US Open, carica Medvedev: "Da 1 a 10 contro Alcaraz serve dare 11. Io ce l'ho fatta"

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US Open, carica Medvedev: “Da 1 a 10 contro Alcaraz serve dare 11. Io ce l’ho fatta”

Il ventisettenne russo si accinge a compiere la duplice impresa in terra newyorkese per accaparrarsi il titolo: dopo Alcaraz lo scoglio può essere solo Nole

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C’è una sconfitta in tre set ancora troppo stretta attorno al dito di Nole di cui Daniil è ben consapevole. Era il 12 settembre 2021 e l’allora venticinquenne russo decise di mettersi in mezzo a Djokovic e il completamento del Grande Slam. Ora siamo nel 2023, Medvedev è di nuovo in finale a New York e – oneri e onori di aver battuto in semifinale un ragazzino che si fa chiamare Carlitos – di nuovo contro Novak Djokovic. Che quest’ultimo sia a caccia di rivincita non serve neanche chiederselo. Forse la rivincita stavolta è addirittura più importante della vittoria, ma anche questo Daniil lo sa bene. Di seguito, un estratto dell’intervista che ha seguito la vittoria su Alcaraz.

D. Vittoria semplicemente epica. Quattro set, 3 ore e 19 minuti. L’altro giorno, quando eri qui, hai detto che dovevi trovare un modo per giocare meglio. Come hai fatto?

Medvedev: “Ci sono riuscito. Ho giocato benissimo tutti e quattro i set, ma soprattutto avevo detto di dover giocare a 11 su 10, in tutti e tre i set che ho vinto ci sono riuscito. Nel terzo set direi che ero forse a 9 e mezzo, forse anche a 10 su 10, e come abbiamo visto non è stato sufficiente contro Carlos. Sono riuscito a giocare bene, sono riuscito a servire bene, a colpire alcune linee nei momenti importanti, a fare dei bei tiri. Sono davvero felice, ma il torneo non è finito”.

 

D: Un’altra rivincita dalla tua vittoria qui a New York.

Medvedev: “Sì, e contro Novak non è sempre lo stesso. È sempre meglio della volta precedente in cui gioca. Per esempio l’ho battuto nella finale dello US Open, ma lui mi ha battuto a Bercy in un bellissimo match. Carlos lo ha battuto a Wimbledon, e lui lo ha battuto a Cincinnati. Novak sarà nella sua versione migliore domenica e io devo essere la migliore versione di me stesso se voglio provare a batterlo”.

D. Con quanto rumore si è arrivati alla fine della partita, sembrava quasi che provassi a giocare più velocemente per evitarlo. È così? Come sei riuscito a rimanere concentrato?

Medvedev: “Non so nemmeno cosa stessi facendo. Sicuramente nessuno vorrebbe mai servire in mezzo al rumore, neanche a me piace il rumore. Ma non mi piace far rimbalzare la palla quindici volte perché mi deconcentra. Se la faccio rimbalzare tre volte e sento che il rumore sta diminuendo, dico ‘Okay, vado’. Forse è andata così, forse ero un po’ nervoso ed è per questo che sono andato più veloce. In generale, anche con questa pressione, con qualche doppio fallo ma anche con qualche buon servizio, sentivo che stavo gestendo il contesto alla grande. La cosa più importante è vincere, anche lui (Alcaraz, ndr) ha avuto un momento in cui aveva un vantaggio, ma alla fine sono riuscito a vincere. Il resto non importa. È vero che forse avrei dovuto giocarmi diversamente il primo match point, ma chi se ne frega. La cosa più importante è riuscire a realizzarne uno e sono felice di esserci riuscito”.

D. Sei conosciuto come un buon atleta, soprattutto per la tua altezza. Come valuti la tua difesa stasera? Questa deve essere la corsa più lunga che hai fatto da molto tempo.

Medvedev: “È stato fantastico, perché ci sono stati alcuni punti che ho perso, ma dopo ognuno di loro ho pensato ‘Wow, ho preso alcune palle davvero difficili (sorride, ndr). Ho pensato ‘Okay, va bene. Ciò significa che al punto successivo posso fare lo stesso. Lui potrebbe mancarlo o potrei io fare un tiro migliore’. Ero nell’area e quando sono lì sono un grande difensore. Corro bene, anche se ci sono stati alcuni momenti in cui avrei dovuto iniziare a correre più veloce, a volte si tende a guardare cosa sta facendo l’avversario. Ma contro Carlos è pericoloso perché gioca così velocemente, i drop shot sono così veloci che non si ha il tempo di guardare. Ogni volta che guardavo ed ero lento pensavo che la volta dopo avrei dovuto fare meglio. Ci sono riuscito”.

D. Non sei estraneo alle finali Slam. Hai una routine del giorno prima?

Medvedev: “Direi proprio di no. Farò un allenamento allo stesso orario di sempre, non a causa delle superstizioni ma perché è il modo migliore per dormire un po’ e avere un po’ di tempo la sera. Serve solo preparazione mentale per andare in guerra. Lottare fino alla fine per vincere: è così che si deve essere nella finale di uno Slam”.

D. Quanto è importante per te vincere queste partite?

Medvedev: “Non lo so. Immagino che per la fiducia e l’autostima sia molto importante. Allo stesso tempo, anche se è fantastico aver vinto questa partita, se domenica perdo, resterà un buon torneo ma io rimarrò dannatamente deluso. Il tennis è così. Mi auguro di avere davanti ancora tanti anni di carriera e sapere che sono capace di vincere su un grande palco. Ogni volta che si hanno queste vittorie, si acquisisce più fiducia e si capisce che si puoi vincere di nuovo. Ma la cosa più importante è servirsene (della vittoria, ndr) e allo stesso tempo dimenticarsene per passare avanti”.

D. Come utilizzerai la finale del 2021 contro Novak per la tua preparazione mentale e come pensi ti influenzerà nella partita di domenica?

Medvedev: “Penso che l’unica cosa da fare sia pensare che Novak, quando perde, non è più lo stesso dopo. Ecco perché ha 23 Slam, Masters 1000, settimane alla posizione numero 1. Devo aspettarmi che sarà dieci volte migliore di quanto sia stato quel giorno. E io devo essere dieci volte migliore se voglio batterlo di nuovo”.

D. Quale pensi sia stata la chiave del tuo servizio stasera? E qual è il ricordo più forte di quella finale del 2021 qui?

Medvedev: “Il ricordo più forte è l’ultimo servizio, perché ho fatto dei doppi falli, credo due o tre sui match point, su punti importanti: 40-15 e 40-30. Mi dicevo: ‘Devo fare questo servizio e poi giocare il punto’. Ho colpito il servizio e credevo fosse fatta. Lo vedevo lontano dalla palla, in qualche modo l’ha presa – quasi cadendo – ma non è andata oltre la rete. È un grande ricordo. Per quanto riguarda il servizio, oggi ha funzionato bene. Contro uno come Carlos devi servire bene. Non hai altra scelta. Sono riuscito a fare dei buoni servizi, a colpire delle buone zone, a dare il massimo nei momenti importanti. Possiamo chiamarle seconde di servizio fortunate, perché quando ci provi c’è una parte di fortuna, ma corri anche il rischio, che se sei fortunato questo rischio può ripagare. Oggi è stato fantastico, quindi, come ho detto, domenica dovrà essere lo stesso”.

D. C’è questa statistica pazzesca secondo cui il testa a testa con Novak è migliore quando è il numero 1 e peggiore quando non è il numero 1.

Medvedev: “Già”.

D. Quindi è questa una motivazione in più quando è al numero 1? È come in una zona grigia perché lunedì sarà il numero 1.

Medvedev: “È divertente perché ora non è ancora il numero 1. Ma beh, se vogliamo scherzarci su, penserò che lunedì prossimo sarà numero 1, quindi è come se lo interpretassi tale. Ma non so davvero perché ci sia questa statistica, non credo che abbia a che fare con quello che succede in campo. Come ho detto, domenica non mi interessa se è il numero 1 o il numero 2. È Novak Djokovic e voglio provare a vincere (sorride, ndr)”.

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ATP Shanghai: Fognini e Schwartzman tra le wild card

Il tennista ligure sarà il quinto italiano presente in tabellone, dopo Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego

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Fabio Fognini - US Open 2023 (foto USTA/Brad Penner)

Dal 2 al 15 ottobre tornerà sotto ai riflettori il Rolex Shanghai Masters, penultimo appuntamento 1000 dell’anno, assente dal panorama tennistico da quasi un lustro. Infatti, l’ultima edizione risale al 2019 e il campione fu Danil Medvedev, che ai quarti di finale sconfisse proprio Fabio Fognini in due set.

Con un tabellone adeguatosi alle direttive ATP per quanto riguarda l’estensione, il torneo ha potuto concedere cinque wild card e una ci interessa da vicino. Dopo un periodo un po’ arduo a causa di un infortunio, del successivo rientro in campo nei Challenger e, infine, dell’esclusione dalla Coppa Davis, Fognini torna a giocare in un tabellone ATP e lo fa proprio a Shanghai con una wild card assegnatagli dagli organizzatori. Tenterà, dunque, di scalare ancora una volta la classifica, come d’altronde vorrà fare anche Diego Schwartzman, anche lui ex top ten che negli ultimi mesi non se la sta passando molto bene a livello di risultati.

Per quanto riguarda gli altri tre inviti, gli organizzatori hanno prevedibilmente concesso la corsia preferenziale a tre giocatori di casa: il primo è il giovanissimo classe 2005 Juncheng Shang, poi sarà presente il ventunenne Yunchaokete Bu, mentre per finire l’onore di esordire in un tabellone 1000 lo avrà anche Rigele Te, attualmente numero 494 al mondo. I primi due, invece, si trovano rispettivamente al 160esimo e al 187esimo scalino del ranking, e cercheranno senza alcun dubbio di onorare la wild card caricandosi con il pubblico di casa durante i loro match. Grande responsabilità, quindi, ma anche enorme occasione di brillare sotto le stelle della bandiera cinese.

 

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ATP Astana: Shevchenko vince facile, Medjedovic sfrutta il ritiro di Djere

La WC di casa Mikhail Kukushkin non sfrutta un match point nel secondo set e si arrende a Borges. Prima vittoria da fidanzato per Alexander Shevchenko

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Alexander Shevchenko - Foto Daniele Combi

Al via anche l’edizione 2023 dell’Astana Open, torneo che l’anno scorso vide alzare il trofeo a Novak Djokovic, che invece quest’anno ha preferito riposarsi e magari giocare a golf nel periodo pre Finals. I pochi match che si sono giocati nella prima giornata hanno visto sfidarsi il neofidanzato di Anastasia Potapova, Alexander Shevchenko, con l’olandese Botic van de Zandschulp non proprio nel suo miglior periodo di forma. Infatti, il n.85 ATP ha sempre mantenuto il controllo del match, imponendosi per 6-4 6-3 in un’ora e trentotto minuti, nei quali ha performato leggermente meglio dell’avversario sia in risposta che al servizio.

Dettagli che gli hanno permesso di vincere il primo scontro diretto con l’avversario – tornando al successo in una partita di un main draw ATP dopo quasi due mesi, ossia dal 500 di Washington – e di accedere al secondo turno, dove se la vedrà con il giovane serbo Hamad Medjedovic. Quest’ultimo ha sfruttato il ritiro del connazionale Laslo Djere, quando il primo era sopra 6-3 2-1 nel punteggio, per passare il turno e onorare la WC ricevuta, proprio come ha fatto Shevchenko.

Più intenso ma anche più infelice alla fine dei conti è stato l’incontro tra il beniamino di casa – sempre WC – Mikhail Kukushkin e il portoghese Nuno Borges, opposti in campo per la prima volta l’uno contro l’altro. È da tempo ormai che il tennista kazako ex n.39 al mondo si dedica principalmente al circuito Challenger, ma nonostante questo il giocatore portoghese ci ha messo quasi tre ore per arrivare al successo, che ha ottenuto con lo score di 5-7 7-6(6) 6-4.

 

Il 36enne russo, naturalizzato kazako, nel tie-break del secondo parziale era arrivato a match point, ma non è riuscito a chiudere lasciando così il passo al suo avversario, che nel terzo set gli ha strappato il servizio in apertura mantenendo poi il break fino alla fine. Per Borges sfida al secondo turno contro il vincente del match Korda-Popyrin.

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ATP Next Gen, Race to Jeddah: tanta Francia tra i possibili partecipanti al torneo arabo

Si disputerà a Gedda l’edizione 2023 delle Next Gen Finals. Ecco la situazione aggiornata

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Arthur Fils – Coppa Davis 2023 (credit: Getty Images for ITF)

Si comincia a fare i calcoli anche in chiave ATP Next Gen Finals. Dopo 5 edizioni il torneo riservato agli 8 migliori under 21 della stagione si sposta da Milano a Gedda, in Arabia Saudita. Data per certa la partecipazione di Alcaraz alle Finals torinesi e per possibile quella di Rune, è giusto allargare a 12 l’elenco degli attuali migliori giovani dell’anno, tra i quali appare per la prima volta tra i migliori 10 il francese Arthur Cazaux.

Dietro i primi due della classifica, c’è la bella scoperta di Ben Shelton esploso agli US Open e che si è messo in evidenza anche alla “Laver Cup”. Il classe 2002 americano precede di appena cento punti il nostro Lorenzo Musetti (la cui adesione all’evento rimane tutta da verificare).

Quinto in classifica Arthur Fils, salito attualmente al n. 44 nel ranking ATP. Tanta la differenza tra il francese e il quinto in classifica, il suo connazionale Luca Van Assche, classe 2004, uno dei più giovani della Top Ten. Ma se in Coppa Davis la Francia ha appena dovuto digerire una pesante eliminazione, Oltralpe possono consolarsi con la crescita delle giovani leve.

 

Pochi i punti che separano il francese da Stricker, ben 21 per la precisione, settimo in classifica. A chiudere la Top Ten c’è Alex Michelsen, un altro talento americano da tener d’occhio. Al nono posto del ranking valido per la Next Gen c’è Hamad Medjedovic, classe 2003,  che ha 11 punti di vantaggio sul francese Cazaux, per la prima volta in Top Ten, e 32 sull’azzurro Flavio Cobolli. Altro francese in dodicesima piazza, Terence Atmane pronto a subentrare in caso di assenza di qualche “big”.

Brandon Nakashima vinse l’edizione 2022: l’americano è stato il quinto campione delle Next Gen Finals, l’ultima manifestazione tenutasi a Milano.

PosizioneGiocatoreNazionePuntiNato nelClassifica ATP
1AlcarazSpagna817520032
2RuneDanimarca305520034
3SheltonUSA1455200220
4MusettiItalia1345200218
5FilsFrancia953200444
6Van AsscheFrancia597200469
7StrickerSvizzera576200290
8MichelsenUSA5182004110
9MedjedovicSerbia4852003120
10CazauxFrancia4742002125
11CobolliItalia4532002122
12AtmaneFrancia3762002147

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