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La longevità di Novak Djokovic attraverso i numeri
Più anziano vincitore a New York. 24 titoli Slam e solo tre finali Slam perse dopo i 30 anni; prima erano state 9

Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata allo US Open 2023 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.
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Calato il sipario sulla 143esima edizione dello Slam più eccentrico dell’anno, è tempo di tirare le somme. È stato un bel torneo nonostante le poche soddisfazioni portate a casa dai nostri azzurri (anche se gli ottavi di Jannik Sinner e di Matteo Arnaldi con il terzo turno di Lucia Bronzetti, mai così avanti in uno Slam, non sono certo da buttare) con qualche piccola sorpresa sul finale. Nessuno si aspettava di vedere Ben Shelton giocare una semifinale nel suo primo anno da professionista – e speriamo non sia una meteora (si veda, Denis Shapovalov); i numeri uno delle rispettive classifiche, entrambi detentori del titolo 2022, eliminati prima della finale; Coco Gauff che trova finalmente la quadra nel suo tennis, rimonta e alza il trofeo più prestigioso della sua giovane carriera dopo un’estate da sogno.
Quello che non è più una sorpresa, quello che era già nell’aria prima dell’inizio del torneo era la concreta possibilità di Novak Djokovic di aggiungere un altro Slam al suo palmarès.
Ed ecco fatto. Siamo arrivati a 24. Tanti quanti Margaret Smith Court. L’irraggiungibile traguardo per Serena Williams. A 36 anni, suonati, Novak Djokovic è il tennista meno giovane di sempre ad alzare il trofeo sotto le luci di New York. Ken Rosewall e Roger Federer sono gli unici ad aver conquistato uno Slam passati i 36 anni ed entrambi, l’hanno fatto a Melbourne. Non è certo un caso che si tratti del primo Slam, il primo impegno dell’anno, quello in cui i più “attempati” si presentano più riposati, più in forma. Invece lui, Nole, lo fa nell’ultimo Slam dell’anno dopo una lunga stagione, lunghissima stagione in cui si è preso Australian Open, Roland Garros, ha giocato la finale a Wimbledon e ha aggiunto il “1000” numero 39 in carriera a Cincinnati, prendendosi la rivincita contro Carlos Alcaraz.
È il terzo giocatore nell’Era Open a vincere nello stesso anno Australian Open, Roland Garros e US Open; prima di lui ci erano riusciti solo Rod Laver (1969) e Mats Wilander (1988). Per la quarta volta in carriera, Novak ha vinto tre tornei Slam durante l’anno solare; Federer ci era riuscito solo tre volte. La completezza tecnica, fisica e tattica dimostrata nella finale di ieri sera contro un ottimo Daniil Medvedev sono davvero incredibili.
Tra le tante, una delle statistiche più interessanti riguardano le finali vinte e perse prima e dopo i 30 anni.
Tra i 20 e i 29 anni, Novak Djokovic ha giocato 21 finali: 12 le ha vinte e 9 le ha perse. Dai 30 ai 36 anni di oggi, il tennista di Belgrado ha giocato 15 finali: ne ha perse solo tre.
Numeri pregiudicati dal calo a cui Federer, Nadal e Murray – gli altri Big Four, sono inevitabilmente andati incontro con lo scorrere del tempo? Forse no. Guardando nel dettaglio, queste sono le finali perse da Djokovic prima dei 30 anni:
- Roger Federer, US Open 2007
- Rafael Nadal, US Open 2010
- Rafael Nadal, Roland Garros 2012
- Andy Murray, US Open 2012
- Andy Murray, Wimbledon 2013
- Rafael Nadal, US Open 2013
- Rafael Nadal, Roland Garros 2014
- Stan Wawrinka, Roland Garros 2015
- Stan Wawrinka, US Open 2016
Il tennista contro cui Djokovic ha perso più volte in una finale Slam è Rafael Nadal: sono ben 4 gli scontri in cui il mancino spagnolo ha avuto la meglio, la metà di questi sono al Roland Garros, sulla terra, dove Nadal gioca un altro sport. A ben vedere, sorprendono di più le sconfitte incassate da Andy Murray sull’erba e sul veloce e da Stan Wawrinka sempre sul veloce.
Passati i 30 anni la statistica cambia nettamente: solo tre le finali perse. Al Roland Garros 2020 contro il solito Nadal, allo US Open 2021 quando si è schiantato contro Daniil Medvedev e la paura di compiere l’impresa più grande di sempre (vincere i quattro tornei Slam in un anno) e Wimbledon 2023, dopo 4 ore e 42 minuti di lotta serrata contro il nuovo fenomeno del tennis mondiale, Carlos Alcaraz. È evidente che col passare degli anni, Nole sia stato capace, più di altri di migliorarsi, non solo fisicamente e tecnicamente ma soprattutto, mentalmente. E come ha detto lui stesso ieri in conferenza stampa, nel 2021 la pressione lo avevo sconfitto, ora ha imparato la lezione.
Fai tesoro delle sconfitte, impara e la volta dopo, non commettere più lo stesso errore. Uno dei cardini della Mamba Mentality a cui Nole ha reso omaggio. Durante il trionfo per il 24esimo sigillo, Novak ha voluto rendere omaggio a Kobe Bryant, indossando una maglietta con il numero 24, lo stesso con cui giocava Kobe, a lui dedicata con una foto che li ritrae insieme. Nell’intervista, ha confidato di aver chiacchierato spesso con lui sulla necessità di costruire e mantenere una mentalità vincente, specie durante il suo lungo infortunio, che gli ha permesso di rientrare e tornare più vincente di prima. Mamba Mentality.
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ATP Next Gen, Race to Jeddah: tanta Francia tra i possibili partecipanti al torneo arabo
Si disputerà a Gedda l’edizione 2023 delle Next Gen Finals. Ecco la situazione aggiornata

Si comincia a fare i calcoli anche in chiave ATP Next Gen Finals. Dopo 5 edizioni il torneo riservato agli 8 migliori under 21 della stagione si sposta da Milano a Gedda, in Arabia Saudita. Data per certa la partecipazione di Alcaraz alle Finals torinesi e per possibile quella di Rune, è giusto allargare a 12 l’elenco degli attuali migliori giovani dell’anno, tra i quali appare per la prima volta tra i migliori 10 il francese Arthur Cazaux.
Dietro i primi due della classifica, c’è la bella scoperta di Ben Shelton esploso agli US Open e che si è messo in evidenza anche alla “Laver Cup”. Il classe 2002 americano precede di appena cento punti il nostro Lorenzo Musetti (la cui adesione all’evento rimane tutta da verificare).
Quinto in classifica Arthur Fils, salito attualmente al n. 44 nel ranking ATP. Tanta la differenza tra il francese e il quinto in classifica, il suo connazionale Luca Van Assche, classe 2004, uno dei più giovani della Top Ten. Ma se in Coppa Davis la Francia ha appena dovuto digerire una pesante eliminazione, Oltralpe possono consolarsi con la crescita delle giovani leve.
Pochi i punti che separano il francese da Stricker, ben 21 per la precisione, settimo in classifica. A chiudere la Top Ten c’è Alex Michelsen, un altro talento americano da tener d’occhio. Al nono posto del ranking valido per la Next Gen c’è Hamad Medjedovic, classe 2003, che ha 11 punti di vantaggio sul francese Cazaux, per la prima volta in Top Ten, e 32 sull’azzurro Flavio Cobolli. Altro francese in dodicesima piazza, Terence Atmane pronto a subentrare in caso di assenza di qualche “big”.
Brandon Nakashima vinse l’edizione 2022: l’americano è stato il quinto campione delle Next Gen Finals, l’ultima manifestazione tenutasi a Milano.
Posizione | Giocatore | Nazione | Punti | Nato nel | Classifica ATP |
1 | Alcaraz | Spagna | 8175 | 2003 | 2 |
2 | Rune | Danimarca | 3055 | 2003 | 4 |
3 | Shelton | USA | 1455 | 2002 | 20 |
4 | Musetti | Italia | 1345 | 2002 | 18 |
5 | Fils | Francia | 953 | 2004 | 44 |
6 | Van Assche | Francia | 597 | 2004 | 69 |
7 | Stricker | Svizzera | 576 | 2002 | 90 |
8 | Michelsen | USA | 518 | 2004 | 110 |
9 | Medjedovic | Serbia | 485 | 2003 | 120 |
10 | Cazaux | Francia | 474 | 2002 | 125 |
11 | Cobolli | Italia | 453 | 2002 | 122 |
12 | Atmane | Francia | 376 | 2002 | 147 |
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Novak Djokovic a Roma protagonista alla Ryder Cup
Il serbo si è cimentato sul green: con lui altre celebrità del mondo dello sport

Profumo di golf nella capitale. A Roma, infatti, è tempo di Ryder Cup e l’evento è stato celebrato dalla presenza di vip e sportivi. Il Marco Simone Golf & Country Club ha accolto i “campioni” per l’All Star Match cominciato all’ora di pranzo.
Non sarà l’erba di Wimbledon, ma rischia di trovarsi comunque a suo agio: Novak Djokovic, tennista più vincente nella storia dei tornei del Grande Slam, è tra i protagonisti della giornata romana. Con lui anche il calciatore Gareth Bale, Leonardo Fioravanti, surfista italiano qualificato per le Olimpiadi di Parigi 2024, lo youtuber Garrett Hilbert e il numero uno mondiale degli atleti paralimpici, l’inglese Kipp Popert.
Uno show unico nel quale si affrontano le squadre guidate dallo scozzese Colin Montgomerie e dallo statunitense Corey Pavin, rispettivamente alla guida del Team Europe e del Team Usa alla Ryder Cup del 2010 quando in Galles i fratelli Molinari, Francesco ed Edoardo, fecero il loro debutto vincente nel torneo.
Nole è stato inserito nel “Team Montgomerie“.
Fanno parte del “Team Pavin”, Carlos Sainz, pilota della Ferrari, Andriy Shevchenko, Pallone d’Oro nel 2004, Victor Cruz, ex giocatore di football americano, l’attrice hollywoodiana Kathryn Newton e l’altro giocatore paralimpico, Tommaso Perrino, numero 6 del ranking e CT della Squadra Nazionale Paralimpica Maschile e Femminile della Federazione Italiana Golf.
L’ultimo mese di Novak Djokovic è stato a dir poco straordinario. Un campione totale protagonista nel tennis, spettatore nel basket e adesso sul green del golf. Aveva celebrato l’impresa dell’Arthur Ashe Stadium ricevendo dai suoi concittadini una grande testimonianza di affetto in patria assieme alla nazionale di pallacanestro, finalista ai mondiali di basket. Dopo aver portato la Serbia alle Finals di Coppa Davis, adesso si dedica al suo amato secondo sport.
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ATP Pechino, Daniil Medvedev suona la carica: “Obiettivo finale contro Alcaraz. Ma sarà molto dura arrivarci”
Il russo ha parlato anche delle condizioni dei campi: ” Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace”

Archiviata l’amara finale dello US Open per Daniil Medvedev è il momento di voltare pagina. Il russo ha parlato alla viglia dell’ATP 500 di Pechino, un torneo, tabellone alla mano, composto da nomi altisonanti. Durante il Media Day Daniil ha affrontato diversi argomenti spaziando dal suo rapporto con la Cina fino ad una possibile finale contro Alcaraz.
IL RAPPORTO CON LA CINA
“Sono arrivato due giorni fa, finora va tutto bene. Adoro tornare in Cina, quindi non c’è molto altro da aggiungere, non vedo l’ora che inizi il torneo. È la mia prima volta a Pechino, per ora mi piace, a parte questo microfono (ride)”. Il russo ha espresso anche il desiderio di visitare i grandi monumenti della capitale, nonostante il poco tempo a disposizione. “Mi sto davvero godendo il tempo trascorso qui, anche se, come al solito durante un torneo, non c’è mai molto tempo per visitare la città. Mi piacerebbe andare sulla Grande Muraglia se avessi tempo. Il fatto è che meglio gioco, meno tempo ho, quindi spero di non avere quel tempo. Se non gioco bene, almeno posso visitare Pechino”.
IL FINALE DI STAGIONE
“A volte la fine della stagione può essere complicata – una volta finiti i quattro Slam – quindi bisogna trovare un’altra motivazione. Allo stesso tempo, qui siamo tutti competitivi, quindi per me la motivazione è sempre quella di provare a vincere. È la mia prima volta a Pechino, la squadra è fortissima, quindi se vinci è fantastico. Sarà un bellissimo ricordo, una sferzata di fiducia. Ci sono ancora alcuni grandi tornei davanti a me, quindi se riuscirò ad alzare il mio livello in questo finale di stagione, sarà tutto di guadagnato per l’anno prossimo. La motivazione – sostiene Medvedev – è provare a fare tutto questo, continuare a dimostrare a te stesso che puoi vincere questi grandi tornei, grandi titoli, contro grandi avversari“.
IN FINALE CONTRO ALCARAZ?
Il russo dimostra fiducia in sè stesso quando gli viene posta la domanda su una possibile finale contro Alcaraz. “Penso che se dovessimo affrontarci questa settimana, saremmo entrambi felici, dato che saremmo entrambi in finale. È un buon obiettivo e cercherò di realizzarlo. Allo stesso tempo, come ho detto, ci sono tanti grandi giocatori. Medvedev riflette anche sulla difficoltà del tabellone: “E’ molto dura, è come se fosse il sorteggio di un Masters 1000 o di uno Slam. In un certo senso è ancora più dura di uno Slam, dove non ci sono primi turni così complicati. Sarà molto interessante, penso che sia molto raro vedere un ATP 500 così forte, sarà interessante vedere chi giocherà meglio. Penso che vedremo risultati diversi tra le teste di serie, molte di loro possono perdere al primo turno, qui non sono partite facili”.
LE CONDIZIONI DI GIOCO E LA CULTURA CINESE
“I campi sembrano molto buoni – sostiene il n.2 del seeding – mi sono allenato ieri e anche oggi. Sembrano a posto, sono sicuro che ci sarà molta gente durante le partite, ho sentito solo cose positive. Essendo la mia prima volta devo sperimentare di tutto, a livello ATP ho giocato solo a Shanghai e mi è piaciuto molto, penso che sarà lo stesso anche qui. Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace. L’unica cosa è l’uscita delle palle, che diventano grossissime questo per il gomito non va bene.
Infine c’è tempo anche per una riflessione sulla cultura cinese: “Nel complesso, è una cultura molto diversa da quella russa, ma penso che possiamo trovare alcune somiglianze con l’Occidente, motivo per cui mi sento sempre il benvenuto qui. Appena arrivo noto l’energia di questo grande Paese, mi sento a casa, per questo amo ritornare. Non mi dà fastidio venire qui perché è la fine della stagione, anzi, mi piace giocare ed essere qui, la gente lo sente”.