Sinner centra anche le Finals (Crivelli, Giammò, Azzolini, Semeraro)

Rassegna stampa

Sinner centra anche le Finals (Crivelli, Giammò, Azzolini, Semeraro)

La rassegna stampa di domenica 8 ottobre 2023

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A Torino lui ci sarà (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Diceva Goethe che un traguardo si raggiunge senza fretta ma senza sosta. Jannik Sinner e il suo team, a inizio stagione, avevano individuato nelle Finals di Torino uno dei grandi obiettivi stagionali. La Volpe Rossa non ha mai forzato i tempi, non si è esaltato di fronte agli eccellenti risultati di questa annata e non si è depresso quando sono arrivate sconfitte dolorose e magari inattese, come al Roland Garros. E si è affidato al comandamento che più di tutti gli altri apre le porte del paradiso: il lavoro. Così ora può festeggiare la realizzazione del primo step: l’approdo al torneo dei Maestri è diventato ufficiale da ieri, dopo il successo con Marcos Giron al secondo turno del 1000 di Shanghai, maturato dopo aver annullato quattro set point all’americano nel tie break del primo set, in quella che per lui era la partita di debutto nel torneo. Dunque, dal 12 al 19 novembre al PalaAlpitour, insieme ai già qualificati Djokovic, Alcaraz e Medvedev ci sarà pure lui. Una compagnia di lusso che testimonia la qualità della stagione di Sinner, quella delle prime volte: la prima semifinale Slam, a Wimbledon; il primo successo in un Masters 1000, a Toronto; la prima volta in top 5, raggiungendo quel numero 4 che in Italia, nell’Era Open , era stato appannaggio solo di Panatta. E la prevendita dei biglietti per Torino, già da record, promette una decisa impennata: «Sapevo prima del match con Giron che una vittoria avrebbe significato essere alle Finals e ora sono davvero molto felice. Era l’obiettivo principale della stagione: sono contento di essere già a Torino, significa tanto per me, perché comunque si gioca in casa. Avevo già avuto l’opportunità due anni fa da riserva quando si fece male Berrettini, ma entrare direttamente negli otto dà una sensazione diversa». […] Il Masters è tradizionalmente un torneo ostico per gli italiani, che lo hanno giocato appena cinque volte: Panatta nel 1975, Barazzutti nel 1978, Berrettini nel 2019 con e poi ancora nel 2021 con l’infortunio durante il match inaugurale contro Zverev, e appunto Sinner che allora subentrò come riserva di Matteo. […]

Finals Sinner (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

All’esordio nel Masters 1000 di Shanghai, reduce dal trionfo di Pechino di pochi giorni prima, Jannik Sinner aveva due obiettivi: centrare la vittoria che aritmeticamente gli avrebbe schiuso le porte delle Atp Finals di Torino del prossimo novembre, cancellando così quel precedente di piena estate che lo vide perdere al primo turno del Masters 1000 di Cincinnati cui giunse con il titolo di Toronto ancora in valigia. Missione compiuta su entrambi i fronti, con Marcus Giron sconfitto in due set (7-6(7), 6-2) non senza qualche brivido, e pass per Torino definitivamente in tasca con un mese d’anticipo, per un’edizione delle Atp Finals cui quest’anno prenderà parte da indiscusso protagonista dopo il blitz fatto nel 2021 in veste di riserva. «Sapevo che vincere avrebbe significato essere alle Finals, e ora sono davvero molto felice – ha commentato a caldo il n.4 del mondo – Era l’obiettivo principale della stagione: significa tanto per me, perché si gioca in casa. Però manca ancora più di un mese e ci sono ancora tanti match da affrontare: ci penserò al momento opportuno». Intanto, quello contro l’americano è stato il 50° match vinto in stagione da Sinner. Meglio di lui nella storia del tennis azzurro sono riusciti a fare solo Corrado Barazzutti (54) nel 1978 e Adriano Panatta (53) nel 1975. Il 51′ potrebbe essere oggi contro l’argentino Baez (n.29 Atp), mai affrontato in carriera, in un tabellone che potrebbe riproporre in semifinale una sfida contro Daniil Medvedev battuto in finale a Pechino: «Carlos e Daniil sono due giocatori completamente diversi, sento che entrambi mi rendono un giocatore migliore – ha riflettuto in conferenza Sinner – Se vuoi affrontare questi avversari devi arrivare sempre in fondo al torneo e già questo significa che di solito hai disputato una buona settimana». […]

Sinner è già a Torino. Arnaldi d’Australia (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Dal punto di vista della Cina, l’Italia è vicina. Sa intrufolarsi bene anch’essa, e lo fa senza sotterfugi, ma con la compiaciuta determinazione di chi se lo merita. Prima realizza un sontuoso all-in a Pechino, ribaltando l’uno-due del seeding (Alcaraz e Medvedev), prendendosi torneo e quarto posto nel ranking, poi ne infila due, forse tre, in terzo turno a Shanghai. Piove sulla Qizhong Forest Arena, dove i bambù abbondano, allineati come sardine in attesa dell’arrivo degli squali, ma dal fusto grande come tonni. Li usano per tirare su i grattacieli, che a Shanghai formano l’unica vera foresta cittadina, a perdita d’occhio, ce ne sono cinque volte più che a Manhattan. Li utilizzano per le impalcature, al posto dei nostri tubi innocenti. A Qizhong la “forest” forse c’era un tempo, ora c’è un’area disseminata a campi da tennis. Siamo alla periferia della città, ed è una città da 28 milioni di persone. Per arrivare al tennis è come andare da Roma a Napoli. E non c’è un Maglev che vi ci porti, il treno che va dall’aeroporto al centro in otto minuti appena, e tocca i 450 chilometri orari. Nella pioggia si spengono i motori di Sonego e Tiafoe, che restano a guardarsi mentre il punteggio ha da poco introdotto il terzo set (6-2 2-6 2-1 per Sonny). Bella la rimonta del torinese, che aveva perso il primo, sull’americano che va sempre in pressing. Un buon Sonego, reattivo, molto formato Davis. Buon per lui. Se vincerà il confronto, tornerà a misurarsi con il cileno Jarry, quello alto alto, grosso grosso, appena sconfitto a Casalecchio. Ma il seguito si saprà oggi, alla ripresa dei giochi. Lo stop è arrivato di sera, su tutti i campi, tranne il Centrale e il Numero uno, dove c’è un tetto sotto cui riparare. Le italiche sinneriadi dei giorni appena passati sono arrivate fin qua, e grande è la curiosità che circonda il nostro giocatore. Fortemente migliorato, sì ma dove? Per accertarlo salgono e scendono dalla tribuna dei giocatori, a turno, un bel po’ di “colleghi”. Eubanks è lì che tifa Giron, poi vede che non è il caso e resta a piluccare il telefonino. Ci sono Max Purcell e Zapata Miralles, di passaggio capita ZhiZhen Zhang, il primo cinese a finire nei cento (lo chiamano ZZZ, perché gli piace dormire) e dalla balaustra spuntano gli occhi del Peque, il piccoletto Schwartzman. Sono qui per capire, forse, o per tifare? Marcos Giron ha molti amici, Sinner un po’ meno. Il primo set è difficile per l’italiano. Campo diverso (li hanno spostati sul Centrale), più veloce, e Giron lo attacca bene in lungo linea. Si va al tie break, «e lì sono stato anche fortunato» osserva Sinner, che dopo essere risalito dall’1-4 ha annullato tre set point sul 3-6 per Giron nel tie break e un quarto sul 6-7. Poi ha cambiato marcia e se n’è andato, intenzionato a far suoi i punticini (trenta) che mancavano per l’iscrizione alle Finals di Torino. «Era l’obiettivo dichiarato della mia stagione. Sono felice di esserci riuscito con un buon anticipo, come quarto e con un punteggio così alto». […] La Cina di Matteo Arnaldi, invece, è cominciata da lontano, ha giocato a Zhuhai (subito sconfitto da Karatsev, ma tra molti sprechi) prima di muovere verso Pechino (qualifiche vinte più due turni). Quanto basta per tirarsi su fino al numero 42, novità inattesa, che gli ha fatto maturare un’idea nient’affatto malvagia per motivare gli ultimi due mesi della stagione, e magari tenersi stretto il posto per il G8 finale della Davis: «Voglio provare a salire in quota fino alla trentaduesima poltrona, che vale una testa di serie sicura per gli Open d’Australia del prossimo anno» dice e spera. Non è lontano, in termini di punti gliene servono 350, e Shanghai sta diventando una possibilità interessante per accorciare tempi e distanze. Primo turno contro Popyrin, come sempre sbadato e faticoso, dunque difficile da acquietare, e secondo contro Struf, incontenibile quando fa le cose per bene (e ieri ha tirato su un secondo set quasi perfetto) ma troppe volte nervoso e sopra le righe. Non tennistiche, purtroppo per lui. Due belle vittorie in tre set, quella con Struff molto condizionata dalla pioggia, tra pause e attese che di solito premiano i tennisti più sgamati, ma che Arnaldi ha saputo gestire a proprio favore. Nel primo set, per prendere il largo dal 2-2 fino ad avere quattro set point sul 5-2, smania sul ritorno del tedesco, per poi chiudere con lucidità il conto al nono game. E nel terzo set, quando tra uno schizzo e l’altro di pioggia, che molto infastidiva Struff, è risalito daf’1-3 alla parità e ha ottenuto il break che serviva negli ultimi due game, chiudendo sul 6-4. L’avversario lo scoprirà oggi, Norie è avanti di un break nel terzo con Wolf ed è alla battuta sul 3-6 7-5 3-2, trenta pari. Con entrambi Matteo parte con il vantaggio di 1-0 nei precedenti. […]

Un posto da Maestro (Stefano Semeraro, La Stampa)

Il senso di Sinner per le Finals. «Andare a Torino era l’obiettivo della stagione», ha detto Jannik a Shanghai, dopo la vittoria contro il mediocre ma fondamentale Giron che gli garantito aritmeticamente un posto al caro, vecchio Masters. «Giocare in casa sarà bellissimo. Ma ci sono ancora due mesi, è presto per pensarci». Se un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso, Sinner è un campione che sogna ad occhi ben aperti sulla realtà. Che pianifica, progetta, non si fa distrarre dalle polemiche, risponde sul campo alle provocazioni. Sa benissimo che fare passi avanti è l’unico modo per non scivolare indietro, nel mondo ipercompetitivo dello sport professionistico. […] Quella di novembre sarà la sua seconda volta fra i magnifici otto. Nel 2021 entrò da sostituto di Berrettini, battendo Hurkacz e sfiorando il colpaccio contro Medvedev. Stavolta ci arriva da titolare, al momento numero 4 del mondo. A Torino l’effetto Sinner, dopo l’edizione senza italiani del 2022, si sta facendo sentire con la prevendita che ha già superato l’incasso totale (15,8 milioni di euro) . Se quest’anno le Finals avranno definitivamente un sapore, un aroma, un’atmosfera italiana, molto del merito sarà di maestro Jannik. 

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