WTA Montreal, Swiatek: "Come gestisco le interruzioni per pioggia? Mi siedo e leggo un libro"

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WTA Montreal, Swiatek: “Come gestisco le interruzioni per pioggia? Mi siedo e leggo un libro”

La numero uno WTA dopo la vittoria in tre set contro Muchova, in una giornata caratterizzata dal maltempo, dichiara in conferenza stampa: “L’aspetto più complesso è stato alzare la mia adrenalina dentro il match”

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Iga Swiatek - Montreal 2023 (foto Twitter @OBNmontreal)
 

Nella riedizione della finale del Roland Garros 2023 consumatasi nel teatro dell’Omnium Banque Nationale di Montreal, ancora una volta ad imporsi è stata la numero uno del mondo Iga Swiatek che ha così impedito alla ceca Karolina Muchova di potersi prendere la rivincita per la sconfitta patita a Parigi.

In una partita condizionata pesantemente dalle interruzioni per pioggia, con oltre cinque ore e tre quarti di sospensione complessiva – la prima giunta poco prima che cominciasse il terzo set, la seconda ad inizio frazione decisiva dopo che si erano disputati appena 11 punti -, alla fine a spuntarla è stata la 22enne polacca che si è qualificata per i quarti di finale dove incontrerà la finalista dell’Australian Open 2022 Daniele Collins. Ecco le sue parole nella conferenza stampa successiva al match con Muchova.

D. A che ora sei arrivata all’impianto considerando che l’inizio del tuo match di ottavi era previsto per le 12.30? (locali, le 18.30 in Italia, ndr). Inoltre puoi descriverci quale è stata la tua giornata, in che modo si è sviluppata e cosa hai fatto nello specifico tra un’interruzione e l’altra?

Iga Swiatek: “Principalmente, durante queste sospensioni per pioggia leggo quasi sempre un libro. Accanto agli spogliatoi, poi, era situata un camera molto tranquilla. Quindi mi sono seduta lì e mi sono dedicata alla lettura. Di sicuro quando devi affrontare certi imprevisti, non è mai facile gestire il livello di energia necessario per riscendere in campo già a pronta a competere. E’ difficilissimo rimanere rilassati per evitare sprechi di energia mentale che successivamente possono rivelarsi deleteri per la conquista della partita, quando si ritorna in campo. Inoltre per quelle che erano le previsioni e il contesto generale, non eravamo affatto sicuri – io e il mio staff – che l’incontro effettivamente sarebbe stato ripreso e concluso. Tuttavia, il torneo era abbastanza sicuro che le precipitazioni sarebbero terminate dandoci quindi la possibilità di chiudere il match. In quei frangenti, nei quali mi trovavo lì in solitudine immersa nella lettura, ho soltanto provato ad evitare un dispendio di energie psicologiche eccessivo, limitando al minimo le perdite e alla fine ha funzionato dandomi i frutti sperati“.

D. Dunque a che ora sei giunta qui?

Iga Swiatek: “Alle 9:30 più o meno. Insomma qualcosa del genere“.

D. Puoi parlarci della partita, descrivendola dalla tua prospettiva: soprattutto per quanto concerne quegli aspetti che tu pensi abbiano realmente delineato la differenza nel dirimere la contesa e la lotta che si era venuta a creare. Probabilmente hai cambiato marcia nel momento in cui hai finalmente hai trovato il tuo ritmo di gioco?

Iga Swiatek: “Certamente ciò che ho avvertito durante la partita è che il mio rendimento odierno sia stato contraddistinto da alti e bassi. Ad esempio, nel secondo set ho commesso alcuni gravi errori che non ti puoi permettere in quel frangente di gara se vuoi portare a casa il match. Poi ovviamente bisogna anche considerare che dall’altra parte della rete ci fosse Karolina, un tipo di giocatrice che è in grado di saper cogliere le occasioni che l’avversaria concede e lo fa riuscendo brillantemente a mettere ingente pressione in risposta sulla rivale nei momenti di maggiore tensione. Io però dal canto mio, sono stata brava e determinata a voler resettare a tutti i costi guadagnandomi così meritatamente la conquista del terzo parziale. Mi sono detta di dare fondo a tutte le energie rimaste per permettermi di tornare nuovamente a muovermi, e di conseguenza a coprire il campo, al meglio. Quindi per concludere, non saprei onestamente individuare quale sia stata la differenza principale, quello che posso dire è ciò che mi sono autoimposta: essere più attiva a livello di mobilità e tempi di reazione, oltre che maggiormente aggressiva sul piano tattico nel tentativo di controllare di più gli scambi e non permetterle di prendere l’iniziativa“.

D. Suppongo che tu fossi molto arrabbiata con te stessa quando hai perso il secondo set, visto che a posteriori ti sei resa conto che non aver chiuso l’incontro in due ti abbia costretta a dover forzatamente attendere tutto quel tempo – interruzione complessiva da oltre cinque ore e tre quarti – a causa della pioggia, prima di poter riscendere di nuovo in campo. Come hai fatto per riorganizzarti mentalmente dopo la frazione persa e tutta quella pausa che ha preceduto il parziale decisivo, peraltro inframmezzato da un ulteriore stop dopo pochi punti – precisamente 11 – giocati?

Iga Swiatek: “Innanzitutto ero consapevole che sul piano tattico e strategico non avrei dovuto cambiare praticamente nulla di quanto fatto fin lì, ma semplicemente continuare su quella strada. Differentemente, era più una questione riguardante l’atmosfera nel suo complesso e lo slancio mentale con cui lei – Muchova, ndr – sarebbe partita ad inizio terzo e quello che al contrario avrei dovuto invece necessariamente ritrovare io se avessi voluto portare a casa la sfida. E per farlo necessariamente bisognava riordinare le mie idee dal punto di vista dell’approccio psicologico. Inoltre ero consapevole di poter ancora contare, nonostante il secondo set perso, su un grande stato di fiducia perché sapevo che il mio tennis non mi aveva abbandonato, era lì con me. Non a caso mi aveva permesso di vincere il primo set, quindi non poteva essere scomparso nel nulla. Perciò ho ripreso in mano le fila del mio gioco, tornando così a far giare i miei colpi chiave e abbinandoli all’aspetto tattico di cosa fosse meglio mettere sul campo per far sì che Karolina incontrasse delle difficoltà, ho ottenuto l’obiettivo finale di vincere la partita e qualificarmi per i quarti “.

D. Qual è stato secondo te il dettaglio più complesso del tuo tennis da dover gestire per permetterti di darti la possibilità di rimanere totalmente concentrata e focalizzata sull’incontro?

Iga Swiatek: “Credo sia stato alzare il mio livello di adrenalina energetica dentro il match. Mi sento ancora sfasata per via del jet-lag. Dopo una tale giornata, però, in cui alla fine sono riuscita a venirne a capo positivamente spero vivamente di ripresentarmi al meglio nel prossimo turno con il mio stato di concentrazione massimale. Ma d’altra parte spesso e volentieri quando le condizioni sono più complesse in termini di adattabilità alla superficie o ci sono problemini di natura fisica che ti impediscono di essere al 100% delle forma, è paradossalmente più semplice esprimersi al meglio di quelle che sono le proprie possibilità in quella precisa giornata poiché si tratta unicamente di andare all-in, tirare a tutto braccio senza che sia richiesto di pensare ad altro o concentrarsi nel mettere in pratica un preciso piano tattico che per essere portato a compimento richiede diverse energie mentali“.

D. Io arrivati a questo punto non posso esimermi dal chiederti cosa hai letto leggendo durante le sospensioni dovute alla pioggia?

Iga Swiatek: “E’ un nuovo libro. L’ho iniziato da pochissimo, ieri. Il titolo è “Il Grido del Kalahari“.

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