Senza smettere di sognare! Dal 1956 a oggi, il Tennis Club Sinalunga (provincia di Siena) continua con il suo motto. Crescere, dare l’opportunità ai giovani affermarsi, puntare sulla qualità. Tutto questo ha regalato a tutti loro una gioia immensa: lo scudetto sul petto! E proveranno a difenderlo fino in fondo, malgrado non si siano mai sentiti i favoriti per il bis.
Ma lo sport è bello per questo e ti ripaga dei sacrifici fatti come accaduto nel 2022 quando, dopo tanti sacrifici, si laureò Campione d’Italia da neopromossa. Una storia straordinaria, una di quelle favole con il lieto fine che fanno dello sport un mondo meraviglioso.
Le chiacchierate con il presidente Marzio Bernardini non sono mai banali. E nonostante i chilometri di distanza si raccoglie tutta la sua passione, l’incredibile capacità di contagiare gli altri e farli innamorare del progetto che ha tra le mani. Si lavora per costruire uomini e poi giocatori di tennis, per provare a dare loro un futuro. Altrimenti basta stare all’interno del Circolo e sentirsi parte della famiglia.
Il campo da gioco, immerso nel verde del parco del Cassero, costituisce il fulcro di una sempre crescente attività.
Prima di parlare della salvezza raggiunta all’ultima e della semifinale che potrebbe aprire grandi scenari alla squadra senese, con il presidente siamo andati a ritroso, a ripercorrere i mesi vissuti da Campione d’Italia.
Ritorni economici, riscontri dell’opinione pubblica?
“Una prima fase è stata di grande gioia e soddisfazione. E’ stato un traguardo storico tagliato e per certi versi inaspettato. Detto questo ci siamo rimboccati le maniche per andare avanti e abbiamo notato un grande interesse delle autorità e del Consiglio Regionale. Molto meno da parte della Federazione che non riconosce nessun tipo di premio in denaro al Circolo che ha vinto. E’ una cosa questa a mio avviso grave perché significa non gratificare il vincitore e non credo accada negli altri sport. È vero che I campionati servono a sostenere la stagione dei tanti tennisti e capiamo che questo sia di interesse della federazione. Proprio per questo bisognerebbe che la stessa federazione avesse un ruolo economicamente più importante riconoscendo ai circoli che partecipano ai vari campionati nazionali maggiori risorse”.
E allora un piccolo circolo come può ambire di crescere e migliorare?
“Attraverso i soliti sacrifici personali. Ci voltiamo sempre a guardare il passato, ma la verità è che questo campionato serve alla Federazione. Poi quest’anno tutto è diventato complicato per i nuovi adempimenti con mille cose da gestire. E ricordiamoci che i Circoli vivono molto di volontariato. Ma quanto si potrà durare? Prima o poi a noi Presidenti di Circolo delle risposte dall’alto dovrebbero arrivare. Ci sono dei costi enormi per sostenere i tennisti che hanno bisogno di risorse per coprire le spese di un’annata. Sono sistemi che servono alla Federazione, ma che non tiene conto dei circoli. C’è una grossa lacuna“.
Salvezza e play-off rappresentano una grande gioia: “Il campionato sta andando bene e avevamo l’obiettivo di onorare lo scudetto vinto e ci stiamo riuscendo. Con grande passione e spirito di sacrificio abbiamo riproposto un tennis di livello in casa dei nostri appassionati del territorio. Siamo da stimolo per i ragazzi che si avvicinano a questa disciplina. In totale abbiamo 160 tesserati ed è per loro che ci teniamo giorno dopo giorno a fare le cose al meglio”.