Con l’approssimarsi del Natale, arriva anche il momento dei premi e dei bilanci. E non possono che essere gli uni copiosi e gli altri trionfanti, se tiriamo le somme del 2023 del tennis italiano. “L’unica nota stonata dell’anno è che ora stiamo un po’ meno simpatici a tutti…ma ce ne faremo una ragione.” dice il Presidente della federazione Angelo Binaghi, all’uscita dalla Palestra Monumentale del Foro Italico, Roma. Lì si è tenuta la cerimonia annuale dei “Collari D’oro”, i premi assegnati dal Coni che dal 1995 sono conferiti agli atleti, ai dirigenti, ai club e alle società italiane più meritevoli. Il 2023 ha visto il Presidente del Coni Giovanni Malagò (con cui Binaghi ha avuto spesso da ridire) e il Ministro dello sport Andrea Abodi assegnare ben 72 premi, un numero decisamente considerevole se è vero che il 2023 è stato un anno non olimpico, a differenza del prossimo. Fra questi 72, cinque sono stati riservati alla squadra che ha vinto la Davis: in particolare, un collare a Sinner, Musetti, Bolelli e Sonego e una palma d’oro a Filippo Volandri.
“Nel 2024, speriamo di fare almeno un terzo di quello che siamo riusciti a fare quest’anno, sui fronti maschile, femminile, dei giovani, organizzativo – continua Binaghi -: il 2023 è stato irripetibile.”
Una nota a margine anche per Sinner, l’atleta di punta del movimento tennistico nazionale, e per le sue prospettive nel 2024: “Già confermarsi in top ten, in uno sport come il tennis, è difficilissimo. Ma è da qualche anno che dico che Jannik ha margini di miglioramento più elevati degli altri: serve peggio – nonostante nell’ultimo periodo sia molto migliorato – e fa ancora fatica sulla lunga distanza negli Slam.” Binaghi l’ha definito “più acerbo” dei suoi principali rivali, soprattutto del più completo Alcaraz. “Ma questo, se rappresenta un limite nel breve periodo, può essere un vantaggio nel medio-lungo periodo.”