ATP Umago: Popyrin campione, battuto Wawrinka in rimonta

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ATP Umago: Popyrin campione, battuto Wawrinka in rimonta

Gran match di Alexei Popyrin che merita il suo secondo titolo al termine di una bella finale. Qualche rimpianto per Stan Wawrinka nel finale del terzo

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Alexei Popyrin e Stan Wawrinka – ATP Umago 2023 (foto: Roberto dell'Olivo / Rdosport)
 

Da Umago, il nostro inviato

A. Popyrin b. [6] S. Wawrinka 6-7(5) 6-3 6-4

Ritorno al successo in finale rimandato per Stan Wawrinka, che si arrende 6-7(5) 6-3 6-4 in due ore e 36 minuti alla rimonta di un Alexei Popyrin in grande spolvero, pericolosissimo al servizio, cattivo con il dritto, sicuro nei pressi della rete, veloce nei recuperi a dispetto dei 196 cm di altezza, solido di rovescio e con ottima mano. Le uniche sbavature nel finale del primo parziale quando ha servito sul 5-4 e nel tie-break, ma lì sono stati determinanti i meriti di Wawrinka, partito un po’ contratto e forse sorpreso dall’intensità dell’avversario che ha sfoderato un repertorio vario e di alto livello. Stan ha fatto ricorso a tutta la sua classe per prendersi la prima frazione e anche per rientrare subito all’inizio del terzo quando Alexei era lanciatissimo verso la meta. A metà della partita finale, un piccolo problema fisico per Popyrin che ha concesso qualcosa, ma Wawrinka non ha saputo cogliere l’occasione. L’australiano passa dal n. 90 al 57 (virtuale, in attesa di Vukic ad Atlanta), festeggiando anche il best ranking.

Primo set – Alexei incontenibile al servizio, ma non nel momento clou

Parte Wawrinka senza problemi, piazza anche una smorzata irraggiungibile quasi spalle alla rete punendo (!) l’ottima risposta dell’altro. L’altro, Popyrin, scocca subito un servizio a 218 km/h , fa vedere un serve&volley e anche lui tiene a zero. Due errori nel terzo gioco vengono temporaneamente rimediati da Stan, ma la risposta ben trovata sulla prima svizzera permette ad Alexei di chiudere con il drittone, un colpo che fa davvero male.

La smorzata australiana è imperfetta, ma fa peggio Wawrinka, rigido sul recupero, ed è già break, troppo facilmente consolidato per il -1. Il tre volte campione Slam ha vinto l’ultimo titolo nel 2017 a Ginevra e, nonostante questa sia la sua trentunesima finale (16 vinte), sembra un po’ teso. Dopo il successo contro Lorenzo Sonego, ci aveva detto che una finale è un match a sé e che non è mai facile affrontare un avversario per la prima volta. In ogni caso, finché quello di 196 cm serve così, non c’è tanto da fare. Molto intelligente il ventitreenne di Sydney a seguire spesso la prima a rete, trovandosi a gestire volée semplici sulle risposte bloccate e svolazzanti dell’avversario. Anche sulle seconde australiane, fatica a prendere il controllo degli scambi – non certo la situazione che preferisce Resta comunque in scia, mentre Alexei piazza sul 5-3 il colpo più spettacolare finora, un contro-cross di dritto che atterra più vicino alla rete che alla riga di battuta.

Una risposta un po’ fortunata consente a Stan di tirare il rovescio vincente che vale il 15 pari quando Popyrin serve per chiudere il parziale. Wawrinka c’è, gli fa finalmente giocare una volée complicata ed è palla break. Sulla seconda battuta, il rovescio svizzero tocca il nastro quanto basta perché l’altro pensi una frazione di secondo in più e finisca con l’affossare il dritto. Gli scambi salgono di intensità e quello giovane si ritrova a servire sul 5-6. Wawrinka gioca un buon game di risposta, ma l’altro si supera ed è tie-break.

Il classe 1985 si prende più tempo e spazio in risposta sulla prima (sulle seconda rimane sempre molto indietro) in modo da tentare la sbracciata. L’idea dà i suoi frutti già sul secondo punto, anche se un altro recupero in avanti impreciso fa rientrare immediatamente Alexei. Stan ancora avanti, però paga una pessima decisione (rovescio lungolinea poco incisivo) e 5 pari. Due scambi di grande intensità, il primo concluso con il drop-shot australiano che a malapena arriva a rete, il secondo con la comoda chiusura al volo al termine di un climax di potenza svizzera, ed è set Wawrinka.

Secondo set – Popyrin sul velluto

Si riprende con tre game da highlights. Si scambia di più rispetto all’inizio, il pubblico apprezza l’alternarsi di accelerazioni e tocchi: Pop replica un delizioso lob liftato bimane, smorza delicato e si ritrova avanti 3-0 – di nuovo un recupero in avanti impreciso sulla palla break. Popyrin è su una nuvola, il 4-0 è a un passo ma per tre volte The Man glielo nega e muove il punteggio, sottolineando con un verso che c’è ancora. Fase di stanca della partita in attesa del turno di servizio decisivo che arriva puntuale. Stan cambia racchetta, ma Alexei non si fa impressionare più di tanto e lascia l’altro a 30 con una prima e un dritto vincenti.

Terzo set – Incertezza sovrana

Popyrin continua a comandare e brekka in apertura. Sembra il preludio a una rapida discesa verso il titolo, ma il trentottenne di Losanna rassicura il pubblico: si riprende il maltolto e sale 2-1 con il vincente monomane. Apparentemente ad Alexei viene un crampo al quadricipite destro nel quinto gioco, affossa due rovesci, inghiotte la pasticca che gli passa il fisio durante il cambio campo e torna a giocare.

Frettoloso in un paio di occasioni e con uno smash fallito, offre una palla break, ma Wawrinka sbaglia un brutto rovescio in palleggio, forse il punto di svolta della serata. Pop non pare esattamente al top, ma si tiene in vita con la battuta. Sul 4 pari sfodera un drittone in risposta, Stan si distrae, regala un approccio e una seconda palla ed è doppia opportunità australiana di andare a servire per il titolo. Wawrinka salva la prima, poi una piccola pausa perché si stacca il pezzetto di plastica che divide la linea di fondo (se ne impossessa l’arbitro Richard Haigh, rimandando la riparazione alla pausa) e Alexei strappa con la smorzata. Niente da fare per Stan in risposta e Popyrin può alzare il suo secondo trofeo dopo Singapore 2021.

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