Arnaldi entra in tabellone a Vienna e ricorda la Davis: "A Bologna ho sentito il peso della maglia azzurra"

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Arnaldi entra in tabellone a Vienna e ricorda la Davis: “A Bologna ho sentito il peso della maglia azzurra”

“In due anni sono passato da n°900 alla top50” – racconta Matteo Arnaldi. “Non vedevo l’ora di giocare un match come quello contro Alcaraz a New York”

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Matteo Arnaldi – Coppa Davis 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)
 

Il 2023 resterà per sempre un anno indimenticabile per il tennis italiano. Dal secondo titolo ‘1000’ al n°4 ATP di Jannik Sinner, qualificatosi anche con grande anticipo alle ATP Finals di Torino. L’altoatesino è indubbiamente la stella della racchetta azzurra, ma non è l’unica. L’Italia, infatti, questa settimana era soltanto una delle tre nazioni (insieme a Russia e Stati Uniti) ad avere almeno tre giocatori in top40 in entrambi i circuiti. Le ragazze stanno costruendo qualcosa di importante, con la reale possibilità di ritrovarci con tre teste di serie all’Australian Open. Tra i ragazzi, invece, è spuntato prepotentemente il nome di Matteo Arnaldi, con cui a marzo avevamo fatto quattro chiacchiere, prima della sua impressionante scalata.

In due anni sono passato da n°900 a n°50, crescendo moltissimo. È arrivato tutto insieme, facendo gli step giusti, con i miei tempi, il mio team, lavorando bene. Ed eccomi qui. Si può sintetizzare così il percorso del 22enne sanremese, come da lui stesso raccontato a Gaia Piccardi in una recente intervista al Corriere della Sera.

Un’ascesa facilitata forse anche dalla quasi assenza di pressioni e aspettative, inevitabilmente riposte in quantità maggiori su chi gli era e ancora oggi gli è davanti in classifica, anche se Matteo ha sempre tirato dritto sulla sua strada. “Non è che mi sia mai interessato tanto degli altri. Certo da numero 150 del mondo vedere che gli italiani scalano la classifica fa bene: ti ispira, ti fa pensare: ‘allora posso farcela anch’io’. Con Passaro, Cobolli, Gigante e tutti gli altri ci siamo sempre spinti a vicenda. È partito tutto così”.

Da Alcaraz alla Coppa Davis

È partito splendidamente Arnaldi, ma non è certo arrivato a destinazione. In una stagione in cui è stato costretto ad alzare l’asticella degli obiettivi sempre un po’ più in alto, un paio di highlights sono indubbiamente la prima presenza in Coppa Davis e la sfida all’allora n°1 del mondo Carlos Alcaraz allo US Open. Non vedevo l’ora di giocare un match come quello con Alcaraz a New York, sul Centrale, contro uno dei più forti. Ho cercato di essere me stesso sin dai primi game” – racconta l’attuale n°43 ATP.

Mi ha aiutato conoscere già Carlos, abbiamo la stessa età, non come Djokovic che ho visto solo in TV. Non mi considero così lontano però ancora un po’ di differenza con i top players c’è e si è visto nei momenti più importanti. Ci sta, è anche questione di esperienza. E Alcaraz ne ha approfittato, come accade a me quando affronto giocatori di classifica più bassa. La settimana a Bologna invece è stata indimenticabile, ho sentito il peso della maglia azzurra: io sono uno che parte sempre un po’ lento, però in Davis mi sono piaciuto: ho dato il mio contributo e ho capito cosa significa scendere in campo per l’Italia.

E a proposito di come cambiano e come sono man mano cambiati gli obiettivi stagionali, Arnaldi ha ammesso: “l’idea a inizio stagione era provare a entrare nei primi 100 e a settembre mi sono ritrovato nei migliori 50. Era un mio sogno personale, che non avevo condiviso con nessuno. Pensavamo fosse una meta lontana, ma io sentivo di potercela fare”. La prima meta in vista del 2024 potrebbe essere una testa di serie in Australia: “certo non sarebbe male, ma non mi piace tanto parlare di quello che potrei ottenere. Preferisco i fatti.

Fatti che sicuramente quest’anno non sono mancati da parte di Arnaldi, pronto ad un finale di stagione in cui si può ancora sognare. Già a partire dall’ATP500 di Vienna, dove grazie al forfait di Miomir Kecmanovic è entrato direttamente in tabellone, rimpolpando la batteria tricolore formata da Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e (per ora) Matteo Berrettini. L’ultimo appuntamento stagionale a livello ATP sarà poi il Masters1000 di Parigi Bercy, in attesa di scoprire le scelte di capitan Volandri in vista delle Finals di Malaga. Con la forte sensazione che, se si manterrà sui livelli degli ultimi mesi, a novembre Matteo sentirà nuovamente quello splendido peso della maglia azzurra.

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