Coppa Davis, l'Australia di Hewitt vuole migliorare la finale del 2022: "Ma bisogna tornare alla formula storica"

Coppa Davis

Coppa Davis, l’Australia di Hewitt vuole migliorare la finale del 2022: “Ma bisogna tornare alla formula storica”

“Nel 2000 a Barcellona 20mila persone mi fischiavano, l’atmosfera più bella della mia carriera”, Hewitt spinge per un ritorno al vecchio formato. De Minaur vuole guidare la sua Nazionale ad un trionfo che manca da 20 anni

Pubblicato

il

Lleyton Hewitt, Captain of Team Australia, Davis Cup Final at Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena on November 19, 2023 in Malaga, Spain. (Photo by Angel Martinez/Getty Images for ITF)
 

È cominciata a Malaga la settimana delle Finals di Coppa Davis, che nel 2022 hanno visto trionfare il Canada: la squadra guidata dal capitano Frank Dancevic aveva sconfitto in finale l’Australia di Lleyton Hewitt con il punteggio di 2 a 0 (20esima sconfitta in finale della storia australiana, a fronte di 28 vittorie), grazie alle comode vittorie di Shapovalov e Auger-Aliasssime nei due singolari (rispettivamente con Kokkinakis e de Minaur). La squadra australiana, protagonista della conferenza stampa di presentazione del torneo, vuole migliorare il risultato della scorsa edizione (vittorie con l’Olanda nei quarti e con la Croazia in semifinale) e si presenta a Malaga con un gruppo indubbiamente molto competitivo (sia in singolare che in doppio), specialmente su una superficie rapida indoor: Alex de Minaur (24 anni, numero 12 del ranking ATP), Max Purcell (25 anni, numero 45), Jordan Thompson (29 anni, numero 56), Alexei Popyrin (24 anni, numero 40) e Matthew Ebden (35 anni, numero 4 del mondo in doppio). De Minaur, Purcell e Popyrin hanno tutti raggiunto il proprio best ranking nel corso del 2023, un dato sintomatico di una squadra forte e soprattutto in crescita. Lleyton “Rusty” Hewitt rappresenta qualcosa in più di un semplice capitano per questa squadra: un idolo, un mentore, un punto di riferimento.

Non ci sarà Kokkinakis a causa di un infortunio alla caviglia: “Una brutta distorsione nel corso del challenger di Sydney, non è riuscito a recuperare” dice Hewitt. “Ma al suo posto ho convocato un ottimo giocatore come Popyrin, reduce dalla migliore stagione della carriera”. Popyrin che peraltro ha vissuto in Spagna per tanti anni, così come de Minaur: “Il pubblico di Malaga non potrà fare il tifo per la Spagna, visto che non si è qualificata, quindi spero scelgano di sostenere noi” ha scherzato il numero 12 del mondo, che però è tornato serio quando gli hanno chiesto dell’importanza di un torneo del genere: “Per me la Coppa Davis è una priorità: lo scorso anno ci siamo andati vicini e quest’anno vogliamo vincerla. Essere qui a rappresentare il mio Paese è un onore e penso che la finale raggiunta nella scorsa edizione abbia dato tantissimo a me e ai miei compagni e che ci abbia spinto a migliorare ancora di più”.

Hewitt dice di vedere il giusto spirito di squadra ma è quando gli viene chiesto quali possano essere i margini di miglioramento di questa competizione che l’ex numero 1 del mondo sale in cattedra e si scatena, proprio come quando in campo correva verso destra per inventarsi uno dei suoi classici passanti di dritto: “Semplicemente bisognerebbe tornare alla formula storica, è tutto qui. Il pubblico di casa, le trasferte, la scelta della superficie: io nel 2000 ho giocato una finale di Davis a Barcellona con 20mila persone che mi fischiavano e che urlavano contro di me, l’atmosfera più bella della mia carriera. La vera Coppa Davis era quella, una competizione che costruiva ricordi unici e indelebili”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement