voglio continuare a vincere titoli e a produrre il mio miglior tennis. Questa settimana sono riuscito a farlo. Questo titolo rappresenta un passo nella giusta direzione perché ho dimostrato di poter vincere il mio primo titolo e so che posso vincerne molti altri”.

D: Sembravi a tuo agio sulla terra rossa quest’oggi. E la superficie dove ti senti più a tuo agio?

Sì assolutamente. In questo momento la terra è la superficie dove mi sento più a mio agio. Fin da quando ero bambino mi sono allenato sulla terra, da quando a 10 anni i nostri genitori hanno trasferito me e i miei fratelli in Spagna. Il loro obbiettivo era farmi crescere come giocatore da terra battuta. Ora sto cercando di adattare il mio tennis anche ad altre superfici. Mi piace giocare sul veloce anche, e spero di trovarmi a mio agio anche su erba in futuro.

Non è la prima e nemmeno la seconda volta che giochi in Croazia. E anche in Istria tu hai praticato calcio e nuoto quando avevi 10 anni. Poi hai giocato ad Umago nel 2016, a livello Juniores. Com’è andata?

Avevo il seed n.1 all’epoca. E’ stato il momento che ha convinto i miei genitori a spingermi a diventare un tennista professionista. All’epoca vivevo a Dubai con la mia famiglia e lì vincevo molti tornei arrivando in finale ogni volta. Dopo che il direttore del torneo ha assistito ad un mio incontro si è convinto a farmi entrare in tabellone. Era il mio primo torneo internazionale in assoluto. All’epoca c’erano in quel torneo tre giocatori che oggi sono tra i primi 50/100 al mondo: De Minaur, Fokina e io. Arrivai fino ai quarti. L’anno dopo persi 6-1 6-1 contro il vincitore del torneo. Ho scoperto poi che il ragazzo si allenava in Spagna così decisi di farlo anche io. Questo è l’inizio della storia.

Domani sei all’Austrian Open di Kitzbuhel, primo turno contro Arthur Rinderknech.

Sì. Ho giocato una dura battaglia contro di lui in Australia lo scorso anno e quest’anno sull’erba a Den Bosch. Abbiamo due grandi servizi quindi la partita spero sia più veloce delle ultime due giocate. Sai l’altitudine di Kitzbühel potrebbe aiutare a rovesciare il servizio dell’avversario. Vediamo come va e poi da lì decideremo il da farsi.

Sei pro dal 2017. Guardandoti indietro come sono stati questi sei anni?

Se penso a che aspettative avevo e c’erano su di me a 18 anni penso di non averle soddisfatte tutte. Per me è stata una curva d’apprendimento importante dove ho potuto imparare tutte le lezioni che mi servivano. E non potrei essere più orgoglioso di dove mi trovo adesso perché sono cose che ho imparato lungo il percorso e mi hanno portato dove sono adesso. Sono un uomo più maturo, un’atleta più maturo. So che posso arrivare al vertice, e credo in me stesso per poter arrivare in cima. Ma devo solo abbassare la testa, lavorare e credere nel processo di crescita che sto facendo.

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