Capitan Volandri suona la carica: "Sinner a Torino può far bene. Le finali di Davis a Malaga? L'obbiettivo è vincere"

Coppa Davis

Capitan Volandri suona la carica: “Sinner a Torino può far bene. Le finali di Davis a Malaga? L’obbiettivo è vincere”

Così il 42enne livornese a proposito dei suoi due anni da capitano di Davis: “Ci sono state scelte coraggiose e molte hanno portato risultati, ma non bisogna ridurre le valutazioni solo tra vittoria e sconfitta”

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Tennis Torino Palalpitour Coppa Davis, Sinner e Volandri, training Italia, 25 Novembre, 2021. Foto Felice Calabro’
 

A Torino Jannik Sinner vuole lasciare il segno, parola di Coach Volandri: “Può fare bene e l’energia del pubblico sarà fondamentale, la sta utilizzando sempre meglio”. Alla viglia delle Nitto ATP Finals il capitano di Davis è stato intervistato dal Correre dello Sport per parlare delle prospettive dell’altoatesino nel torneo che vede sfidarsi i migliori 8 giocatori del mondo. Senza dimenticare l’appuntamento con le altre finali: quelle di Coppa Davis a Malaga.

Partiamo da Sinner: nel 2021 fece le sue prime Finals e nello stesso anno esordì in Davis con l’attuale capitano, quanto è cambiato da allora? “Tantissimo, è un giocatore nuovo e più completo. Questo processo è iniziato con la convocazione di Bratislava, lui si presentò con il nuovo team. Il processo di crescita è stato rapido, le parti di gioco che ha acquisito di solito richiedono più tempo. I margini sono ancora enormi”.

I margini di miglioramento sono ampi, ma non è semplice la ricerca della massima espressione tennistica. Nello specifico per Volandri Jannik deve sviluppare “la fase di transizione, la ricerca della rete e la volée come esecuzione. La partita di Pechino contro Medvedev ha fatto capire che è sulla strada giusta, lì ho visto tanto serve and volley. Adesso va più spesso a rete, anche a costo di sbagliare”. A proposito del nostro numero 4, gli strascichi di Bologna sono un lontano ricordo? “Demonizzare i nostri campioni non serve a nessuno. Jannik ha le idee chiare ed è quello che negli ultimi tre anni ha più presenze in Davis, dobbiamo rispettare queste scelte. Abbiamo una squadra importante, anche quando manca il numero 4 del mondo”.

In questi due anni l’altoatesino non è stato l’unico ad intraprendere un percorso di crescita. Anche Volandri, da capitano di Davis, ha dovuto adattarsi in fretta al suo nuovo incarico. “Nel 2021 per me era una prima volta e, al di là di Fognini e Bolelli, avevo una squadra molto giovane. Musetti, Sinner, Arnaldi e Sonego hanno esordito con me. Adesso ho più esperienza e credo di essere più avanti di quanto mi aspettassi in questo percorso. Ho la fortuna di avere un gruppo ricco e quando perdiamo qualcuno, effettivamente è sempre successo, abbiamo la possibilità di compensare con giocatori di spessore. Non fosse stato così forse non avremmo fatto una semifinale e non saremmo a Malaga di nuovo”.

In questi due anni il 42enne livornese ha dovuto compiere scelte divisive – Berrettini in doppio con il Canada, Sonego al posto di Musetti a Bologna – quale tra queste la scelta più coraggiosa? Ci sono state scelte coraggiose e molte hanno portato risultati, ma non bisogna ridurre le valutazioni solo tra vittoria e sconfitta. Le scelte dolorose in realtà le faccio quando devo fare le convocazioni se ho il gruppo al completo. Lo scorso anno dovetti escludere Sonego da Bologna. Poi a prescindere da chi va in campo ho la disponibilità dei ragazzi, quindi quelle diventano più facili”.

A Malaga non ci sarà Berrettini. Si ricorrono voci di nuovo coach, lei cosa si augura? “Se sarà italiano o straniero cambierà poco, l’importante è che sia un allenatore di qualità. Io mi augurio che Matteo possa giocare dieci mesi, perché lui non ha niente da dimostrare e deve solo trovare continuità“. Con la settimana delle finali a Torino Volandri dovrà gestire il doppio impegno da opinionista per Sky e da Capitano di Davis, come si gestisce il tutto? «Farò parte della squadra di Sky e sarò impegnato negli studi. Non sarò in telecronaca, essendoci Jannik preferisco guardare ed analizzare le partite da bordocampo. Lavorerò fino a giovedì, poi partirò per Malaga dove ci attende un’altra avventura”.

Per alcuni il commento tecnico per una tv può essere una distrazione: “Io sono un direttore tecnico del settore maschile e capitano di Coppa Davis, non sono il coach dei ragazzi. Quando vado agli Slam lo faccio per poterli vedere e per stare con i loro team. Con Sky faccio circa cinque settimane all’anno e ho un accordo che mi permette di affrontare l’impegno con i giocatori. Poi partecipo agli studi, solitamente quelli di fine giornata, quando l’altro lavoro è concluso”. Purtroppo anche chi non sa dice la sua, ma fa parte del gioco”. In chiusura un pensiero sulle finali di Davis a Malaga, dove l’Italia è tra le favorite. Quanto sarà difficile? “L’obiettivo è vincere, ma in una final eight ci sono solo squadre forti e contro l’Olanda sarà un quarto di finale tosto. Noi non siamo al completo, ma sono abituato ad organizzarmi con ciò che ho”

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