Questa Coppa Davis avrà tanti difetti, è fuor di dubbio, ma lo spettacolo non sta mancando. Il merito va a dei veri e propri garanti del vecchio spirito di questa competizione. In prima fila tra questi depositari delle emozioni insite nell’essenza più profonda della Davis c’è sicuramente Lleyton Hewitt e, più in generale, il team Australia, tra i più temibili quando l’atmosfera si scalda. Lo hanno dimostrato l’anno scorso, quando la loro cavalcata si è fermata solo in finale al cospetto del Canada, e hanno ricominciato a darne prova anche in questa edizione.
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La vittoria sulla Repubblica Ceca nei quarti di finale è infatti arrivata a modo loro: in rimonta dopo essere stati a un passo dalla sconfitta, esaltante, figlia di un continuo scambio di energia tra giocatori, capitano, panchina e tifosi (purtroppo pochi per ovvi motivi logistici). Lo confermano le parole in conferenza stampa dello stesso Hewitt e dei doppisti Edben e Purcell – coppia collaudatissima e sempre affidabile – che hanno portato il punto decisivo con il successo in due set (6-4 7-5) su Pavlasek/Lehecka.
D: Sembrate un gruppo molto affiatato, vedo Thanasi (Kokkinakis, ndr), Alexei (Popyrin, ndr) e altri ragazzi a bordocampo che non giocano… quanta energia vi dà in campo?
EBDEN: Questo è un attestato al capitano. In squadra ci sono cinque ragazzi che giocano in squadra, ma, come vedete in panchina, lui ha voluto averne altri cinque che ci sostengono. Come hai detto, ognuno si supporta a vicenda. Quei ragazzi hanno giocato l’anno scorso, quest’anno, sono sicuro che giocheranno ancora in futuro. Sappiamo tutti di far parte di una grande squadra e di una squadra davvero forte e profonda. Questo ci dà fiducia. È abbastanza raro. Faccio parte della squadra di Davis da quando Lleyton giocava, e c’erano sempre dinamiche strane qua e là con alcune persone, ma ora abbiamo 10 ragazzi e uno staff incredibile che si integrano in modo straordinario. Penso che sia abbastanza raro e speciale. Penso che tutti stiamo un po’ approfittando di quest’energia.
D: Come al solito, in Davis riuscite a fare sempre grandi prestazioni. Vorrei sapere cosa ti motiva a fare il capitano ogni anno. Non ci sono molti ex numero 1 al mondo che ricoprono questo ruolo lo stesso o comunque con il tuo stesso entusiasmo. È perché in Australia questa Coppa è molto importante, forse di più che in altri paesi, e quindi ciò ti spinge a mantenere questo ruolo o ci sono altre ragioni?
HEWITT: Sì, questa competizione è incredibilmente importante per l’Australia, e tutti conosciamo la sua storia. Siamo fortunati a venire da un Paese che ha avuto molto successo in questa manifestazione per tanti anni e abbiamo avuto così tanti grandi giocatori che hanno giocato prima di noi. Penso che sia davvero importante che questi ragazzi più giovani lo sappiano. Molte persone si sono fatte in quattro per aiutarmi a giocare la Coppa Davis e a rappresentare l’Australia. Credo di dovere tutto ciò al tennis australiano: andare là fuori e dare il massimo per cercare di aiutare questi ragazzi a vincere la Coppa un giorno. Questo è ciò che mi spinge. Sono un agonista, non c’è sensazione migliore nel tennis di quella che ho provato rappresentando l’Australia e vincendo alcuni grandi incontri in Davis. Voglio che questi ragazzi provino la stessa sensazione. Amo vedere i ragazzi che scendono in campo e si battono per il loro Paese. Mi fa venire la pelle d’oca.
Come ha detto Matty (Ebden, ndr), abbiamo molti giocatori nello staff di supporto. Mi sento molto orgoglioso quando vedo i ragazzi che non giocano e che sostengono con tutto il cuore i loro compagni. Significa molto, significa che abbiamo la giusta cultura di squadra.
D: Guardando alla Finlandia in semifinale, sarà una sfida inedita. Quali sono i tuoi pensieri in vista di questo incontro?
HEWITT: In realtà non ci ho ancora assolutamente pensato. Adesso voglio godermi la nottata e rilassarmi, domani mi sveglierò e comincerò a concentrarmi sulla loro squadra. Arriveranno con grande fiducia. Noi faremo tutto ciò che è in nostro potere per scendere in campo e gestire al meglio le situazioni. Di sicuro non li sottovaluteremo.
D: Con il nuovo format è da molto tempo che non si giocano le partite più importanti, come semifinali e finali in Australia. Pensi che possa incidere sul modo in cui il pubblico segue la competizione?
HEWITT: Non mi dilungherò su questo argomento stasera. È troppo tardi e sono troppo stanco, onestamente. Per rispondere alla domanda, non c’è dubbio sul fatto che ci piacerebbe si giocassero partite più importanti in Australia. A parte il mese di gennaio, il tennis di livello mondiale è lontano da noi. Perciò credo che i nostri appassionati, in un paese di sport come l’Australia, meritino di vedere più tennis. Magari non sarà ogni anno perché a volte, in Coppa Davis, possiamo perdere al primo turno in trasferta. Ma magari ogni tre anni, avere dei grandi incontri con alcuni dei migliori giocatori penso che sia davvero importante per questo sport.